Difendere i confini dell’Italia?

Profughi-migranti: ma da noi c’è un’invasione in atto? E i nostri migranti che fuggono?

Un dossier di Domenico Stimolo. A seguire l’appello “La solidarietà non è un crimine”


Nel corso delle ultime settimane – in particolare a seguito della drammatica vicenda della Sea Watch 3 della capitana Karola Rakete conclusasi alfine con lo sbarco dei salvati e dell’equipaggio a Lampedusa e con gli eventi di salvataggio e approdo che sono ancora in corso – numerosi esponenti politici delle destre italiane, organi di informazione, rappresentanti governativi di primo piano, mentre tacevano sugli obblighi e sulle modalità di salvataggio e accoglienza stabilite dagli accordi internazionali e dalle normative fondamentali costituzionali, in maniera schematica e assillante hanno insistentemente affermato che l’impegno imperativo perseguito era rivolto a scongiurare “l’invasione” dell’Italia. Quindi, era necessaria e vincolante la “difesa dei confini nazionali” applicando le azioni conseguenti, poiché gli stranieri extracomunitari vengono tutti in Italia.

Queste insistenti dichiarazioni, raccordate ad elementari valutazioni che tendono di fatto a sovvertire l’abc dei valori democratici poiché mirate a criminalizzare il salvataggio dei naufraghi – principio fondamentale della civiltà umana – sono rimbombate incessantemente per parecchi giorni in tutti i canali televisivi (la Tv, sempre in auge, si sa, impressiona di più della carta stampata, ormai quasi emarginata) con la conseguente insorgenza tra i cittadini di incontenibili preoccupazioni e paure. Le asserzioni sono state prontamente riprese e divulgate con linguaggio violento e oltraggioso dalle ciurme di quei “baldi prodi” che specie in maniera anonima ( …. si caricano di coraggio) agiscono sui social internauti.

Eppure, i rifugiati/naufraghi – scappati da aree di guerre o di carestia e desertificazione derivanti dalle scelte strategiche dei principali Stati internazionali – sono persone (molte le donne e i bimbi) raccolte quasi ignude tra le onde del mare Mediterraneo, persone vessate, violentate e ferite, fuggite dai campi lager della Libia – uno Stato inesistente – che in questi ultimi mesi è sconvolta dalla recrudescenza di una guerra civile che nei fatti è in atto da diversi anni, dopo la distruzione della dittatura di Gheddafi.

A parte il ritorno di memoria sul concetto di “invasione” – l’ultima, vera, forsennata, distruttrice ed armata, fu quella fatta dai nazisti che occuparono gran parte del Paese dopo l’armistizio del’8 settembre 1943 e conseguente alle follie guerresche, imperiali e razziste della dittatura fascista – sorge spontanea l’elementare domanda: ma, tutti i profughi-migranti del mondo vengono realmente in Italia? Quindi, alfine siamo sostanzialmente invasi?

La specificità della questione – assolutamente prioritaria, sul piano della conoscenza, della trasparenza informativa e per la formazione delle coscienze civili e democratiche – è stata ripetutamente evidenziata, sul piano globale mondiale e sulle ricadute nelle varie parti territoriali europee, da parte di molte e autorevoli fonti, sociali e politiche, in particolare le strutture istituzionali europee.

Dunque, le bugie hanno sempre le gambe corte e risultano fuorvianti nella formazione della consapevolezza popolare. I dati, le valutazioni e le analisi derivanti dalle fonti ufficiali ci sono. Precise e scientifiche. Veritiere. I “numeri” fotografano la realtà. Non sono vaghe enunciazioni retoriche di stampo esclusivamente propagandistico, mirate a falsificare il reale stato delle cose e quindi ad abbindolare il “pubblico”.

Scorriamole insieme.

Gli eventi di sbarco registrati in Italia (fonte ministero dell’Interno) dall’inizio dell’anno fino al 5 luglio, confrontati con quelli verificatosi nello stesso periodo degli anni 2018 e 2017 sono i seguenti http://www.interno.gov.it/sites/default/files/cruscotto_statistico_giornaliero_05-07-2019.pdf:

  • 2019 2869 persone

  • 2018 16.750 persone (totale dell’anno 23.370)

  • 2017 85.137 persone (totale anno 119.369)

Cosa è successo nei Paesi europei, e nello specifico in quelli che si affacciano nel mare Mediterraneo?

L’UNCHR – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – con l’ultimo aggiornamento del 1 luglio relativo ai cinque Paesi rivieraschi (Spagna, Italia, Malta, Grecia, Cipro) ci informa:

https://data2.unhcr.org/en/situations/mediterranean

  • Totale arrivi 36.178 (dal 1 gennaio)

  • Arrivi via mare 27.959

  • Arrivi in terra 8.219 ( riguardano Spagna e Grecia)

  • Morti e dispersi (stima) 666

Questa è la suddivisione:

  • Grecia 8.294 50,56% su 10.850.000 abitanti

  • Spagna 13.263 36,66% su 46.419.000

  • Italia 2779 7,68% su 60.359.000

  • Malta 1048 2,90% su 475.000

  • Cipro 794 2,19% su 1.208.000

Totale arrivi 2014-2018 (via mare Italia, Malta, Cipro; via terra e via mare Spagna e Grecia)

  • 2018 141.472 morti e dispersi 2.227

  • 2017 185.139 morti e dispersi 3139

  • 2016 373.652 morti e dispersi 5.096

  • 2015 1.032.408 morti e dispersi 3771

  • 2014 225.455 morti e dispersi 3538

Riguardo al 2015, che ha registrato il più alto arrivo di profughi in Europa , è bene evidenziare che la GRECIA ha sopportato lo sbarco di 844.000 persone. In gran parte provenivano dalla Siria e dall’Afghanistan devastate dalle guerre civili, fomentate e alimentate dai costruttori d’armi e dai loro Stati protettori esperti nel seminare zizzania internazionale.

Proprio nell’anno della punta massima della crisi economica e sociale di quel Paese che pur tra immense difficoltà accolse l’enorme folla di profughi senza razzismo e piagnistei. Come è ben noto, la stragrande maggioranza di rifugiati, con lunghissime marce che hanno attraversato gran parte dell’Europa, si trasferirono in diversi Paesi del centro-nord Europa, in particolare in Germania che ne accolse la grande maggioranza.. Quella tanta odiata dai nostri novelli sovranisti razzisti italiani.

Queste dolorose e sofferenti marce, in gran parte effettuate a piedi per lunghe distanze, hanno ricordato le tragiche fughe dei profughi europei durante la seconda guerra mondiale (oltre 40 milioni abbandonarono le proprie zone di residenza), scatenata dalla furia omicida dei cultori della “razza eletta” che voleva egemonizzare l’Europa e il mondo, o le “marce della morte” fatte effettuare dai nazisti a molti deportati rinchiusi nei lager della morte, in procinto di essere liberati dagli eserciti Alleati e Sovietici.

I dati, inequivocabili, parlano chiaro. Per le condizioni geopolitiche internazionali, per gli accordi intervenuti e per le mutazioni dei flussi di spostamento che si sono determinate negli ultimi anni, gli arrivi in Italia si sono fortemente ridimensionati.

In questo 2019 blaterare di invasione dell’Italia risulta falso e strutturalmente fuorviante. Nel 2016 (a parte i dati 2019-2017 riportati precedentemente) gli arrivi in Italia sono stati 181.236 (il livello più alto in assoluto), nel 2015 invece 153.842 e 170.100, nel 2014.

Nell’arco temporale 2014-2019 (al primo luglio) nei cinque Paesi mediterranei indicati sono arrivate 1.994.304 persone. In Italia 650.786 ( 32%).

Inoltre, è sempre bene evidenziare che nel corso degli ultimi cinque anni un numero considerevole di profughi-migranti sbarcati in Italia, più o meno celermente si sono allontanati dal nostro Paese. Fin dall’arrivo, il loro obiettivo, per ricongiungimento o per altro, era rivolto ad altri Stati europei.

Cosa è successo globalmente in EUROPA?

Nel periodo che va dal 2008 al 2017 nell’UE-32 (cioè a 32 Paesi) sono state prese in esame un totale di 4.555.530 richieste, pari allo 0,89% della popolazione residente al 2017.

Complessivamente, nello stesso periodo, le domande avanzate nell’UE-32 sono state 5.740435, pari a 1.22% della popolazione residente al 2017.

Numeri grandi? Ebbene, nel contesto geografico europeo – nel vicino Medioriente-, fra i tanti Stati, due “micro Paesi” come il Libano e la Giordania hanno assorbito 1.675.000 rifugiati.

Cosa è successo in dettaglio nel 2017 – anno di riferimento – nell’Europa a 32?

Le richieste di asilo e misure complementari concesse sono state 538.120. Così suddivise:

  • Stato di rifugiato       271.630

  • Protezione sussidiaria   188.960

  • Protezione umanitaria    77.530

  • Rifugiati reinsediati        23.925 

 

In rapporto a ogni milione di abitante (popolazione a1 primo gennaio 2017) al primo posto c’è la Germania con 325.370 permessi concessi, 3945 per milione di abitanti (82.521 milioni. di abitanti); segue l’Austria con 33.925 permessi, 3865 per milione./ab. (8,773 m. di abitanti); al terzo posto la Svezia con 31.235, 3125 per milione/ab. (9,995 m. di abitanti).

Dal quarto al sesto posto seguono: Lussemburgo con 1130,  1915 per milione/ab (590.667 abitanti); Malta con 815, 1770 per milione di ab. (460.297 abitanti); Svizzera con 14.785, 1775 per milione/ab (8 milioni e 420 abitanti).

Dal sesto al nono posto:  Belgio con 12.895, 1135 per milione/ab. (11,351 milioni di abitanti); Cipro, con 1300, 1110 per milione/ab. (854.802 abitanti); Grecia con 12.015, 1115 per milione di ab. (10, 768 milioni di abitanti).

Dal decimo al dodicesimo posto: Norvegia con 5270, 1000 per milione di ab. (5,258 milione di abitanti); Finlandia con 4255, 775 per milione/ab (5,503 milioni di abitanti); Liechtenstein con 25,  660 per milione/ab. (37.810 abitanti).;

Dal tredicesimo al quindicesimo posto: Francia con 40.575, 605 per milione/ab. (66.989 m. di abitanti); ITALIA  con 35.130, 580 per milione di ab. (60,589 m. di abitanti)Paesi Bassi con 9090, 530 per milione di ab. (17,82 m. di abitanti).

Dal sedicesimo al diciottesimo posto: Danimarca con 2750, 480 per milione di ab. (5,749 m. di abitanti); Islanda con 125, 370 per milione di ab. (338.349 abitanti); Bulgaria con 1705, 240 per milione di ab. (7,102 m. di abitanti).

Dal diciannovesimo al ventunesimo posto: Regno Unito con 15.645, 240 per milione di ab. (65,809 m. di abitanti); Irlanda con 720, 150 per milione di ab. (4,784 m. di abitanti); Lettonia con 275, 140 per milione di ab. (1,950 m. di abitanti).

Dal ventiduesimo al ventiquattresimo posto:  Ungheria con 1290, 130 per milione di ab. (9,798 m. di abitanti); Lituania con 295, 105 per milione di ab (2,848 m. di abitanti); Spagna con 4700, 100 per milione di ab. (46,528 m. di abitanti).

Dal venticinquesimo al ventisettesimo posto; Slovenia con 150, 75 per milione di ab. (2,066 milioni di ab); Estonia con 95, 70 per milione di ab. (1,316 m. di abitanti); Romania con 1330, 70 per milione di ab. (19,644 m. di abitanti).

Dal ventottesimo al trentesimo posto: Portogallo con 500, 50 per milione di ab. (10,310 milioni di ab); Croazia con 170, 40 per milione di abitanti (4,154 milioni di ab); Repubblica Ceca con 145, 15 per milione di ab. (10,579 m. di abitanti).

Trentunesimo e trentaduesimo posto: Polonia con 560, 15 per milione di ab. (37,973 m. di abitanti); Slovacchia con 60, 10 per milione di ab. (5,435 m. di abitanti).

Sul totale delle richieste presentate sono stati concessi 558.330 permessi.

Questa realtà è bene conosciuta a tutti, a partire (si suppone) da chi svolge ruoli politici e istituzionali. Eppure il gioco falsificatore delle tre carte regna sovrano. Giocano, con la presunta invasione, giusto per coprire la drammaticità dei problemi reali che riguardano il popolo italiano.

Il problema, drammaticamente vero, che viene nascosto dai moderni nazionalisti-razzisti, travisati da sovranisti, che agiscono in ITALIA, parlando d’altro e ingigantendo a dismisura la realtà dei profughi che sbarcano, riguarda la nostra EMIGRAZIONE.

Sono i cittadini italiani che, numerosissimi, nel corso degli ultimi anni sono fuggiti dalle aree territoriali del Meridione o dal nostro Paese in generale. Privi di lavoro, di adeguato sostentamento. Abbandonando case, famiglie e affetti. Alla ricerca di una vita vera e dignitosa, lontana dagli stenti, dai clientelismi e dalle corruzioni.

Una quantità enorme! Per lo più costituita da giovani, nella stragrande maggioranza laureati e diplomati. Il sud d’Italia si sta spopolando. Le migliori energie, che tanto sono costate alla collettività, per realizzare i percorsi di studio, abbandonano. Non hanno altre alternative. Così come avvenne per moltissimi milioni di italiani che abbandonarono l’Italia nel corso della sua recente storia.

La tragedia umana, nella forma più intensa, è in corso da diversi anni. Solo nel 2017 sono andati via 285.000 persone. Eppure da parte dei governanti continuano le sovrane sceneggiate che servono solamente a depistare.

Sono gli italiani che stanno “invadendo” gli altri Paesi europei!

(*) testo preparato per «Lettera Memoria e Libertà»

LE IMMAGINI SONO STATE SCELTE DALLA “BOTTEGA”. La terza è la coperrina del numero di LEFT in edicola da oggi.

Gia che ci siamo segnaliamo questo appello, sottoscritto anche da Medicina Democratica:

Solidarity is not a crime – La Solidarité n’est pas un crime – La solidarietà non è un crimine – solidaridad no es un crimen

E’ una dichiarazione contro la criminalizzazione della solidarietà e a sostegno di Pia Klemp e Carola Rackete, sottoscritta anche da tutte le associazioni che compongono la «Rete Europea contro la commercializzazione della salute»

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

6 commenti

  • maria gianotti

    Condivido e ringrazio, mi permetto di aggiungere che i numeri assoluti dei flussi sono diminuiti perché l’UE, con l’italia in primo piano, ha costruito un sistema concentrazionario alle frontiere esterne (Turchia, Libano, Libia…), e che di questo sangue e questo dolore siamo responsabili. Ne provo orrore

  • Gian Marco Martignoni

    Sul numero di giugno di Le Monde Diplomatique vale la pena di leggere l’ottimo articolo di Remi Carayol ” Migranti intrappolati nella rete di Agadez “. In pratica una legge del 2015 ha bloccato le rotte e i flussi migratori che provenivano dal Niger, rendendo illegale il processo migratorio sulla falsariga di quanto Maria ha segnalato sopra, con conseguenze devastanti per l’economia di quel paese.La menzogna dei porti chiusi si fonda sostanzialmente su questo fattore decisivo.

  • domenico stimolo

    Report dal CARA di MINEO

    Si è da poche ore conclusa una intensa e torrida giornata d’iniziative contro la presenza del ministro Salvini; iniziata verso le 11 con un presidio di decine di donne di associazioni locali a Caltagirone per l’inaugurazione di una caserma di Polizia , è proseguita al Cara dove si sono tenuti 2 presidii durante la mattinata, uno indetto dalla Cgil (Filcams e Funzione pubblica), l’altro da noi insieme a realtà catanesi (Cobas, Borderline Sicilia, Restiamo Umani, NoMuos, Piazzetta, Red Militant); siamo dispiaciuti del comportamento di una parte dei lavoratori della Cgil, che non ha gradito la nostra presenza perché vuole soltanto la riapertura del Cara. Mentre un lavoro dignitoso per gli operatori si potrà ottenere solo sconfiggendo le scelte del governo gialloverde e rilanciando l’accoglienza degli SPRAR.

    Da sempre ci siamo schierati contro l’apertura del Cara, simbolo europeo del megabusiness della pseudo accoglienza ed abbiamo sostenuto le giuste proteste dei e delle richiedenti asilo contro le condizioni d’invivibilità, d’insicurezza e di violenza che per 8 anni hanno subito decine di migliaia di persone parcheggiate a tempo indeterminato, sfruttate dai caporali delle campagne calatine e donne migranti costrette a prostituirsi nell’indifferenza delle ingenti forze di polizia, carabinieri ed esercito. Il ministro Salvini ha cavalcato l’onda nera del razzismo per chiudere non il Cara della mala accoglienza e di MafiaCapitale, ma per smantellare l’accoglienza in generale, come dimostrano i 2 decreti sicurezza scritti per criminalizzare non solo le ong delle navi umanitarie, ma anche il sistema Sprar e le sue esperienze più avanzate, come a Riace.

    Dopo aver presidiato dalle 11 sotto il cavalcavia con striscioni e musica alle 12,15 circa 20 persone ci siamo dirette verso l’ingresso principale dove avremmo dovuto tenere la conferenza stampa, che ci è stata impedita da uno sbarramento di carabinieri a poche decine di metri dal cavalcavia, dopo oltre un’ora, avendo verificato che il ministro Salvini fosse entrato , ci è stato permesso di raggiungere il luogo concordato. Sono intervenuti i rappresentanti di alcune realtà promotrici ( Rete Antirazzista, MeDU, Restiamo Umani, Cobas, un ex dipendente del Cara di Nessunoèstraniero, Borderline Sicilia). Finita la kermesse, spenti i riflettori dei media, affluiti in massa, non ci rimane che seguire i casi dei migranti trasferiti nel crotonese e le decine di casi di “invisibili”, trattati da rifiuti sociali da ignorare non solo dalle istituzioni, ma purtroppo da quasi tutti i media con rarissime eccezioni.

    Ct 9luglio2019
    Rete Antirazzista Catanese

  • domenico stimolo

    Gridano come ossessi all’invasione degli africani….e oggi si scopre che:
    “risale a più di 200.000 anni fa il cranio fossile rinvenuto negli anni 70 e oggi attribuito a Homo sapiens. E’ la testimonianza più antica che abbiamo delle MIGRAZIONI dall’AFRICA”.

    ………che dolori, pe Loro, ragazzi!

    https://www.repubblica.it/scienze/2019/07/10/news/le_tracce_piu_antiche_di_sapiens_in_eurasia-230876309/?ref=RHPPBT-VT-I230902052-C4-P24-S1.4-T1

  • sergio falcone

    [radio onda rossa] Muore un ragazzo nel Cpr di Torino. Proteste dei detenuti
    http://www.ondarossa.info/newsredazione/2019/07/muore-ragazzo-nel-cpr-torino-proteste

    *

    [[radio blackout] “Come un canile”. News dal Cpr di Torino
    https://radioblackout.org/2019/07/come-un-canile-news-dal-cpr-di-torino/

    *

    [radio onda d’urto] TORINO: MUORE NEL CPR UN MIGRANTE IN ISOLAMENTO PUNITIVO DOPO AVER SUBITO UNA VIOLENZA
    http://www.radiondadurto.org/2019/07/09/torino-migrante-in-isolamento-dopo-aver-subito-una-violenza-muore-nel-cpr/

    *

    [radio onda d’urto] TORINO: ANCORA PROTESTE DENTRO E FUORI IL CPR DI TORNO DOPO LA MORTE DI UN MIGRANTE
    http://www.radiondadurto.org/2019/07/10/torino-ancora-proteste-dentro-e-fuori-il-cpr-di-torno-dopo-la-morte-di-un-migrante/

  • domenico stimolo

    ILLEGITTIMO TRATTENIMENTO nell’hotspot di Messina dei migranti sbarcati dalla Sea-Watch

    Nota condivisa di Associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione , ActionAid, ARCI, Borderline Sicilia, IndieWatch, Medici per i Diritti Umani – MEDU, Sea-Watch sulla situazione dei migranti sbarcati dalla Sea Watch che, dal loro arrivo in Italia, avvenuto 11 giorni fa, si trovano in una condizione di detenzione arbitraria a Messina.

    da ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

    Da un confinamento all’altro. Il trattenimento illegittimo nell’hotspot di Messina dei migranti sbarcati dalla Sea-Watch

    Le persone sbarcate il 29 giugno a Lampedusa, dopo un’attesa di 17 giorni in mare a bordo della Sea-Watch 3, si trovano attualmente in una condizione di trattenimento illegale all’interno del centro hotspot di Messina………………………
    https://www.asgi.it/notizie/da-un-confinamento-allaltro-il-trattenimento-illegittimo-nellhotspot-di-messina-dei-migranti-sbarcati-dalla-sea-watch/
    .

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