Dinos Christianòpoulos: «Itaca»
130esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Itaca
Non so se sono partito per coerenza
o per il bisogno di sfuggire a me stesso,
all’angusta Itaca con le sue poche gioie
con le sue associazioni cristiane
e la sua morale asfittica.
Comunque, non è stata una soluzione ma un compromesso.
E da allora mi trascino da una strada all’altra
accumulando ferite ed esperienze.
Gli amici più cari ormai dispersi
sono rimasto solo, temo che mi veda qualcuno
a cui un tempo parlai degli ideali…
Ora ritorno nel tentativo estremo
di sembrare integro, irreprensibile, ritorno
e sono, mio Dio, come il figliol prodigo
che amareggiato rinuncia al suo vagabondare
e torna dal padre compassionevole, a vivere
nel suo seno una dissolutezza privata.
Porto dentro di me Posidone
che mi tiene sempre lontano;
ma se anche riuscissi ad avvicinarmi,
Itaca mi darebbe forse la soluzione?.
[«Stagione di vacche magre, 1950: traduzione di Nicola Crocetti]
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. Anzi forse no; perchè essendo in arrivo un po’ di feste che ne so … se la cicala scappa via. [db]