Discarica di Baricella: proposta di moratoria

di Vito Totire (*)

Una moratoria e ridiscutiamo tutto daccapo. Se non la chiede “l’autorità sanitaria locale – che è il indaco – di Baricella, la chiediamo comunque noi. Circolano notizie stupefacenti a proposito della ipotizzata discarica di Baricella (**): Ausl e Arpa avrebbero dato una sorta di “via libera” e sostenuto che non si possa invocare il principio di precauzione. Il sindaco di Minerbio, orientato a far costruire una tangenziale, al servizio della discarica, fa sapere che in “Conferenza dei servizi” si è discusso degli aspetti sanitari dell’impresa nientemeno che un’ora!

Ma una prima disamina delle tipologie di rifiuti che si intende conferire evoca a necessità di discutere … per mesi, a meno che non si faccia una discussione “in famiglia” tra soggetti orientati a priori ad autorizzare. Per la verità Ausl e Arpa sono andate frequentemente oltre questo azzardo, fino a negare rischi cancerogeni magari perché le dosi sono «basse» o perché l’amianto è innocuo se ingerito.

Queste inquietanti “idee” se le sono discusse fra loro con Herambiente per giungere alla conclusione prevista: la discarica si può fare. Noi la pensiamo diversamente e visto che non sembra esserci ancora il parere del Comune chiediamo al sindaco di :

  1. proporre una moratoria di tre mesi;
  2. indire una “Conferenza dei servizi” davvero aperta e veramente partecipata a tutti i soggetti interessati;
  3. garantire una effettiva trasparenza sui progetti e sulla natura dei rifiuti che si vorrebbero conferire.

Abbiamo ricevuto – dal comitato dei cittadini contrari alla discarica – informazioni e documenti ma quelli forniti dal proponente (Herambiente) sono, per usare un termine eufemistico, lacunosi. Dove non sono lacunosi sono preoccupanti per la tipologia dei rifiuti e per l’assenza totale di una concreta valutazione dei rischi ambientali e territoriali.

Fatto è che “se li lasciamo fare” contribuiremmo a perpetuare un sistema di produzione e di consumi energivoro, quello che in sostanza sta determinando gravi rischi di sopravvivenza per il pianeta a livello globale. Accettare il progetto di Herambiente significherebbe: continuiamo col sistema di produzione di sempre, tanto per le scorie del sistema c’è qualcuno che riesce a far ingoiare la pillola della cloaca massima nel suo territorio.

Veniamo a una prima disamina del pernicioso progetto di Herambiente, sulla base di una cervellotica distinzione tra rifiuti «non pericolosi» e pericolosi. Si potrebbe essere indotti a ritenere che la portata dei rischi sia limitata. Ovviamente la definizione di «non pericoloso» nulla ha di scientifico: è una classificazione burocratico-normativa inventata per “addolcire la pillola”. Ma prima di questo c’è un altro problema: nell’elaborato 1 – Relazione tecnica di Herambiente per ben 44 volte viene usata la formula «rifiuti non altrimenti specificati». Cosa potrà esserci dietro questa dizione?

E’ chiaro che qualcosa in più si può dedurre dalle classificazioni CER ma occorre approfondire. Va chiarito e discusso tutto: ogni voce, caso per caso. Di certo sarà nostra cura prendere in esame uno per uno i codici CER per decodificare meglio il documento di Herambiente. Tuttavia la classificazione «non pericoloso» – lo ribadiamo – è cervellotico/burocratica se attribuita anche a sostanze (facciamo l’esempio del carbon-black) classificate dalla IARC come 2B vale a dire «possibile cancerogeno».

Veniamo ad alcuni punti salienti:

  1. dei rifiuti non specificati altrimenti, abbiamo detto;
  2. del carbon black pure ma non si tratta certamente dell’unica sostanza classificata dalla IARC – agenzia di ricerca sul cancro (di Lione) – come «possibile cancerogena»
  3. anzitutto si prevede esplicitamente la presenza di amianto; nell’ordine di >7.500 tonnellate annue; non si specifica se vi sarebbe accoglienza per tutti gli amianti o solo per il crisotilo; per la Ausl, visto la pratica emersa nel controllo dell’acqua potabile, sembra che tutti gli amianti si equivalgano; sorprendono due questioni: a) davvero ci sono garanzie che la quantità conferita sarà di “sole” 7.500 tonnellate annue? come si fa a escludere che “al bisogno” non aumentino? b) la “brillante” proposta di Herambiente è inserita in un piano di programmazione regionale o è creazione in cui alla fine il proponente coincide con il decisore? Peraltro: si vuole “discaricare” sui cittadini di Baricella il peso della indecisione delle istituzioni (che dura colpevolmente quantomeno dalla metà degli anni novanta del secolo scorso) circa l’alternativa (per l’amianto) tra discarica e trattamento termico; di altri rifiuti, trattati termicamente, si prevede l’arrivo a Baricella; perché il problema, per l’amianto, lo si continua a rimuovere? Peraltro del fatto che amianto sotterrato (tubazioni dell’acqua cosiddetta “potabile”) a Baricella ce ne sia già abbiamo già parlato
  4. pitture e vernici di scarto che non contengono solventi e sostanze pericolose; si allude a sostanze assenti ma non si specifica quali siano quelle presenti;
  5. scarti di materiali in fibra a base di vetro; occorre che sia chiaro se si fa riferimento anche a fibre di vetro di vecchia generazione;
  6. polveri e particolato; indicazione troppo generica, occorre specificare quali polveri e quale particolato:
  7. fanghi e residui di filtrazioni; quali contenuti?
  8. pastiglie per freni diverse da quelle di cui alla voce 160111; ci si riferisce all’assenza di amianto; ma quali solo le fibre alternative: kevlar?
  9. componenti non specificati altrimenti: formula emblematica della nebulosità dei dati contenuti nella proposta;
  10. pietrisco per massicciate ferroviarie, visto che in Italia le istituzioni hanno continuato a ritenere lecito coltivare cave di pietre verdi (ofioliti) anche se contenenti amianto in cosiddette “piccole quantità”; ma la voce va approfondita
  11. refrattari provenienti da lavorazioni metallurgiche: occorre specificare meglio il contenuto; è presente silice libera cristallina?
  12. rifiuti misti diversi da 170106; altra formula nebulosa che necessita di approfondimento;
  13. carbone attivo esaurito: vuol dire carbone attivo utilizzato come filtro, dunque carbone attivo intasato: da cosa?

Nel progetto viene chiesta deroga per arsenico, bario, cromo totale, molibdeno, nichel, piombo, antimonio, selenio, zinco, cloruri, fluoruri, solfati, DOC (carbonio organico disciolto): occorre specificare le motivazioni della richiesta delle deroghe: il profilo tossicologico delle singole sostanze (diverso per esempio tra cromo esavalente e cromo trivalente) e la loro provenienza.

L’argomento «rifiuti non pericolosi» – a prescindere dall’aggravante dei «pericolosi» pure inclusi nel progetto (amianto e altre 4 voci) – è un argomento complesso e variegato. Non è un caso che siano stati eseguiti, nelle ultime settimane, accertamenti e contestazioni su rifiuti industriali la cui pericolosità era stata sottovalutata fino addirittura a essere venduti come materia prima invece che essere trattati e smaltiti come rifiuti. Le cronache, anche giudiziarie, sono a conoscenza dell’opinione pubblica in quanto notificate anche dai media.

Che la contrarietà dei cittadini sia motivata lo si può comprendere anche se non si è “addetti ai lavori”. Tutti intuiscono infatti che se i fumi degli inceneritori – “depurati” – danneggiano la salute, quel che i filtri hanno trattenuto (ed è destinato alla discarica di Baricella) è ancora più pericoloso di quel che ha superato il filtro…

PROPONIAMO DUNQUE UNA MORATORIA CHE CONSENTA A TUTTE LE PARTI DI AVERE INFORMAZIONI DETTAGLIATE ED ESAUSTIVE AL FINE DI PARTECIPARE A UNA NUOVA E APPROFONDITA “CONFERENZA DEI SERVIZI”.

Avevamo in animo di offrire la nostra consulenza al Comune di Baricella ma dopo la notizia del ritiro dell’incarico a un altro consulente “volontario” ci sorge il dubbio che il Comune e il sindaco non siano interessati.

RIMANIAMO A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI.

I nostri obiettivi sono semplici: trasparenza, difesa della salute, partecipazione democratica.

Bologna, 15.12.2017

(*) Vito Totire è medico del lavoro, portavoce di AEA- associazione esposti amianto e rischi per la salute

(**) cfr Rifiuti (non) pericolosi: non bari-amo a Baricella…

L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – rimanda a un concerto degli Assalti Frontali che hanno dedicato la canzone «Asbesto» alle vittime dell’infinita (e impunita) strage di Casale Monferrato. Ecco i primi versi: «Non potevi vederlo ma dovevi saperlo / Milletrecento volte più sottile di un capello / Da un po’ di tempo guardo in alto vedo i tetti con occhi diversi / I tetti vicini e quelli più lontani e persi / Guarda è lì, guarda quanto, guarda quanto amianto / Siamo circondati e stasera ho un concerto e canto /
Arrivo al capannone, vedo il soffitto / Il cuore batte, chi sta più zitto?». Più avanti il ritornello (che può valere per i tanti luoghi dell’Italia avvelenata, anche in Emilia-Romagna) più volte scandisce: «Tutti sanno che c’è / Tutti sanno che c’è / Tutti sanno che c’è / Asbesto, pochi sanno cos’è». [db]

Redazione
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