Disciplina (di Pabuda)

in assenza d’altre

e più interessanti e remunerate

occupazioni,

presidiamo.

nonostante la mancanza

di personale sufficiente,

con attrezzatura

assai carente…

non fa niente

pur in difetto

del richiesto know how,

presidiamo.

senza sapere cosa

presidiamo.

ignorando i precedenti,

i presupposti

e gli antecedenti

(accidenti!) presidiamo.

senza telefono,

né collegamenti

presidiamo:

per la tranquillità dei capi

e il sonno sereno

d’una fitta gerarchia

gelatinosa di superiori,

presidiamo.

tanto per far figura

presidiamo:

senz’armi convenzionali

ma dotati d’ordigni modernissimi

e letali, quaggiù noialtri

presidiamo.

senza motivo

apparente,

senz’alcuna spiegazione

convincente,

per fede, praticamente,

noi presidiamo, disciplinati,

questo posto vuoto, senza nome

ma noto,

caldo assolato afoso umido schifoso

colle nostre divise invernali

di feltro e cartone pressato

disciplinatamente presidiamo:

pronti a incenerire

chiunque s’azzardasse

a varcare il cerchio rosso,

col gessetto tracciato

a delimitare lo spazio

ch’abbiamo l’ordine

preciso, circostanziato

e irrevocabile,

di presidiare.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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