Discorso sui freni delle carrozze ferroviarie e altri mezzi

di Vito Totire

Va a fuoco il sistema frenante di carrozze ferroviarie…e proprio a Viareggio !
Il problema è sempre “arrivare il giorno prima” come si dice nell’atto costitutivo della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO.
Piena solidarietà ai lavoratori e ai cittadini !

La notizia giunta in queste ultime ore da Viareggio è inquietante anche se le cronache giornalistiche sono scarne.
La Toscana, dicono recenti osservazioni epidemiologiche, è in vetta nei consumi di ansiolitici e tranquillanti nelle regioni italiane. Un “mercato” che prolifera , con relativi profitti economici, avendo come terreno di coltura il distress indotto dalle relazioni sociali liberticide e ansiogene e dalle costrittività che subiamo tutti i giorni.

Ma torniamo ai freni. La “notizia” ci induce ad esprimere solidarietà e vicinanza ai cittadini di Viareggio già colpiti da una strage del 29 giugno 2009 e per i quali, senza volere enfatizzare, questo recentissimo evento potrebbe evocare (o ha già effettivamente evocato) un reazione da “deja vu”.
Nel disturbo post-traumatico da stress, infatti, la memoria (visiva, olfattiva, anche la memoria nel senso del “ricordo” e quindi la semplice “notizia”) può riattivare sofferenza e disagio; come sofferenza e disagio ha causato nella popolazione di Casale Monferrato la notizia che la università statunitense di Yale ha conferito una onorificenza al principale imputato del processo Eternit !

Per questo il primo sentimento che induce la vicenda dell’incendio (“senza gravi conseguenze” dicono i commenti giornalistici, come spesso accade, “superficiali”) è quello della vicinanza e della solidarietà nei confronti dei cittadini di Viareggio per quello che hanno già subito e subiscono ancora per non aver ottenuto quello che ogni essere umano può considerare o definire giustizia (diciamo “terrena”).

E torniamo dunque alla questione dei “freni”, questione che, ovviamente, significa “prevenzione”.
Torniamo con alcuni interrogativi e osservazioni che preludono alla costruzione di una azione di miglioramento:

  1. In che misura possiamo o dobbiamo limitare il ricorso alle fonti fossili di energia con i rischi che la loro manipolazione e il loro trasporto comportano? Il carico di Viareggio era GPL …
    Abbiamo peraltro a mente la manifestazione nazionale indetta a Piombino per l’11 marzo 2023 !
  2. Se proprio dobbiamo ancora gestire questi trasporti con relativi rischi cosa possiamo fare per ridurli “per quanto tecnologicamente fattibile”?
  3. E qui veniamo in specifico ai “freni”:
    3 a) da un po’ di tempo questi eventi sono aumentati di frequenza?
    3 b) se sono aumentati (al momento è solo un’ipotesi) a cosa questo è attribuibile?
    3 c) anche in questo caso, al momento, è possibile fare solo ipotesi (che proponiamo alla attenzione del “gruppo omogeneo” dei macchinisti).
    Occorre sottolineare infatti che vari elementi inducono ad approfondire: ai lavoratori viene richiesto di effettuare la cosiddetta “prova freni” , prova che, chiunque di noi usi una automobile, abitualmente, non fa perché non necessaria. Dunque la “prova freni” risulta un qualcosa di un po’ “nebuloso”; da tempo infatti ci chiediamo quale sia la “ratio” di questa “prova freni” e ce lo chiediamo anche con la “preoccupazione” che si tratti di una forma di sovraccarico lavorativo evitabile.
    Ai lavoratori poi viene richiesta una particolare “vigilanza acustica” al fine di percepire eventuali rumori anomali (un compito particolarmente stressante in quanto si chiede di percepire rumori anomali facilmente occultati da altri rumori che li coprono rendendoli appunto difficili da percepire).
    Che senso ha questa “vigilanza” acustica e in che misura è evitabile in quanto forma di sovraccarico lavorativo , anche alla luce della grande “propaganda” che le istituzioni vanno facendo da tempo sui miracoli della “sensoristica” ?
    3 d) può essersi verificato un cambio di materiali nella composizione dei freni all’origine dei problemi attualmente riscontrabili?
    Trattandosi, anche in questo caso, di ipotesi, al momento, non ci soffermiamo anche per non fare analogie “azzardate” con la “evoluzione” dei materiali frenanti utilizzati per le automobili.
    Va comunque affrontata la questione del “rischio kevlar” un materiale che possiamo considerare (allo stato attuale delle conoscenze) meno aggressivo dell’amianto ma sicuramente non innocuo né inerte. Anzi, è un materiale dimostratosi cancerogeno per l’animale”.

Certo continueremo ad “indagare” stante anche l’atteggiamento di “indifferenza” delle istituzioni la cui prassi è quasi sempre quella di porsi il problema “il giorno dopo” e quasi mai “il giorno prima”.

Quali che siano le cause del grave e inquietante episodio di Viareggio e degli altri “inconvenienti” segnalati dai macchinisti e qui sommariamente descritti e, tornando ancora con la memoria alla strage del 29 giugno 2009 , come lavoratori e come cittadini, in quanto creditori di sicurezza, esigiamo che la vigilanza, la corretta manutenzione e la prevenzione rappresentino e rimangano la strada maestra che non si deve mai abbandonare.

Ancora esprimiamo solidarietà e vicinanza ai cittadini di Viareggio, al comitato “il Mondo che vorrei” , ai lavoratori di CMC cargo e a tutti i ferrovieri.
DATORE DI LAVORO E ISTITUZIONI DEVONO RISPOSTE!
Proseguendo nella nostra strategia di “non delega”, a fronte della loro palese inerzia, portiamo avanti le nostre istanze e le nostre indagini.

Vito Totire è medico del lavoro e portavoce della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO (Via Polese 30 40122-Bologna).

alexik

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