Dogtooth – Yorgos Lanthimos

(visto da Francesco Masala)

dopo 11 anni arriva in sala Dogtoothla storia è quella di una famiglia che cresce i suoi figli nell’inganno, in una reclusione dorata, senza contatti con l’esterno, che non è altro che minaccia.

libertà e sicurezza sono due incognite da risolvere, in quella famiglia si sceglie, senza mezze misure, l’assenza di libertà in cambio della totale sicurezza, che a pensarci bene sono le due istanze del discorso, anche, politico dei nostri tempi, libertà e sicurezza, grandezze inversamente proporzionali nei discorsi politici; maggiore sicurezza in cambio di minore libertà è la promessa/minaccia dei politici di tutto il mondo.

ottimi attori, per un film ormai di culto, attori che poi hanno girato pochissimi film.

“è un film politico?” si chiede qualche spettatore. 

ognuno risponda come crede, dopo aver visto il film, è in sala, per poter vedere nel posto giusto un film che sarebbe un peccato perdersi.

buona (imperdibile) visione.

ps: mi associo al rimprovero/ironia di Arturo Ripstein, autore de El castillo de la pureza, per  non essere mai stato citato da Lanthimos, fra le fonti d’ispirazione di Dogtooth.

https://markx7.blogspot.com/2020/09/dogtooth-yorgos-lanthimos.html

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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