Domani con 20 euro..

in edicola per «il manifesto»: in difesa di quella poca informazione libera che è rimasta in Italia

di Gian Marco Martignoni   (e con una nota di d. b.)

 

Da lettore quarantennale del quotidiano comunista «il manifesto» volevo portare a conoscenza i lettori e le lettrici del blog che è decollata in questi giorni una sottoscrizione finalizzata a formulare un’offerta d’acquisto congrua ai commissari liquidatori della testata, liberandola quindi dalle ipoteche del passato.

Tutte le informazioni relative alla sottoscrizione si possono trovare cliccando su miriprendoilmanifesto.it o acquistando il quotidiano in edicola.

Come è noto la situazione dell’editoria è più che preoccupante, poiché – per via del calo costante dei lettori e della pesante riduzione del fondo per l’editoria – si è passati dalle 6.808.501 copie vendute nel 1990 alle 3.722.600 copie vendute nel 2013, con una pesante emorragia di posti di lavoro dovuta alla chiusura di molte testate locali e nazionali.

In un contesto di siffatta natura credo non sfugga a nessuno l’importanza che rimanga in vita un’esperienza unica, indipendente e controcorrente come quella de «il manifesto», anche perché in tempi segnati dalla cosiddetta globalizzazione capitalistica e delle devastanti politiche d’austerità in chiave europea, vi è la necessità di una testata in grado di dare voce a quella sinistra non rassegnata all’ideologia omologante del pensiero unico liberista. (Varese, 11.11.2014)

UNA PICCOLA NOTA

Condivido l’appello di Gian Marco e aggiungo che da domani la sottoscrizione chiede a chi va in edicola di comprare – per un giorno – «il manifesto» a 20 euro (o euri, come si dice qui) per sostenerlo. Come sa chi passa spesso qui in blog, io ho molte riserve su «il manifesto» ma da molti anni dico (lo dicevo perfino quando ci collaboravo) che «fa schifo… ma è comunque la cosa meno schifosa (adesso con «Il fatto») e più libera da leggere che esiste in Italia». Inoltre il mercato è truccato e dunque in realtà i supposti grandi quotidiani sono finanziati dallo Stato in molte maniere, la pubblicità per dirne una, mentre quelli piccoli e/o scomodi sono strangolati, fra l’altro attraverso gli alti costi della carta e vari meccanismi perversi. Ma ne riparleremo. Domani anche io – con un certo magone visto che sono un pensionato da 700 euri al mese – darò a «il manifesto» i miei eurini; per poi probabilmente arrabbiarmi, mezz’ora dopo, con qualche articolo mal fatto o non fatto… ma questo è tutto un altro discorso. (db)

Redazione
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