Don Andrea Gallo, compagno
di Mauro Antonio Miglieruolo
Ora che è morto può essere elogiato. Solo ora, per certuni.
Gli amici lo ricordano e ricorderanno con affetto, i nemici (o gli indifferenti, quelli odiosi né carne né pesce), potranno mettere nel cassetto le armi dialettiche e unirsi al coro degli apprezzamenti. Tanto, danni da lui non ne potranno ulteriormente ricevere.
Canaglie, politici e Datori di Miseria dormiranno dunque sogni più tranquilli: uno in meno dal quale guardarsi. Uno che, se del caso, potranno affermare abbia detto quello che piacerà a lorsignori far sembrare sia stato detto. Cioè sicuramente l’esatto contrario del lascito di questo straordinario uomo, entrista per decenni nella chiesa cattolica riuscendo a rimanere fedele (dobbiamo credere ai miracoli?) al messaggio evangelico. Leggetevelo questo messaggio. Verificherete che tutto ciò che vi è scritto è sistematicamente violato dalla Chiesa di Roma. Esempio: l’eguaglianza tra tutti i fedeli, gerarchie incluse (tra voi non vi sarà chi è più in alto e chi più in basso); l’invito alla povertà (Dio provvede a tutti); a non caricare di precetti le persone (come facevano i farisei falsi e bugiardi); l’affermazione della dignità di ognuno e l’impossibilità di chiunque a ergersi a giudice del prossimo (chi è senza peccato scagli la prima pietra). Gli esatti precetti che hanno guidato l’opera di Don Gallo.
Cristiano vero, non per benedizione ecclesiale. Amico dei poveri, fedele agli ultimi, certo; ma soprattutto fedele al motto di Don Lorenzo Milani: I care. L’esatto opposto del detto fascista: me ne frego. Don Gallo se ne fregava, eccome. Per lui la vita era interesse per i problemi degli individui e perciò autenticità e lotta. Era coerenza, era lettura non giustificazionista della testimonianza degli evangelisti.
Ma basta, delle sue virtù è stato abbastanza detto. Non occorre dilungarsi oltre.
Voglio ancora solo ricordare che le esequie si sono tenute sabato 25 nella chiesa del Carmine, proprio da quella da cui fu allontanato alla fine degli anni ’60!
Ma va bene così, quando va bene che il risultato sia un uomo come te.
Allora, arrivederci Andrea.
Non compagno di strada: compagno a tutti gli effetti.
Uno dei pochi sopravvissuti all’ondata distruttiva che dal Compromesso storico in poi ha sommerso tutti e tutto. Ma sommerso non la speranza. Il fatto che uomini come te abbiano continuato ignorando il credo liberista (religione fondamentalista per eccellenza) è segno che non tutto è perduto.
Solo che tutto è da ricominciare.
***
Grazie Antonio, senza ipocrisie. Dongallo ne sarebbe contento.