Donne in nero e campagna Bds

Ricevo (con gran ritardo: è del novembre scorso) questo documento delle Donne in nero (rete italiana) e penso che possa interessare chi passa su codesto blog. Lo “posto” oggi visto che è l’ultimo venerdì del mese lo spazio che qui è tradizionalmente dedicato a quell’Oriente a noi VICINO che però, ignorando persino la geografia, viene definito Medio (db)

Siamo le Donne in Nero, rete italiana, apparteniamo a una rete internazionale che è nata a Gerusalemme per iniziativa di poche donne israeliane che si opponevano con i loro corpi vestiti di nero, il loro silenzio e i loro cartelli e striscioni, all’occupazione illegale dei territori palestinesi che negava i diritti umani fondamentali alla popolazione palestinese riducendo con una escation sempre più veloce, i territori sotto il controllo palestinese, portando morte e distruzione a Jenin e Gaza (per dire le due situazioni più drammatiche). Abbiamo sempre mantenuto relazioni con le DIN israeliane sostenendo la loro lotta, vissuta spesso in isolamento, e con tante donne palestinesi impegnate nella lotta per i diritti della popolazione e la libertà delle donne.

Dopo tanti anni di lavoro insieme, di presenza e ascolto, abbiamo visto un costante e veloce peggioramento della situazione ormai non più tollerabile sia dal punto di vista politico che umanitario e abbiamo deciso anche se in maniera sofferta di aderire alla campagna BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l’economia di guerra israeliana) lanciata da associazioni, movimenti e anche istituzioni governative in Europa e nel mondo in risposta all’appello del Boycott National Committee (BNC), formato da oltre 170 organizzazioni, comitati, partiti e sindacati palestinesi, , e dalla campagna “Boycott from Within”, formata da un vasto arco di associazioni nonviolente israeliane, fra tutte vogliamo citare la Coalition of Women for Peace e la WILPF israeliana.

La campagna BDS coinvolge molti paesi europei ed extra europei e attraverso forme di boicottaggio e invito al disinvestimento e alle sanzioni in nome del rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti della popolazione palestinese, si propone di mettere a nudo la politica di violenta oppressione militare esercitata da Israele e la fiorente economia di guerra che nasce dall’occupazione illegale (sanzionata più volte dall’ONU) da cui traggono grossi profitti lo stato israeliano e numerose imprese non solo israeliane ma anche internazionali come denuncia il sito “WHO Profits” della Coalition of Women for Peace, tutto questo sottraendo le risorse che appartengono alla popolazione palestinese.

Per tutto questo vi invitiamo a leggere l’appello e ad aderire se siete d’accordo mandando l’adesione come singole o come associazioni a: info.bsdbologna@gmail.com

Insieme ad altre numerose associazioni abbiamo costituito coordinamenti per realizzare la campagna e abbiamo già fatto volantinaggi, azioni informative verso consumatori, campagne verso la COOP che vende prodotti israeliani anche provenienti da territori occupati, nei siti indicati trovate tutta la storia, aderiamo alla Israeli Apartheid Week che è alla settima edizione e che a livello internazionale propaganda la campagna BDS, inviti a personalità della cultura a non partecipare ad eventi in Israele, spesso con successo; aderiamo anche alla campagna StopAGREXCO per boicottare questa cheè la maggiore azienda di commercializzazione dei prodotti “israeliani” spesso provenienti dai T.O.

 

 

 

“Adesione delle Donne in Nero -rete italiana- alla campagna BDS”

 

Apparteniamo alla rete internazionale delle Donne in Nero, la nostra azione nel mondo è quella di opporci alle guerre, a ogni tipo di violenza, nella convinzione che ogni conflitto possa essere agito con il confronto, il dialogo nel rispetto dei diritti umani, sociali, politici.

Siamo da più di venti anni impegnate per una pace giusta in Medio Oriente, una pace che applichi il diritto e la legalità internazionale,  mettendo fine alla politica coloniale israeliana e alle continue violenze, sofferenze e punizioni collettive subite dalla popolazione palestinese, messe in atto dal governo, dai coloni e dall’esercito israeliano, causate dall’occupazione illegale dei territori palestinesi, dalla politica di apartheid e dall’assedio della Striscia di Gaza.

Ci siamo recate più volte in quelle terre, abbiamo ascoltato le donne israeliane e palestinesi, abbiamo lavorato con loro cercando di creare o rafforzare relazioni. Le Donne in Nero israeliane si sono formate immediatamente all’inizio della prima Intifadah opponendosi all’occupazione voluta dal loro governo e dando vita allo stesso tempo al nostro movimento. Abbiamo sostenuto in Italia e nel mondo la loro lotta e quella delle donne palestinesi.

Siamo andate ai check point a protestare con loro, abbiamo fatto parte di delegazioni internazionali in appoggio ai movimenti pacifisti e alle lotte nonviolente della popolazione palestinese; dopo il massacro di Gaza del 2008/09, in cui l’esercito israeliano si è macchiato di gravissimi crimini di guerra (1.400 morti fra cui 400 bambine/i) la situazione si è fatta molto più grave.

Per questo noi Donne in Nero della rete italiana, dopo meditata e spesso sofferta discussione, abbiamo deciso di aderire alla campagna mondiale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) lanciata nel 2005 dalla società civile palestinese, il Boycott National Committee (BNC), formato da oltre 170 organizzazioni, comitati, partiti e sindacati palestinesi, campagna sostenuta da associazioni, movimenti e anche istituzioni governative in Europa e nel mondo. Appoggiamo inoltre la campagna dell’Autorità Palestinese per il boicottaggio dei prodotti nei Territori occupati, “La tua coscienza, la tua scelta”, attuata attraverso la legge che proibisce la distribuzione e il consumo dei prodotti delle colonie illegali israeliane e la mobilitazione di migliaia di giovani donne e uomini con cui il BNC collabora e l’appello a fare altrettanto negli altri paesi del mondo. Sosteniamo infine la campagna “Boycott from Within”, lanciata a sostegno del BDS da un vasto arco di associazioni nonviolente israeliane, fra tutte vogliamo citare la Coalition of Women for Peace e la WILPF israeliana.

  • Il boicottaggio è una pratica nonviolenta di non-collaborazione all’ingiustizia
  • Il boicottaggio economico si pratica sulle merci prodotte nelle colonie israeliane illegali perché costruite nei Territori Occupati e sulle merci  prodotte da ditte o da multinazionali che sostengono l’occupazione. Cittadine/i, consumatrici/ori rifiutano di acquistare determinate merci prodotte senza rispettare i diritti umani, i diritti del lavoro e le norme ambientali ed esigono l’applicazione integrale degli accordi commerciali  fra UE e Israele e il rispetto della legalità internazionale..
  • Il boicottaggio culturale denuncia gli accordi stipulati da Università, Enti locali e altre Istituzioni italiane per collaborazioni tecnologiche, scientifiche e culturali  con Istituzioni israeliane compromesse con l’occupazione. Il Governo israeliano infatti utilizza il mondo universitario, i film, le opere letterarie, il turismo ecc. per promuovere l’immagine di un paese normale, in pace, felice, democratico che cancelli quella di una potenza occupante che opprime e viola sistematicamente i diritti del popolo palestinese. Naturalmente il boicottaggio culturale non intende essere applicato a chi sostiene la lotta nonviolenta contro l’occupazione militare e l’applicazione del diritto internazionale
  • Come cittadine italiane chiediamo l’abrogazione degli accordi militari con lo Stato d’Israele. La collaborazione attuale dello Stato italiano con un regime oppressivo come quello israeliano è una luce verde all’attuazione di altri crimini e alla violazione di altri diritti del popolo palestinese.

Il boicottaggio non è contro la popolazione israeliana e meno che meno contro gli ebrei, ma contro il governo israeliano, contro l’occupazione militare dei Territori Palestinesi e gli insediamenti di coloni sempre in aumento, contro l’economia di guerra. Ad esso associamo iniziative per il diritto allo studio delle/dei giovani palestinesi e ci impegniamo a mantenere contatti con donne israeliane e palestinesi che sostengono la campagna BDS e a promuovere loro interventi in Italia.

Crediamo che il BDS sia uno strumento necessario per fermare la politica di espansione coloniale israeliana, uno strumento per rendere Israele e la Comunità Internazionale responsabili delle violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani; crediamo sia anche uno strumento di comunicazione per far conoscere la reale situazione della Cisgiordania e di Gaza.

 

Novembre 2010

 

Per informazioni scrivere a:

info.bsdbologna@gmail.com

e consultare:

www.stopagrexcoitalia.org

http://donneinnero.blogspot.com/

http://donneinnerobologna.blogspot.com/

www.facebook.com poi bds bologna

http://coalitionofwomen.org/home/english

http://www.whoprofits.org/

www.bdsmovement.net

www.boicottaisraele.it

www.pacbi.org

www.inventati.org/bds-pisa

http://www.forumpalestina.org/Boicottaggio.asp

 

Redazione
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