«Don’t Panic, please…

Dio non esiste. Ok, Panic»

Considerazioni su Douglas Adams, gli autostoppisti, tutto il pesce ma anche la prova dell’esistenza divina ontologicamente non dimostrata

di Fabrizio («Astrofilosofo») Melodia   

«In molte delle civiltà meno formaliste dell’Orlo Esterno Est della Galassia, la Guida galattica per gli autostoppisti ha già soppiantato la grande Enciclopedia galattica, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutta la scienza, perché nonostante presenti alcune lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica Enciclopedia: Uno, costa un po’ meno; Due, ha stampate in copertina, a grandi caratteri che ispirano fiducia, le parole “NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO”. […] E, nel caso che ci fosse un’inesattezza fra quanto riportato nella Guida e la Vita, ricordate che in realtà è la vita a essere inesatta»: Douglas Adams in «Guida galattica per gli autostoppisti».

Conobbi Douglas Adams in maniera alquanto rocambolesca, se non a dirla tutta casuale, al tempo in cui frequentavo l’università Cà Foscari a Venezia e mia tappa preferenziale per studiare, soprattutto in tempo d’estate, era la dogana e la riva delle Zattere, nelle afose giornate: era una libreria specializzata in fantascienza, cosa che mi attirava puntualmente le risate e lo scherno di molti miei compagni di studio, che mi reputavano un originale, quando andava bene, e un matto senza basi di logica se buttava male.

In una di quelle giornate in cui prendeva piede il secondo caso, partivo per le mie passeggiate filosofiche insieme a un vecchio compagno di studi che doveva farsi prete, quindi si discuteva dell’argomento principale della nostra facoltà, la prova ontologica – ottenuta dunque con il solo uso della Ragione e non per un mero atto di Fede – riguardo all’esistenza di Dio.

In verità, per coerenza con la facoltà di filosofia – che all’epoca risiedeva a San Sebastiano, presso l’imbarcadero di San Basilio – il problema s’incentrava tutto sullo scontro fra il Dio dei nostri padri, il Dio dei Matematici e l’Essere di Parmenide, quello più incrollabile, in quanto è e non può non essere, per definizione di pensiero, pena cadere nel baratro della contraddizione, una brutta sub-routine paragonabile alla violazione, per un robot positronico, della Prima Legge della Robotica del buon Asimov, con conseguente frittura del cervello.

Fatto sta che, come al solito, discutevo e argomentavo con questo mio compagno di sventura; le ombrose calli veneziane ospitavano le nostre peripatetiche (più patetiche che altro) passeggiate filosofiche, le quali puntualmente si risolvevano con una bella cicchettata (termine veneziano con cui si suole indicare un bacaro, osteria del luogo, in cui si pranzava con ottimi spuntini e si beveva dell’ottimo vino) e una visita alle librerie, con conseguente brontolio da parte sua per la mia predilezione verso Solaris, luogo di perdizione fantastica dal sentiero augusto della logica filosofica.

Mentre ero intento a perdermi tra fumetti e libri, cadde – non so come – sul mio zainetto, un libro dalla copertina colorata e dalle dimensioni contenute, di quelli che possono abitare le tasche degli abiti senza far trapelare nulla all’esterno.

Rigirai quello strano oggetto fra le mani, il titolo era assolutamente risibile, «Guida galattica per autostoppisti» di un certo Douglas Noel Adams, scrittore britannico, come appresi dal risvolto di copertina (nato a Cambridge in data 11 marzo 1952): quel libro era l’adattamento dell’omonima trasmissione radiofonica in sette puntate – più altre successive – andata in onda la prima volta sulla Bbc Radio nel 1978, dando così inizio a una nuova fase della fantascienza umoristica.

Dal risvolto appresi inoltre che Douglas Adams aveva un curriculum di tutto rispetto e una mente decisamente aperta a ogni avventura; a quel tempo non avevo ancora coniato il termine «Astrofilosofo», come avrebbe detto il suo investigatore olistico Dirk Gently, ma è grazie alla profonda ammirazione – nutrita negli anni e nelle letture – per lui che cominciai a nutrire ambizioni di scrivere una o più guide galattiche per aspiranti Astrofilosofi (ex autostoppisti).

Fu così che, nell’introduzione alla mia tesi di laurea in filosofia politica, scrissi nel titolo dell’introduzione: «Guida galattica per Astrofilosofi». Fu per lui, lo ammetto.

Adams fu una persona davvero vulcanica ed esplosiva, aperta al futuro e ai nuovi mezzi di comunicazione, con uno sguardo a tutto campo da far impallidire Albert Einstein e/o Umberto Eco. Fin da giovanissimo si interessò di letteratura, musica, teatro e scrittura umoristica. Dopo la laurea in Letteratura Inglese, Adams venne coinvolto nella realizzazione di alcune serie televisive inglesi. Inizialmente lavorò con Graham Chapman, curando la stesura di uno degli episodi del «Monty Python Flying Circus». In seguito, come soggettista per la Bbc, curò soggetto e copioni per la serie «Doctor Who». Nel corso degli anni conobbe e divenne amico dei Monty Python e dei Pink Floyd, soprattutto ottimo amico del chitarrista David Gilmour e per il suo quarantaduesimo compleanno fece una apparizione come ospite a uno dei concerti dei Pink Floyd a Londra, suonando alla chitarra acustica «Brain Damage» ed «Eclipse».

Adams diede inoltre il titolo all’album «The Division Bell», prendendo parole a caso dai testi di una delle canzoni, oltre a dare il titolo a una delle canzoni cult del gruppo britannico, «Wish you were here».

Quel suo libro – «Guida galattica per autostoppisti» – è piena di invenzioni linguistiche geniali, di manufatti straordinari e di personaggi assolutamente bizzarri, come di una critica ai costumi e alle nevrosi della società moderna.

A esempio così Adams sugli asciugamani per astro-viaggiatori. «L’asciugamano forse l’oggetto più utile che un autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini–zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); infine potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente».

Assolutamente gustosa, terribilmente british, un umorismo che non conosce pari. Forse solo Robert Sheckley, Fredric Brown o un certo Theodor Sturgeon hanno saputo, con esiti diversi, tener testa al suo fanta-humor.

Solo un uomo che amava profondamente la tecnologia e credeva fortemente nella comunicazione multimediale poteva trasformare la sua opera prima dalla radio al libro, al videogame, al teatro e infine (ma uscì postuma nel 2005) alla riduzione cinematografica. Un altro modo per far uscire la fantascienza dagli angusti spazi della seriosità, di restituirle la vena caustica e iconoclasta.

Vorrei qui ricordare anche l’investigatore privato olistico Dirk Gently, apparso in due romanzi, e i libri «The Meaning of Liff» e «The Deeper Meaning of Liff», scritti insieme a John Lloyd, in cui compare una specie di vocabolario, dove a una serie di nomi di città viene assegnato un significato, per nominare «concetti comuni per i quali non esiste ancora una parola». Oppure «L’ultima occasione» («Last Chance to See»): è un resoconto del 1990 di un suo viaggio per il mondo in cerca di specie animali in pericolo (Adams aveva a cuore in particolare la sorte dei gorilla e dei rinoceronti, per i quali finanziò iniziative internazionali di tutela) di cui sono state realizzate serie di documentari radiofonici e televisivi.

L’ultimo romanzo, «Il Salmone del Dubbio», è rimasto incompiuto ed è stato pubblicato postumo, insieme a una serie di saggi e articoli (alcuni inediti in precedenza) da lui scritti. Avrebbe dovuto essere il sesto episodio della «Guida» e costituirne il nuovo finale, oppure il terzo episodio di «Dirk Gently» o ancora qualcosa di completamente diverso, almeno secondo le sue stesse parole.

Morì l’11 maggio 2001 a 49 anni, per un attacco cardiaco.

Le stelle lo piangono ancora mentre nel cosmo, mi piace pensare, si possono udire le musiche dei Pink Floyd che accompagnano la corsa di questo simpatico e iconoclastico umorista della fantascienza e dintorni.

Da Astrofilosofo ad Autostoppista, addio e grazie per tutto il pesce. Si ode in lontananza la musica della canzone «High Hopes» dei Pink Floyd (dall’album «The Division Bell»): hai insegnato a molte/i a sorridere e far sorridere.

Per tutti gli autostoppisti che volessero avventurarsi nel suo mondo, ecco di seguito le opere: dove reperibile, ho inserito il titolo della pubblicazione italiana, l’anno tra parentesi è quello della prima edizione inglese.

Serie della «Guida galattica»

  • Guida galattica per gli autostoppisti”, Milano, A. Mondadori, 1980 (1979).
  • Ristorante al termine dell’Universo”, Milano, A. Mondadori, 1984 (1980).
  • La vita, l’universo e tutto quanto”, Milano, A. Mondadori, 1984 (1982).
  • Addio, e grazie per tutto il pesce”, Milano, A. Mondadori, 1986 (1984).
  • Praticamente innocuo”, Milano, A. Mondadori, 1993 (1992).
    • include: “Sicuro, sicurissimo, perfettamente sicuro” (1986) a partire dalla terza ristampa.

Tutti i romanzi della Guida e il racconto breve sono stati raccolti in:

  • Guida galattica per gli autostoppisti. Il ciclo completo e un racconto inedito”, Milano, A. Mondadori, 2000.

Serie di «Dirk Gently»

  • Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica”, Milano, Mondadori, 2012 (1987).
  • La lunga oscura pausa caffè dell’anima”, Milano, Mondadori, 2011 (1988).
  • Il salmone del dubbio”, Milano, A. Mondadori, 2002

Altre opere

  • The Meaning of Liff” (1983, con John Lloyd)
  • The Hitch-Hiker’s Guide to the Galaxy: The Original Radio Scripts”(1985)
  • The Utterly Utterly Merry Comic Relief Christmas Book”(1986)
  • The Deeper Meaning of Liff”(1990, con John Lloyd)
  • L’ultima occasione” (Last Chance to See, 1990, con Mark Carwardine), Milano, Geo, 1991
  • Douglas Adams’s Starship Titanic” (scritto da Terry Jones su soggetto di Adams, per il videogioco omonimo creato da quest’ultimo)

 

Redazione
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3 commenti

  • Marco Pacifici

    Un vuoto immenso e dilaniante: ma come è possibile morire a 49 anni…gli Umani belli se ne vanno sempre troppo presto. (i pezziddimmerda campano cent’anni…dio esiste? se fosse è un fascio e pure infame.) sto rileggendo per la centoquattresima (???)volta La vita l’universo e tutto quanto (poi ripasso per la duecentotredicesima volta gli altri…)

  • completamente concorde con te, Marco Pacifici. E qualche buontempone cattolico viene pure a dirti che “muore giovane colui che al ciel è caro”. Temo che non abbia compreso la sottile ironia, se Dio esiste, è un egoista alquanto sadico, che mantiene questo pianeta con la stessa volontà di coloro che continuano a mantenere zone ad alto tasso di guerra.
    Leggi e rileggi il buon Adams, con lo spirito caustico e umoristico di cui tutti dovremmo essere capaci. Purtroppo ci vuole molto spirito critico, qualità che di questi tempi scarseggia in abbondanza, visto il veleno che circola.

  • Marco Pacifici

    Mi sei Caro Fabrizio Melodia, come gli scripti che pubblichi e di cui faccio tesoro:ho una libreria indipendente strapiena di libri a Tuscania incantevole cittadina etrusca, sempre aperta soprattutto sabato e domenica (quando ci sto anche io):naturalmente sulle duecento volte esageravo(sono non per nulla un’Anarchico Delinquente Solidale), arubbo ore al sonno che se dovessi leger tutto quel che Adoro dovrei viver come il Ford e l’Adam su Betelgeuse un milione di anni … luce… (il problema non è il tempo ma lo spazio…o il…contrario?)

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