Dossier FS 14 – La Mappa del Futuro 1

La mappa del futuro: uno sguardo alla fantascienza dal 1984 ad oggi
Cyberpunk, distopie, new space opera, viaggi nel tempo e postumanesimo
di Giovanni De Matteo

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1. Premessa

La fantascienza degli ultimi trent’anni offre un panorama variegato,

in continuo adattamento sotto la spinta di forze tettoniche e agenti atmosferici. Dal sottosuolo la New Wave ha continuato a esercitare una pressione benefica, come dimostrano gli esiti migliori del cyberpunk, con strascichi che si estendono fino al recentissimo filone postumanista, mentre i venti del mondo reale – alimentati soprattutto dal ritmo del progresso – hanno plasmato l’immaginario degli autori, vincolandolo all’evoluzione tecnologica che ha modificato e continua a plasmare di anno in anno il nostro modo di vivere (si pensi, solo per farsi un’idea, alla diffusione ormai interstiziale di internet, all’integrazione tra dispositivi mobili e rete, ai primi esperimenti di augmented reality).
La sensibilità cyberpunk, se vogliamo, è il fiume carsico che attraversa il territorio letterario di questi anni. Sgorgato nella prima metà degli anni ’80, ha seguito un percorso di superficie per un decennio, per poi inabissarsi nella prima metà dei ’90. Bruce Sterling, riconosciuto come il teorico del movimento, ne decretava la fine nel 1991 in un ideale passaggio di testimone, auspicandone la rigenerazione per mano della nuova leva di autori cresciuti sotto l’influsso del cyberpunk. La sua sensibilità non è scomparsa nel vuoto, si è semplicemente aperta un varco sotterraneo, continuando ad esercitare la sua azione dal sottosuolo. A dimostrarlo è tutta l’esperienza magmatica del postcyberpunk, che ha a sua volta alimentato l’emersione del postumanesimo: non un movimento di autori come era stato in prevalenza il cyberpunk, ma piuttosto una costellazione di opere e titoli che tracciano una mappa stellare del nostro futuro.
Rispetto all’esperienza della New Wave, che si era rivolta in prevalenza a un pubblico di fascia alta, aperto all’innovazione e agli sperimentalismi che proliferarono in quella stagione così creativa e audace, bisogna dire che negli ultimi decenni la science fiction ha saputo anche recuperare e valorizzare la sua originaria vocazione popolare. In virtù delle sue caratteristiche intrinseche, il cyberpunk è stato capace di instaurare un fruttuoso dialogo con gli operatori delle nuove tecnologie, dando voce e fungendo da cassa di risonanza per le loro ansie e speranze. Ma tutta la fantascienza contemporanea è riuscita a intercettare i gusti di una fascia potenzialmente vastissima di fruitori, che spazia dal mondo dei videogiochi al pubblico cinematografico e televisivo, come dimostra il background dei prodotti culturali che hanno scalato le classifiche di vendita nei settori citati (tre casi emblematici molto vicini a noi: il franchise di Mass Effect tra i videogame, il campione d’incassi nelle sale del 2009-10 Avatar, la popolarissima serie TV Battlestar Galactica). Le potenzialità della science fiction sembrano ormai avere ottenuto un riconoscimento pressoché unanime come forma espressiva adatta ai tempi che corrono, veicolo idoneo sia che si voglia fare dell’intrattenimento di qualità sia che si vogliano invece proporre riflessioni più impegnate o politicizzate.
In questa nostra panoramica ci concentreremo sulla fantascienza letteraria. Compilare un best of è impresa rischiosa, specie se si vuol prendere in esame una stagione non ancora conclusa. Non si possono considerare le opere più significative degli ultimi anni come dei fossili: l’importanza di un’opera si misura in fondo proprio dal suo essere ancora vitale e influente a distanza di anni dalla sua prima pubblicazione. Consideriamo piuttosto questo ciclo di articoli come una perlustrazione del territorio e un’identificazione dei rilievi e delle strutture naturali di maggiore interesse per potenziali turisti del futuro.
Con una duplice avvertenza.
In primo luogo: ho deciso di non limitarmi alle opere per cui potevo fare affidamento su un’esperienza di prima mano. Per fornire uno spaccato più aderente all’immagine del genere emersa in questi anni, ho dovuto accettare il compromesso di includere in questa rassegna anche alcuni titoli (per fortuna una percentuale minore sul complesso delle opere citate) che non ho ancora avuto modo di leggere. In questi casi (ma non solo) Wikipedia (http://en.wikipedia.org), il Catalogo Vegetti (http://www.fantascienza.com/catalogo/), i siti e le riviste di settore (Delos SF, SfSite.com, Tor.com) mi sono venuti in soccorso. Come mi fa notare Salvatore Proietti (fonte inesauribile di spunti, che devo ringraziare sia per il soggetto della panoramica che per il continuo confronto, che non ha mai fatto mancare in fase di stesura e revisione), anche questa è una prova della ricchezza prodotta dalla fantascienza di questi anni, capace di porre una sfida insormontabile anche ai lettori meglio intenzionati che se ne fossero prefissi uno studio esaustivo: la varietà di titoli rende l’impresa a dir poco ardua.
In secondo luogo: per ragioni pratiche, limiteremo il punto di vista alle opere uscite in Italia, tralasciando lavori pur importanti che non hanno tuttavia ricevuto il riconoscimento di una pubblicazione nel nostro paese (uno strappo alla regola per le serie, dove segnaleremo anche cicli eventualmente editi solo in parte). La panoramica parte dagli inizi degli anni ’80 e la scelta del 1984 per il titolo è simbolica, legata sia al capolavoro di George Orwell che alla data di pubblicazione di un certo numero di titoli di spicco (come vedremo), ma soprattutto di Neuromancer, il romanzo di William Gibson che ha segnato uno spartiacque nella storia del genere.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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