Dov’è finita la “rivolta cattolica?”

88esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega

Sono cattolico di formazione, scettico e lo rivendico. Lo dico per far sapere che la mia è una critica dal di dentro, sofferta, pensata. Sul quotidiano Avvenire del 21 ottobre mi rincresce e quasi mi risulta riprovevole l’articolo di Simone Maria Sepe: «La libertà senza cittadinanza nella stagione del Green pass».

Vado al dunque bruscamente. Sepe conclude l’articolo con un elogio sfrenato della linea Draghi. Secondo lui «fa bene il presidente del consiglio a tirar dritto per la strada della responsabilità personale e collettiva, senza tentennamenti, come un uomo libero farebbe». Mi son lasciato scappare due righe scritte a penna accanto al finale dell’articolo, uno sfogo incontenibile: «Schifoso neoliberista marcio!». Uso questo articolo come spunto per interrogare l’anima cattolica, o quel che ne è rimasto.

Non sapevo (fin quando non ho fatto una ricerca per un romanzo storico) che nel periodo del regime era uscito un libro di Igino Giordani dal titolo La rivolta cattolica, praticamente un manifesto dell’antifascismo cattolico.

Qui non si tratta di assimilare il green pass e altre restrizioni per l’emergenza sanitaria al fascismo e cose del genere. Seguendo le orme di Gunter Anders, Pier Paolo Pasolini, Ivan Illich penso che fascismo e nazismo siano stati laboratori di qualcosa di più atroce che si è impadronito del nostro immaginario dopo gli anni ‘50 del secolo scorso. Possiamo chiamarlo consumismo, liberismo senza freni o come vi pare. «Dittatura sanitaria» è il termine usato da Illich cinquant’anni fa nel libro Nemesi medica, non in modo complottista o “fantasioso”, ma con dati alla mano inoppugnabili (cosa che Sepe nel suo articolo non fa).

Oggi molti “alienatoidi” definiti no vax sono poco preparati ad affrontare la realtà con dati alla mano ma il fatto che abbiano tanta visibilità (i neo fascisti e i complottisti) è irrimediabilmente una responsabilità, personale e collettiva – adesso ci sta bene mio caro Sepe – di comunisti, sinistrati, equosolidali, iperstatalisti vari di matrice marxista, maoista e guevarista, finanche di certi anarchici e ovviamente di molti cattolici. Parlo per gli ultimi perché ultimamente mi sono “accanito” sui “sinistri sinistrati” (vedi Il green pass visto dal buco della serratura su La Bottega del Barbieri del 4 ottobre).

Come ha fatto notare un papa di nome Francesco i cattolici si dovrebbero rifare allo stile di Francesco di Assisi che abbracciava i lebbrosi. Ma il papa non dovrebbe permettere di far chiudere le Chiese e poi fare la “sceneggiata a Pasqua” (parliamo del 2020) come scrive Giò Rutilante nel capolavoro «In un anno vi siete bevuti», sorta di elenco satirico nello stile di “Quelli che” di Enzo Jannacci (cfr il mio libro A piedi in un mondo sospeso). I cattolici dove sono? Perché non si rivoltano all’articolo di Sepe, un inno vergognoso al neoliberismo più bieco?

Ripenso ai cattolici, anche quelli più “nascosti” nel senso che vivono in essenzialità e preghiera, consacrati e laici, spesso abitanti in Eremi in giro per l’Italia. E penso a quel mio amico che ha abitato in un eremo in piena quarantena. C’era andato prima e non si è potuto spostare nei primi mesi della quarantena del 2020, e mi diceva che era sconvolto da atteggiamenti deliranti di “sorelle francescane laiche”, ultraottantenni, che sono arrivate a far disinfettare le copie di un quotidiano (cattolico ovviamente) che ricevevano dal postino, con la muchina, quindi rovinavandolo! Una metafora forse inquietante di quello che è successo in generale: la muchina mediatica brucia il buon senso e l’informazione che può portare comprensione, Poi c’è l’elemento della fede, della preghiera. Io nell’ultimo anno sono riuscito ad andare in pochissimi eremi, dove ci sono uomini “consacrati”. Non mi hanno mai dato segnali di allarme, delirio o spavento sproporzionato questi uomini consacrati che fanno parte dell’Ordine dei Servi di Maria, legati quindi alle figure, ai messaggi e allo stile di David Maria Turoldo e di Giovanni Vannucci. In altri luoghi dov’ero stato anni fa (monasteri ed eremi ecumenici, aperti, coraggiosi per molti versi) ho trovato atteggiamenti incongruenti con la preghiera e la fede, atteggiamenti del tipo “Se non hai il vaccino non venire” oppure “Non ti dò la mano per ovvi motivi” (nel settembre 2021!). Bisogna davvero rifondare e rivedere le basi, cominciando forse dalla “rivolta cattolica” di Iginio Giordani, grande amico e collaboratore di don Luigi Sturzo. Per rivolta ovviamente non si intende insurrezione popolare, ma almeno un movimento tra cuore e mente che porti a riconciliarsi per davvero con la responsabilità individuale e collettiva, non al ribasso in senso acritico, paralizzante e mortificante, ma al contrario in senso attivo, verso quella covulnerabilità di cui parla Donatella Di Cesare nel libro Virus sovrano? Capitalismo asfittico! (e attenzione: la Di Cesare è una che non ha dubbi, anzi raccomanda il vaccino).

UN PS SULLE «PASSIONI TRISTI» DEI MIEI AMICI CATTOLICI “CENTRISTI”

Cari G. ed E. che mi martellate con le vostre paturnie da fondamentalisti inconsapevoli, io sono votato a fare il capro espiatorio sociale e poi ne faccio canzone o letteratura. Voi lo sapete e me ne date atto, perché siete grandi amici e ci stimiamo al di là di tutto. Entrambi siete cattolici come me, di centro sinistra (G.) e di centro destra (E.) mentre io più anarchico e più socialista. Comunque voi siete due cattolici che si espongono. Quando mi dite panzanate mostruose tipo “Quelli come te state facendo crollare l’economia, perché non vi vaccinate e siete la causa di tutta la sospensione del mondo” (frase di G.) è chiaro che state pisciando fuori dal vaso, ed è caricaturale. Anche E. mi dice cose simili. Fino a un mese fa G. diceva «Sono incazzato con quelli che non si vaccinano e con quelli che protestano contro il Green pass». E scaricava l’incazzatura su di me, ma dovrebbe indirizzarla verso gli intellettuali cattolici e anche (soprattutto) di sinistra. Da più di due mesi vedete in tante città d’Italia migliaia di persone testimoniare la loro contrarietà o perplessità nei confronti di una politica repressiva e con un’impostazione chiaramente neoliberista. Allora domando: il vostro atteggiamento è complice? Se soggetti poco raccomandabili o ideologicamente deboli si prendono o piazze e visibilità mediatica è anche perchè persone come voi (borghesi cattolici e di sinistra) non esprimono una posizione quanto meno ragionata, dubbi o distinguo. Tipo il giovane pizzettaro mio vicino di casa, convinto dei vaccini, ma non convinto per niente del Green Pass (“é una presa per il culo, parliamoci chiaro”).

Tu, amico E., mi parli con il tono di Draghi, quando disse «Non vaccinarsi vuol dire morire e far morire». Un amico mi ha raccontato che suo nipote di 25 anni ad agosto si stava convincendo a farsi il vaccino, poi ha sentito il “famigerato” discorso di Draghi (O vaccino o morte!) e ha cambiato idea perché in quelle parole pronunciate da un presidente del consiglio neoliberista ha riscontrato un atteggiamento talebano travestito da “scientifico”. Lo scientismo è concausa dell’antiscientismo: non lo dico io ma Miguel Benasayag, uno psicoterapeuta argentino, autore fra l’altro del libro L’epoca delle passioni tristi: ecco, mi sembrano passioni tristi le vostre. Comunque amici continuate pure a scaricarle senza filtro, così mi date spunti per andare a fondo… alla tristezza.. E questo a tratti, anche per l’amicizia che ci lega, mi fa sorridere.

QUESTO APPUNTAMENTO

Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]

 

Redazione
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Un commento

  • angelo maddalena

    il fine settimana scorso sono stato a La Spezia a presentare il libro A piedi in un mondo sospeso. Sia la libraia che il gestore della camera che ho preso in affitto mi hanno testimoniato atteggiamenti scettici circa l’andazzo delle cose, la libraia mi ha detto che non legge più giornali, “Solo La Verità” e segue il programma di Mario Giordano, Fuori dal coro (già è la seconda in una settimana, la prima era stata Daniela, un’insegnate di Città della Pieve, alla quale la mia amica Benedicte aveva detto che c’è la Bottega del Barbieri come antidoto a Giordano!). Il tenutario dell’affittacamere è un tipo distinto, parlandoci poi cita Julius Evola e inneggia ai tempi in cui l’Italua contava qualcosa con Mussolini e che oggi molti italiani non sono più “italiani”, perché non danno valore alla propria identità ecc. Nel treno per tornare a Perugia trovo una ragazza con una copia di Internazionale del 29.10.2021 e sfogliandolo ci trovo un articolo a pag. 40 in cui un giornalista inglese che è andato a Trieste nelle ultime settimane racconta l’andazzo delle proteste. A un certo punto dice che “la sinistra non offre un orizzonte per arginare le derive che portano all’alienazione e alla conquista di spazio e potere da parte della Meloni ecc., la sinistra fa un ottimo lavoro per andare contro qualcosa (il fascismo), ma non propone una visione, una causa, nel sesno di lotte o direzione, non osa proporre leggi che la sua base chiede da tempo, lo ius soli, o la legge contro l’omotransfobia”; poi leggo un’intervista a una scrittrice turca, Ece Temelkuran, pubblicata su Il fatto quotidiano del 31 ottobre: A noi progressisti manca il cuore, è il titolo. “Qualcuno si aspettava che nel mio ultimo libro La fiducia e la dignità io esortassi all’azione, che proponessi qualcosa del tipo “Unitevi”. Ma unirsi intorno a cosa? E perché? e come? Finché negheremo il fatto che nei movimenti progressisti di oggi c’è un pezzo mancante, continueremo a ritrovarci sempre con le stesse persone” (…)

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