Dove sono quelle magliette?

di Bozidar Stanisic

Le vittime del Mare della Morte, dei conti dei costi di salvezza e del cinismo di chi nel “Mondo Migliore” decide anche il sì alle guerre, sono state – di nuovo – oltre 300.

Non ho visto magliette con la scritta «je suis 300 vite scomparse». E nemmeno ho visto «j’suis Lampedusa».

Perché non vedremo queste magliette, come abbiamo visto poco tempo fa quelle parigine poi fiorite per l’intero Occidente?

La domanda appena posta è stupida o è terribile?

E’ stupida perché anche i passeri lo sanno: noi, da Palermo a Stoccolma, da Londra a Sofia, non siamo nè Lampedusa, nè quei morti. Noi siamo noi e che gli altri si salvino da soli – se ne son capaci.

E’ terribile perché noi pensiamo che siamo innocenti o forse ignoranti? Siamo ignoranti: non sappiamo che, avendo permesso al Pianeta di essere guidato da chi non vede l’uomo ma il denaro e potere, di giorno in giorno mescoliamo l’indifferenza e il consumismo, la crisi e la mancanza della ragione, l’assenza dell’empatia e il senso della superiorità, l’accettazione della politica (che è diventata chiacchierata del momento) e di una cultura che da tempo è quasi quasi solo questione di apparire.

Presente al tavolo con certe persone “per bene” (capita, no?) recentemente ho pronunciato parole come quelle che avete letto qui sopra. Per quale motivo? Non importa. Sono stati gentili – non me l’hanno detto, ma i loro sguardi parlavano più chiaro di ogni parola: “ci mancava solo un guastafeste, un guastapranzo”.

Il proseguimento della storiella? Lo potete cantare, danzare, immaginare o dimenticare subito – ma quelle magliette non ci sono. E temo che non ne vedrete.

 

Redazione
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Un commento

  • Francesco Masala

    c’è poca fantasia, molti, se sono Charlie, non sanno che possono essere anche tutti gli altri, e questo.
    dice Julia Kristeva; “Esiste una identità: la mia, la nostra; ma essa può essere costruita all’infinito. Alla domanda “Chi sono io?” la miglior risposta europea non è, con tutta evidenza, la certezza, ma l’amore per il punto interrogativo” (http://www.kristeva.fr/corriere-del-ticino-06-2014.html)
    o per parafrasare Flaubert: les autres c’est moi

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