due film di guerra

di Ismaele (*)

due film visti troppo poco, dopo averli visti non li dimentichi più.

 

If – Lindsay Anderson

è un film che mostra un sistema educativo che direi preistorico, se non temessi di offendere la preistoria.
non è un film buonista, mostra che a violenza segue violenza, che quel mondo era uno schifo (è ancora il nostro?).
sembra quasi un film ingenuo, per questi tempi, con la sua divisione in capitoli, come se fosse un film a tesi, anche per questo si raccomanda la visione.
se fossi stato Stanley Kubrick, dopo aver visto questo film avrei scelto Malcolm McDowell come protagonista per l’Arancia meccanica.
è un film a cui volere bene.

 

Va’ e vedi – Elem Klimov

un film bellissimo, da vedere e soffrire.
film sulla guerra, sulla crudeltà e dolore della guerra, senza pause e distrazioni e scorciatoie, in una corsa verso l’inferno.
a me ha ricordato il Pasolini delle 120 giornate, Klimov si è ispirato ai maestri e ha a sua volta ha ispirato altro cinema.
echi di apocalisse, per lunghi tratti insostenibile, ma necessario.
lo si recuperi, è Cinema.

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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