due film di pugili

di Ismaele (*)

quando il sogno americano perde sul ring.

 

Una faccia piena di pugni (Requiem for a Heavyweight) – Ralph Nelson

inizia con una fila di facce in un bar, e con Cassius Clay, quando ancora si chiamava così, che vediamo colpire un povero Anthony Quinn, pugile suonato a fine carriera.
già i primi cinque minuti lasciano senza fiato, poi il grande Anthony Quinn, all’altezza di Zampanò di Fellini, a anche gli interpreti di spalla e Ralph Nelson fanno il resto.
il tutto in un bianco e nero perfetto.
non privatevene.

 

Fat city (Città amara) – John Huston

i primi minuti e gli ultimi minuti sono di una bellezza e di una potenza che lasciano senza parole, in mezzo c’è solo grandissimo cinema, quello di John Huston.
è un film sul pugilato, ma sopratutto sul sogno americano (“uno su mille ce la fa”, cantava Gianni Morandi).
grandi interpreti, Stacy Keach e Jeff Bridges  sono straordinari, come è straordinario il personaggio del pugile messicano, che ha colpito forte Roger Ebert, pugile silenzioso e vittima sacrificale, è apparso solo in questo film.
Sixto Rodriguez si chiama, quello che Roger Ebert non sapeva è che quel nome è lo stesso del protagonista di “Sugar man”.
non perdetevi “Fat city”, c’è il Cinema dentro

http://markx7.blogspot.it/2014/05/fat-city-citta-amara-john-huston.html

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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