Due film su László e Ilinca, che lavorano sotto padrone

(visti da Francesco Masala) The Brutalist, con un Adrien Brody da premio Oscar, e un grande film di Radu Jude da recuperare.

The Brutalist – Brady Corbet

la storia di László Toth è quella di tutti gli immigrati poveri negli Stati Uniti d’America (dove tutti sono migranti di prima, di seconda, di n-generazione, gli indigeni sono stati, quasi tutti, sterminati).

i (merdosi) riccastri degli Usa sono corrotti, antisemiti (solo con gli ebrei poveri), a volte sono come Henry Ford, massone di Rito Scozzese al massimo grado e sostenitore dei nazisti e di Hitler.

László (interpretato da Adrien Brody) arriva a Ellis Island e sarà ospitato dal cugino (interpretato da Alessandro Nivola, nipote di Costantino Nivola, muratore e architetto, fra le tante arti che ha esercitato, e Ruth Guggenheim, arrivati a New York dall’Italia nel 1939, per sfuggire alle leggi razziali), poi starà in un dormitorio e infine incrocia, in qualità di architetto, il riccastro Van Buren (interpretato da Guy Pearce), un tipo alla Trump, tutto si può vendere e comprare, e quello che non gli danno se lo prende con la forza.

il sogno americano è un incubo per quasi tutti, per quelli che non comandano niente.

e poi succedono mille avvenimenti, e riesce ad arrivare, dopo anni, la moglie Erzsébet (interpretata da Felicity Jones).

intanto per una volta, nelle multisale, non ci sono dieci minuti di pausa con le immagini di bibite e popcorn gravemente dannosi per la salute, ma per un quarto d’ora d’intervallo, imposto dal regista, sullo schermo c’è l’immagine fissa della foto del giorno di matrimonio di László e Erzsébet, a Budapest, davanti alla sinagoga.

il film dura tre ore e mezzo, e ogni minuto è necessario, ed è cinema di altissimo livello (forse l’epilogo alla Biennale di Venezia è di troppo, questione di gusti).

ci sono tante idee, citazioni, suggestioni, da Paul Thomas Anderson a Orson Welles (per esempio la processione sul crinale della collina sembra, almeno per me, un omaggio a Welles, da Othello).

insomma, uno dei più bei film dell’anno, da non perdere, se vi volete bene.

https://markx7.blogspot.com/2025/02/the-brutalist-brady-corbet.html

 

 

Do Not Expect Too Much from the End of the World (Non aspettarsi troppo dalla fine del mondo) – Radu Jude

Radu Jude non delude mai.

in questo film ci sono tanti fatti piccoli e sorpendenti, diverse storie che si rincorrono e si intersecano nella stessa giornata.

Angela Raducani (che ha girato altri film del regista) è interpretata dall’instancabile Ilinca Manolache, che corre come un criceto, una lavoratrice schiava tuttofare.

sono passati i tempi nei quali i lavoratori erano organizzati e contavano qualcosa, la Romania è in mano alle multinazionali che lasciano il paese sempre più povero, l’unica ribellione di Ilinca è quella di creare un personaggio su TikTok, sboccato e sincero, l’unico spazio di libertà per Ilinca.

il film è pieno di citazioni e, per quanto sembri una stramberia, è un godimento per chi guarda.

peccato che il film sia stato nelle sale poco e male, gli attori sono davvero bravi, cercatelo e godetene tutti.

https://markx7.blogspot.com/2025/02/do-not-expect-too-much-from-end-of.html

 

Redazione
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