Due film sul potere delle parole, e non solo

             

(visti da Francesco Masala)

Il ritratto del Duca” e “Cyrano” al cinema, con un corto ucraino di Ihor Strembitsky (ma anche una canzone di Guccini)

Il ritratto del Duca – Roger Michell

Roger Michell (morto qualche mese fa a 65 anni) non è Ken Loach, fa commedie, le chiamano ‘healing comedies’ (commedie che ti fanno stare bene), e le fa bene.

con due straordinari attori come Jim Broadbent e Helen Mirren riesce a fare un gioiellino, che fa divertire, anche molto, grazie sopratutto a Kempton Bunton (interpretato da Jim Broadbent), il pensionato, probabilmente laburista, condannato a sopravvivere con pochi soldi, ma con un inventiva e una faccia tosta di prima classe.

Kempton è uno scrittore senza lettori, con un’idea forte di giustizia sociale, cerca di raddrizzare un po’ il mondo, mica ci riesce, ma tutti sono (siamo) con lui.

un film più bello di come immaginate, promesso.

buona (rapita) visione

https://markx7.blogspot.com/2022/03/il-ritratto-del-duca-roger-michell.html

 

 

Cyrano – Joe Wright

esiste un’opera teatrale diretta da Erica Schmidt (nel film sceneggiatrice, nella vita moglie di Peter Dinklage), Joe Wright ne ricava un film, girato a Noto, in Sicilia.

tutti gli attori sono bravissimi, ma Peter Dinklage è grandissimo.

la storia di Cyrano viene cambiata un po’, mutatis mutandis, e al posto del Cyrano col grande naso c’è Cyrano.

è una grande storia d’amore, e anche un po’ antimilitarista (necessaria di questi tempi), c’è una guerra nella quale Cristiano muore, guerra che sembra la prima guerra mondiale, quella dei film di Rosi e Kubrick, tra gli altri, nei quali i soldati sono carne da macello, niente più.

la storia d’amore è sempre quella, ma sempre nuova.

il film è anche un musical, e le canzoni sono bellissime.

e se, come capita a Cyrano nell’ultima lettera, ti cadesse una lacrima non preoccuparti, ai vivi capita.

https://markx7.blogspot.com/2022/03/cyrano-joe-wright.html

 

 

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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