Due o tre cose che so sulla fine-mondo prossima

Meno 362. Sempre che i Maya (o i loro interpreti), Hollywood, un paio di guru indiani (e non) più gufi vari abbiano ragione. Si intende «meno 362» alla fine del mondo fissata per il 21 dicembre 2012.

Se chiedete in giro c’è un diffuso scetticismo. Si potrebbe anche obiettare che sul Titanic si ballò fino all’ultimo; in prima classe di certo, nelle stive meno. Agli attuali annunciatori di “fine pianeta” si risponde che, visto come va l’economia (anzi l’econo-loro obiettano i miscredenti) e tutto il resto, in definitiva «forza Maya» che così non peniamo più.

Però potrebbe essere un bel gioco far finta di crederci e rivolgere a noi stessi un paio di domande.

La prima. Se potessimo influire sulle decisioni del pianeta di tirar giù la serranda, con quali argomenti si chiede una proroga? Cerchiamo insieme cinque buoni motivi. Tipo: è in arrivo un nuovo Michelangelo; la pace sta per trionfare; fra due anni salterà fuori un vecchio disco segreto di Frank Zappa con i Beatles; il vaccino contro l’Aids è vicinissimo; nel 2013 il Chievo vincerà il campionato dopo uno spareggio con il Cagliari (chi ha detto viceversa?). Oppure?

Seconda buona – ma tosta – domanda. Supponiamo che davvero manchi un anno, anzi meno. Ha senso viverlo come al solito? Ci pentiamo? O piuttosto “pazziamo”? Come in quel film con Jack Nicholson (pieno di soldi) e Morgan Freeman (squattrinato) che ne combinano di tutti i colori prima del sipario.

Il vantaggio di essere dalla parte di chi fa le domande è non dover dare le risposte. Così, mentre chi legge questo articolo si arrovella, chi scrive può raccontare qualche fine del mondo (evidentemente mancata) precedente.

A parte l’anno Mille (contando dallo zero?) nella parte del pianeta che usa il calendario cristiano sembrava certo che tutto finisse il 18 ottobre 1533, alle 8 in punto. Poi la data gettonata fu il 13 ottobre 1736. Macché, il 19 ottobre 1814. Falliti tre consecutivi ottobre, si puntò a dicembre (il 17 dell’anno 1919) e a settembre (il 21 del 1945) ma dopo due guerre mondiali non c’era tanta gente da sconvolgere. Quando il 18 maggio 1954 comparvero crepe nell’ “eterno” Colosseo vi fu chi disse: «è giunta l’ora». Un po’ di cemento risolse la faccenda.

Il giorno fatidico doveva essere sabato 13 novembre, 317esimo giorno dell’anno 1982, sant’Omobono. Spiegazione ferrea: si verificava una straordinaria concentrazione di tutti i pianeti più importanti in un ristretto spazio. Il troppo strippa spiegarono gli astrologi riuniti a convegno ma il sistema solare non dette loro retta e ci salvammo.

Anche il 28 ottobre ’92 il cataclisma non ci fu. Ma il rischio grosso era il fatidico 1 gennaio 2000… o il 31 dicembre 2000: non si è mai capito come si calcola il «mille e non più mille» della profezia né da dove contare. Ci sarebbe voluto un tipo precisino come l’astronomo, matematico e vescovo anglicano James Ussher (1581-1656) che fornì data e ora esatta della creazione dell’universo: il 4004 avanti Cristo, alle 9 del mattino del 23 ottobre.

Più di recente…

Anche nel 2003 si parlucchiò di “the end” ma era troppo vago per intimorirci. Più professionale la setta di Arnie Stanton che l’anno dopo annunciò: si chiude baracca esattamente il 29 settembre. Ma l’indomani precisò che forse c’era stato un errore nei calcoli oppure una proroga.

Adesso il 2012. Vedremo.

Circola però un’ipotesi inquietante: che il mondo sia già finito e questo sia l’Inferno al quale siamo stati condannati.

UNA NOTA sui prossimi giorni

Questo articolo è stato pubblicato (parola più parola meno) due giorni fa sul quotidiano «L’unione sarda». Lo riutilizzo come introduzione ai racconti in tema – fantascienza ma anche no – che usciranno in blog da domani, ogni giorno intorno alle 12. Quelli già approvati (e che hanno pagato in anticipo la tassa di 627 euri e 82 centesimi per poter essere qui ospitati) sono – in ordine di apparizione – di Fabio Lastrucci, Mauro Antonio Miglieruolo, Alessandro Taddei, Vittorio Catani e Maurizio Cometto. Solo 5 e tutti maschi: uno scandalo. Altri però sono in arrivo… O così si dice.

Intanto voglio smentire le voci secondo cui il mio obiettivo era arrivare ad almeno 800 racconti e pubblicarne uno al giorno per tenere distratti i Maya addetti alla mfm (Macchina Fine Mondo) mentre un gruppo di scienziate e scienziati approfittava di questi due anni per mettere a punto una flotta di enooooooooooormi astronavi con le quali salvare la maggior parte dei btpp (bipedi terrestri presunti pensanti). Insomma un meccanismo tipo «Le mille e una notte». E’ vero che ci avevo pensato; ma ho rinunciato all’idea quando si sono offerti di scrivere da soli tutti i racconti un mio amico e una mia amica, assai noti per la copiosa produzione intellettuale. All’idea che avrei dovuto leggere 700 e più loro racconti ho vacillato; quando poi ho visto la lista degli italiani da salvare…. ho preso in simpatia la profezia Maya. Ehiiiiiii, sto scherzando. Forse. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Guarda che puoi aggiungere alla lista di quelli che hanno annunciato la fine del mondo, lo sceico sufi Adberrahmane el mejdub, vissuto in Marocco intorno al sedicesimo secolo. Ha previsto la fine del mondo al secolo 14 dell’egira che inizia nel 622 d.c.
    Fai du’ calcoli: 2000 – 600 = 14
    qualcuno dice che con secolo 14 intendeva il 14esimo cioè milletrecento…
    Qualcuno dice: no, è il secolo 14 quindi millequattrocento…
    Se sono questi ultimi ad aver ragione, anche per i misitici sufi ci siamo: decennio più decennio meno.

  • scusa l’errore: 2000 – 600 = 1400

  • Sta lista di quelli da salvare? Tonnarelli mari e tre-monti?… Venia e perdono per la percentuale decisamente spostata verso l’alcool etilico di quel liquido rosso che ci scorre(va) nelle vene…

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