Due ottimane di passione 8 – Una mano fuori dal cancello


Da domenica a domenica, prima ottimana di passione

8 – Storia vera

L’altro giorno un nero di quelli seri, sepolto nella merce che trascinava seco, viene a bussare al cancello di casa nostra. Mio moglie scende per dirgli che non abbiamo bisogno di nulla, grazie, ma lui di là dal cancello insiste, prega, piange quasi, voce lamentosa di chi non bada più alla propria dignità, solo allo stomaco che brontola.


Per mandarlo via allora lei sporge la mano fuori per allungargli un biglietto da cinque. Odo un grido. La moglie ritira precipitosamente la mano. Se la strofina. Torna su un po’ pallida. Racconta di dita rapaci, unghiute, che si sono avventate per strapparle di mano il povero cinque. La fretta indiavolata di chi mai avrebbe creduto in tanto fortuna (cinque euro!). Che mai ha ricevuto cinque euro per niente.
La mogliettina mormora qualcosa sommessamente. Qualcosa che non capisco. Che interpreto. Mai creduto ci si potesse scatenare in quel modo per un biglietto da cinque. O giù di lì. Un po’ prova compassione, un po’ è arrabbiata. E che diamine! Si fa cosi?
Oggi invece è di umore molto diverso. Così mi sembra. Nonostante Monti è serena. Non sembrano importargli molto i numerossissimi biglietti da cinque, anzi no, da cinquanta, che questo tizio gli ha sfilato dalle tasche. Sfilato senza neppure piatire l’elemosina. Direi senza neppure avvertire. Lei però non ci fa caso. L’operazione è stata effettata con dita affusolate, curate, con molta destrezza (tassare è un’arte; mendicare un sottolavoro). Nessuno le ha graffiato la mano. Monti non ha certo le unghie lunghe, né si scompone quando vede fruscianti biglietti di banca. Neppure se sono da cinquecento. È un signore, questo Monti. Un vero gentiluomo.
Glielo dico. Le dico. Ce ne fossero di mendicanti dotati dello stesso stile! Capaci di scremare piano piano, con delicatezza, infarcendo di belle parole, nascondendosi dietro le necessità. La tua necessità, mica le sua e suoi sodali.
Mi guarda preoccupata. Non riesce a capire se scherzo o no. Nell’un caso e nell’altro, data la situazione, c’è davvero di che preoccuparsi. Sia che scherzi, ma come mi va? sia che faccia sul serio. Ma ti pare cosa?
Fossi impazzito?

Giuro che il fatto è vero. Inclusa la fine. E se non vera, verosimile.

Mauro Antonio Miglieruolo

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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