«Dugo e le stelle»
Louis Perez cerca partigiane/i, rom, il peggior nemico, bambine/i e ragioni per rubare stelle dal cielo nel romanzo di Francesco Troccoli (*)
«Cinque zingari e il loro prezioso carico» che è una vita da salvare. Il romanzo di Troccoli inizia nella neve del Montenegro in lotta contro i nazifascisti per saltare subito (c’è più di un perchè) all’Italia di oggi, alle fiamme vigliacche contro le roulottes dei rom. «Uomini neri e incappucciati che latrano […] vomitando odio con il braccio teso» ma il bambino – «quel merd’ de zingaret» – viene a sua volta visto. Il bimbo «si volta e inizia a correre». Dovrà andare veloce anche quando nessuno lo insegue: forse «è da se stesso che sta fuggendo». Come era accaduto a Giuliano Bantis, «ufficiale del Regio esercito», che dopo l’8 settembre ha dovuto chiedersi da che parte stare. Nel suo caso passare dalla parte degli oppressi significò anche “uccidere” l’altro che era stato, un oppressore fascista: te stesso, a volte, è «il tuo peggior nemico».
Correrà in molti luoghi il piccolo Ferdi, lui che del mondo conosceva ben poco. Poi, quando ritroverà nonno Dugo, gli toccherà andare avanti e indietro nel tempo: sulle ali dei racconti o dei sogni. Il nonno aveva 7 anni, proprio l’età di Ferdi, quando fu staffetta partigiana dell’«armata di liberazione jugoslava». O meglio di un suo gruppo con gli zingari del circo di Nikšić («circensi di giorno e partigiani di notte») guidati da un ex nemico, il capitano Bantis.
In una delle vicende parallele siamo nel 1964: Dugo è cresciuto e decide di incontrarsi con la figlia di Bantis. Sarà lei a dirgli: «L’Italia non è il posto migliore in cui vivere, signor Stancic». Per sentirsi rispondere: «Non esistono posti migliori o peggiori. Esistono le persone». Bantis ha scritto «all’amatissima figlia» un foglio senza «sigilli o bandiere: un bianco immacolato pronto ad accogliere ogni pensiero», di persone finalmente in libertà.
«Alla resistenza dei bambini, sempre e ovunque» è la dedica del libro. Come «le 27 alunne/i del liceo Italo Sarretti di Roma» che si rivolteranno a partire da una domanda molto semplice: “prof, mentre noi studiavamo Latini e Greci che succedeva nel resto del mondo?”.E alla fine in quella classe arriverà uno strano nonno che inizia così la sua lezione: «Il mio nome è Djuko. Anzi Dugo, così per voi è più facile. Sono uno zingaro orgoglioso di essere zingaro. Sono qui per parlarvi della storia del mio popolo. E della mia».
Per cosa vale la pena battersi? Ieri e oggi la ragione è uguale: «perchè mare, terra e cielo tornino a essere di tutti e di nessuno, la lotta dei ladri di stelle rosse». Tra le fiamme dei roghi o sotto la neve che ti avvolge brilla sempre la luce di una stella: «fu rubata ai cieli di Montenegro e finì sul berretto di una comandante partigiana».
L’autore si dichiara (in terza di copertina) un «orgoglioso disertore della carriera in una multinazionale» che oggi si divide fra traduzioni e scrittura. A ogni suo libro vale rallegrarsi che anche lui si sia liberato del peggior nemico.
(*) «Dugo e le stelle»
di Francesco Troccoli
L’asino d’oro edizioni, 2025
256 pagine, 15 euro
(*) pubblicata nella pagina libri dell’edizione italiana di «Le monde diplomatique», marzo 2005, in edicola con il quotidiano «il manifesto».
segnalo che l’amico Francesco Troccoli presenterà il romanzo nell’ambito del festival LIBRI COME, all’Auditorium “Ennio Morricone”, domencia 23 marzo dalle 19 (nella sala Studio 2).
a parlare del romanzo sarà con lui Simona Maggiorelli, direttrice di Left.
ingresso in sala gratuito.
tutti i dettagli qui:
https://www.auditorium.com/it/event/francesco-troccoli/