È difficile essere un Dio – Peter Fleischmann

di Ismaele (*),

il film (del 1989) è tratto da questo bellissimo romanzo di Arkadi e Boris Strugatzki.

Pavel Lebeshev è il direttore delle fotografia è (anche qui lo era, e si vede la mano, anzi l’occhio).

 

Jean-Claude Carrière, mica nessuno (come sapeva Buñuel), scrive la sceneggiatura, anche Werner Herzog appare fra gli interpreti, ma lo uccidono dopo pochi minuti.

un film impressionante, abbastanza fedele al romanzo, sorretto da una storia potente, se si può intervenire per cambiare la storia degli altri, se da osservatore si può essere agente, se è possibile opporsi a un potere malvagio e durissimo, pur essendo di un altro pianeta.

da non perdere è il minimo, ma non dimenticate di leggere il romanzo, davvero imperdibile.

anche Aleksey German ha fatto un film tratto dallo stesso libro (apparso nel 2013, dopo la sua morte), ma questa è un’altra storia – Ismaele

QUI il film completo con i sottotitoli in inglese

http://markx7.blogspot.it/2015/01/e-difficile-essere-un-dio-peter.html

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • Daniele Barbieri

    «prima o poi doveva succedere che lo stesso post uscisse due volte»: così avrà pensato qualcuna/o di voi vedendo “lo stesso titolo”
    e invece no
    Ismaele sta parlando di due diversi film
    non fatevi ingannare… dalla fretta

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