E dopo Verona cosa?

Le riflessioni di Stefano Costa (*) e di Luigi Viviani (più un commento a caldo)

Il Forum delle Famiglie è nudo

SMASCHERATO IL VERO OBIETTIVO DEL CONGRESSO DI VERONA

Il congresso di Verona si è chiuso. Ancora una volta la nostra città è stata protagonista della scena mediatica. Da una parte la roccaforte dell’estrema destra abbarbicata attorno ai valori non negoziabili della famiglia e, dall’altra, la mobilitazione generale del mondo di sinistra, degli attivisti a favore dei diritti umani intesi in ogni loro forma e di tutto il mondo delle donne. Due schiere contrapposte. Due poli antitetici. Quando ci si contrappone si smette di ragionare, si chiudono le porte al dialogo, non si ammette alcuna possibilità di accordo, di intesa. Le sfumature e i chiari e scuri vengono assorbiti dalle estreme polarizzazioni. L’altro è un nemico, un antagonista contro cui combattere. Non c’è possibilità di mediazione. Almeno a livello di piazza.

Certo le manifestazioni di piazza servono anche per dire con chiarezza che su certe cose è meglio non scherzare. Le polarizzazioni a volte sono necessarie anche se fanno male. Disturbano il quieto vivere. Di fronte alle prese di posizione di certa politica integralista e identitaria è bene farsi sentire, alzare la voce. All’Occidente non può essere imposto il modello sociale della Russia o dell’Ungheria, o della Polonia, con la progressiva e subdola erosione di tutte le conquiste civili. L’Italia, l’Europa non possono affatto trasformarsi in una Turchia al rovescio. La nostra società non ha alcuna possibilità di venire talebanizzata in nome di nessuna ideologia fondamentalista. 

C’è un’opinione pubblica, c’è una capacità di mobilitazione, di schierarsi, di farsi sentire. Anche se poi le manifestazioni abbandonano la piazza e la strada. E la vita concreta ci vede, tutti, ritornare al quotidiano meno schierati, più portati a considerare i distinguo di ogni genere. Le provocazioni violente della estrema destra, politica e religiosa, sul tema della famiglia, dei diritti umani, del modo di rapportarsi al diverso, a chi non la pensa come loro, hanno trovato comunque una reazione adeguata nella mobilitazione nazionale che si è fatta visibile nel centro della nostra città. Fortunatamente senza lo strascico di danni e di incidenti.

Alberto Melloni su Repubblica dice che l’Amalgama Nera (forse sarebbe meglio dire Nero, NDR) di cui il Congresso mondiale delle famiglie svoltosi a Verona sarebbe espressione ha fallito nel suo intento. Cos’è questa Amalgama Nera? “Si tratta di un’alleanza di estrema destra che salda la componente clerico-fascista del tradizionalismo, l’evangelicalismo suprematista e antisemita e le correnti dell’ortodossia contaminate dall’autoritarismo”. Il suo intento è quello di presentarsi come difensore  baluardo dei valori dell’occidente. Il Congresso di Verona non sarebbe stato altro che un pretesto per continuare a veicolare, in nome dei valori della famiglia, ideologie violentemente identitarie e razziste. La famiglia è stata presa come arma per spaccare la società italiana e anche la realtà ecclesiale. Secondo la logica del contrasto e dello scontro: loro sarebbero i difensori della famiglia. Gli altri i nemici. Obiettivo di questa manifestazione non era proporre valori positivi, ma spaccare, dividere, creare confusione e contrasto con la consueta operazione che mira a creare sempre dei nemici per non affrontare la complessità dei problemi. 

E il grande nemico, non nominato ufficialmente, di questa alleanza di estrema destra è la persona di papa Francesco e il suo messaggio: ovvero il Vangelo. L’intento dell’Amalgama nera, dice Melloni, è di preparare un mondo “cattolico e anticristiano, secondo la formula mussoliniana, che anziché praticare le opere di misericordia pratica le opere dell’anti-misericordia e come se non bastasse lo fa nominando davvero invano (per falsità nell’ebraico) il Nome di Dio”. Occorre dire che il mondo ecclesiale non è stato rappresentato in alcun modo da questo congresso anche se c’è stata la partecipazione di movimenti e sigle cattoliche con l’esibizione di simboli religiosi come immagini della Madonna e il rosario. Senza parlare della fastidiosa sensazione nel vedere Salvini presentarsi ancora una volta a Verona come il difensore dei cattolici. Ancora la sensazione che il continuo riferimento del ministro dell’interno a parole del vangelo o a simboli religiosi non sia altro che una parodia offensiva e blasfema. Possibile che non ci sia nessuno che lo consigli ad un po’ di moderazione? Ma lui è fatto così. Ogni cosa che fa deve avere o meno un riflesso nella perenne campagna elettorale che sta combattendo. Anche la sua apparizione al Congresso e le sue esternazioni sull’orgoglio che sente di essere cattolico hanno solo il sapore falso e arrogante di uno spot elettorale. Non si possono usare simboli e messaggi religiosi a sproposito, ovvero per obiettivi di consenso e di potere.

Melloni ipotizza che la posizione del leader leghista e della parte del suo governo che ha patrocinato e voluto il congresso a Verona abbia allontanato la possibilità di una benché minima intesa delle gerarchie leghiste con le autorità vaticane. Le posizioni di papa Francesco e dei  leader di questa destra estrema sono esattamente agli antipodi.

Parlando del Congresso papa Francesco attraverso le parole del cardinale Parolin ha detto che “la sostanza è giusta mentre il metodo è sbagliato”. Come a dire che la famiglia è un tema importante, complesso, da affrontare. Ma non lo si può usare come un’arma, come una clava, come un mezzo per continuare la costruzione di recinti, di muri o di campi di concentramento, come un mezzo per far guerra ai presunti nemici che ci starebbero attaccando. Si sa che dietro la manifestazione di Verona c’è una lobby fortissima, dal punto di vista economico, che ha portato al potere Trump e che vorrebbe imporsi su tutto il mondo occidentale facendo leva sulla paura e sull’attacco a presunti nemici, che sono di volta in volta i migranti o i gay come erano stati in passato gli ebrei o i negri. È la logica dello scontro di civiltà, della creazione del capro espiatorio che porta tanti voti e che serve a nascondere e a non affrontare le vere cause dei gravi problemi sociali ed economici che affliggono l’umanità.     

(*) Stefano Costa è redattore di Gerico.Info 

La famiglia sta altrove

Ricevo da Ettore (grazie) anche queste riflessioni di Luigi Viviani

Adesso che il Congresso è finito e i riflettori, che hanno coinvolto per tre giorni Verona e  l’intero Paese, si sono spenti, è lecito domandarsi quanto tutto ciò ha giovato alla famiglia. Se osserviamo i contenuti, le proposte e il modo di rapportarsi alla società italiana, il giudizio non può che essere negativo. Si è trattato di un convegno politico di destra, sostenuto ed egemonizzato dalla Lega che lo ha letteralmente occupato in termini propagandistici, anche se ha dovuto tener conto dei suoi rapporti di governo. Nel dibattito, la “Famiglia naturale” è stata proposta in modo ideologico e polemico, in frontale contrapposizione a tutte le altre unioni, associando in questo scontro un duro attacco omofobico e alla legge 194. Nel complesso una proposta strutturalmente conflittuale che ha creato divisioni e polemiche nel governo e nel Paese, sollecitato reazioni altrettanto polemiche in difesa dei diritti delle donne, e fatto arretrare il confronto su posizioni estreme, prive di evoluzione positiva. Potremmo anche sorridere nel vedere Salvini e Zaia difendere la legge 194, cercando di conciliare, in qualche modo, posizioni antiche e nuove esigenze di propaganda, ma la posta in gioco era troppo rilevante.   La famiglia come soggetto vitale della società, è apparsa, in questo frangente misconosciuta nei suoi bisogni reali e ridotta a puro strumento di polemica politica. Il congresso ha vissuto anche una dimensione religiosa, avendo riunito alcuni esponenti del cattolicesimo tradizionalista dei Paesi dell’Est europeo e della chiesa ortodossa russa. I loro discorsi si sono largamente sintonizzati con quelli dei politici in quanto portatori di una visione dottrinaria della fede cristiana, fatta di principi da affermare e avversari da combattere, su delle immaginarie barricate, per garantirsi, a buon mercato, una presunta ortodossia. Una linea di netta contrapposizione alla Chiesa che cerca di far crescere Papa Francesco. E’ mancata invece la rappresentazione della fatica della ricerca di un rapporto tra questi principi e le difficoltà e le contraddizioni della vita in termini di testimonianza di vita famigliare. Ma in ogni caso, il futuro della famiglia, se vogliamo che adempia al suo ruolo di insostituibile istituzione per la vita e il futuro dell’umanità, dovrà passare da questa via stretta dell’apertura e del confronto con i problemi e le contraddizioni la vita senza scorciatoie ideologiche.

UN COMMENTO a caldo DI ETTORE

   Da parte mia solamente una sottolineatura circa la strumentalizzazione e distorsione di avere – dai diversi lati della barricata elevatasi purtroppo anche in questa occasione (come se non bastasero quelle esistenti) – fatto coincidere in qualche maniera le problematiche della famiglia con quella prettamente  femminista, come se la visione di un certo modo di intendere la famiglia si identificasse unicamente nei dirittti delle donne, escludendo quindi i tre diversi aspetti: quello relazionale; le problematiche paterne; e le problematiche dei figli.

E’ vero che avviene in questi tempi sempre di più, anche in ogni altro campo e aspetto della vita sociale, non solo italiana, ove sembra che tutte le difficoltà di una relazione umana, sociale e anche familiare vadano a far pesare la bilancia a sfavore delle problematiche di padri e di figli, preoccupandosi unicamente delle donne. Questa sperequazione aumenta non soltanto la conflittualità – che ormai impera e sembra tanto piacere a questa epoca povera di troppi ideali, gettati alle ortiche – ma con l’acqua sporca si getta il bambino come residuo inutile e impaccio gravoso per le nuove ricerche di procurarsi una illusoria “libertà”, dimenticando quelle vere perdite di valori, libertà e soprattutto diritti che i nuovi (o rinnovati) “padroni del vapore” sono sempre riusciti a sopprimere, mistificare, manipolare con il colpevole appoggio delle varie classi della società (includendo una parte dei media, delle istituzioni religiose, della “cultura intellettuale”, della politica) in aggiunta al capitalismo più retrivo.

LA PRIMA E LA TERZA IMMAGINE SONO STATE SCELTE DALLA “BOTTEGA”.

 

Redazione
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