…e scopro adesso ‘O sanghe

A James Senese

di Gualtiero Via

JamesSenese

Per me tu eri un fratello un po’ più grande
sentivo dalla radio quelle note:
il sax, la voce roca, le tastiere…
Mi sa che avevo giusto quindici anni,
in casa andavan Genesis, Pink Floyd,
Led Zeppelin, e tanti cantautori.
Più piccolo, ero il quarto,
di un branco, ormai, di grandi e di piccini,
e già era maggiorenne mia sorella
e si sceglieva i dischi, David Bowie,
e pure tanto Paoli, e Luigi Tenco.


I più snobbava il jazz a quell’età,
ma c’erano le radio. Punto Radio,
la prima, là, da Zocca,

mandava un po’ di tutto:
il rock americano,
il progressive inglese,
la disco (Vasco Rossi era il d-j!),

ma pure, quotidiano, verso sera,
c’era un programma jazz.
Bellei – mi sa, Riccardo – il conduttore.
E fra un Lenny Tristano e Dollar Brand,
un Chick Chorea elettrico e Pastorius,
scoprii quel nome, e il suono:
Napoli Centrale. Rimasi abbacinato.

Trovavo strane e nuove quelle cose,
ma quel suono! Il vostro suono,
e James, su tutto, la tua voce,
avevano qualcosa.
Non molto tempo dopo, fosti a Budrio
(pianura bolognese, insomma, al nord).
Festa dell’Unità, concerto a palco.
I Napoli Centrale live a Budrio:
non mi sembrava vero!
Madonna come urlavi! Non lo scordo.
Di musica sapevo circa nulla,
ma le orecchie, e gli occhi

e i sensi tutti avevo tesi al massimo.
Mattanza credo fosse appena uscito.
Ci fece uno speciale Punto Radio.

Ripenso a tutto, e dico quanto bello
che tutto ciò sia stato. E sento –in rete-
tu che canti ‘O nonno mio. E scopro adesso
– e chi più ha tempo? C’è i due bimbi,
e casa, ed il lavoro –
e scopro adesso ‘O sanghe. La preghiera,
i passi in quella chiesa, quei tuoi gesti
e tutti i volti, muti, e ognuno grida.
Vorrei che fossi qui, ed abbracciarti,

caro James. Ti voglio bene.
Sentir le tue canzoni è un bene raro.

Mantieniti così, fratello caro.

 

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