Ecuador: cimarrones, operai e calcio popolare

L’arrivo del football nel paese come frutto della resistenza delle comunità nere ecuadoregne.

di David Lifodi

                                  Foto: https://www.lahora.com.ec/

Il gioco del calcio arrivò in Ecuador alla fine dell’Ottocento. A raccontare le sue origini, nel gustoso articolo Entre combas y quimbas, breve comentario sobre el fútbol esmeraldeño, caratterizzato da una rigorosa ricerca storica, Juan Montaño Escobar, che, su Rebelión, ha ricordato gli albori del calcio nella città di Esmeraldas, frutto del processo di resistenza delle comunità nere ecuadoregne.

Il football divenne qualcosa di più di una semplice sfida tra due squadre, fino a trasformarsi in quel sentido común social en disputa che, automaticamente, finì per non essere espropriato alla borghesia e ai bianchi, nonostante l’eredità coloniale avesse spinto le fasce sociali più alte della popolazione a dar vita, nel 1899, al primo club calcistico del paese, Guayaquil Sport Club, mutuando la sua attività da squadra di cricket, di evidente derivazione inglese.

Tuttavia, in Ecuador, la “proletarizzazione” del calcio avvenne a Esmeraldas, grazie alla volontà di pescatori e portuali nel mettere in mostra la loro prestanza fisica coniugata con una corrispondente maestria nel gioco. Le prime due squadre di calcio della città nacquero nel 1915 e furono denominate Unión e 18 de Septiembre. Definito come “encuentro emocional de la paz, porque los combates entre el cimarronismo anti neoesclavización (concertaje) y el ejército gubernamental no estaban muy lejos”, in Ecuador il football ebbe la sua definitiva consacrazione nel novembre 1916, a seguito dell’armistizio tra la rivolta dei cimarrones (gli schiavi fuggiaschi di origine africana che dettero vita a delle vere e proprie comunità ribelli e autogestite per non sottostare al colonialismo) e il presidente Alfredo Baquerizo Moreno, a cui seguì la nascita della Liga de Esmeralda. Da allora furono le comunità nere a diventare protagoniste del gioco del calcio, importato dagli inglesi e, fino ad allora, di esclusiva proprietà dei bianchi e delle classi sociali più agiate.

Il 5 agosto 1956 fu inaugurato lo stadio Folke Anderson, definito la catedral del fútbol esmeraldeño e abbellito dal murale dove 11 operai portuali mostravano le loro abilità calcistiche in pose plastiche. Fino alla fine del XIX secolo Esmeraldas non era conosciuta per il calcio, ma, soprattutto, per l’esportazione del legno e del cacao.

Il football, fino ad allora, era di esclusiva proprietà degli inglesi. Il 30 novembre 1872 si tenne la prima partita tra due nazionali, Inghilterra-Scozia. In America latina si cominciò a pelotear tra il 1893 e il 1895, ad esempio in Argentina e Cile.

L’appassionante storia della nascita del calcio in Ecuador, come forma di riscatto sociale e ben lontano dalla versione escludente e capitalista in cui il football si è trasformato ai giorni nostri, è leggibile qui:

https://rebelion.org/entre-combas-y-quimbas-breve-comentario-sobre-el-futbol-esmeraldeno/

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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