El Salvador 8 marzo: cercasi madrina o padrino per…

… una manifestante allo “sciopero globale”

di Maria Teresa Messidoro (*)

Ana Isabel Perez De Guzman ha 43 anni, vive con i suoi quattro figli in una champita(!) ; la madre e il fratello vivono di fianco, in un’altra “casa” molto simile; le hanno costruite su un terreno abbandonato della Colonia Las Neblinas, nel municipio di Panchimalco, alla periferia di San Salvador, ed ora, grazie anche all’aiuto dell’amministrazione comunale stanno cercando di legalizzare la propria sistemazione, per non correre il rischio di essere scacciati dai padroni.

Colpita dalla Tormenta Amanda, Ana Isabel ha dovuto abbandonare la propria casa e vivere alcuni giorni nel rifugio di fortuna allestito dal comune. Ha studiato fino alla terza elementare, poi ha dovuto abbandonare gli studi per problemi economici; dopo aver lavorato in campagna insieme alla propria famiglia, nel 2003 entra nella maquila FYD S.A. de C.V.(2)

Quando aveva nove anni, Ana Isabel inizia a partecipare con entusiasmo ad attività a carattere sociale, ma senza entrare in una vera e propria organizzazione.

Ma  quando in fabbrica assiste alle minacce del padrone e dei gerenti, sceglie da che parte stare; “la donna che noi chiamavamo La Cina picchiava sulle mani e sulla testa se un lavoro non era svolto correttamente”, racconta, e così decide di iscriversi al sindacato SSINT(3) xge era nato nella fabbrica FYD nel 2009.

La vita non era certo facile: Rosa, la segretaria generale del SSINT è stata anche licenziata e solo grazie al Ministero del Lavoro ha potuto essere reintegrata.

Ancora Ana: “Non siamo un sindacato venduto, come altri presenti nella fabbrica, per questo ci dicono che siamo dei parassiti, che per colpa nostra il padrone sarà costretto a chiudere. Mi hanno fatto capire che devo stare attenta a come mi comporto, sanno benissimo dove studiano i miei figli e quindi…”.  Ma le minacce non sono solo verbali, o sui social; la controparte ha già trascinato  diverse volte il sindacato a giudizio, cercando di spaventarlo, addirittura di farlo sparire4).

A carico di Ana è la segreteria relativa all’assistenza, in tutti campi, in particolare per le donne, che rappresentano oggi il 95% degli iscritti al sindacato.

Carolina Beatriz Fuentes Gonzalez invece è la segretaria per le relazioni nazionali e internazionali; ha 28 anni, ha studiato fino al secondo anno di superiore, vive con la mamma e con una sorella, nella provincia di La Libertad. Dopo aver lavorato in un’altra maquila per due anni, da un anno è assunta nella FYD.

Nella fabbrica precedente erano trattati come schiavi. Nella FYD si cerca di far rispettare le leggi, che esistono ma spesso solo sulla carta: grazie al SSINT, nella Fyd i permessi per motivi di salute sono retribuiti ma non è così in altre maquilas, dove il sindacato è più debole.

“Non mi definisco femminista, mi riconosco però nel sindacato, partecipo agli incontri con la Procuradoria del Trabajo, o con la controparte, al Ministero del Lavoro. Per questo hanno cercato di licenziarmi, ma sono stata reintegrata”.

Rosa Evangelina Granados Mereino è la segretaria generale di SSINT: 50 anni, ha studiato fino all’ottava classe (la nostra terza media) e vive con la famiglia.

Ha “imparato” ad essere femminista per potersi identificare e per appoggiare le donne vittime di violenza

Si impegna con il sindacato per la difesa dei diritti lavorativi e per sviluppare attività formative anche con la Organización De Mujeres Salvadoreñas por la Paz, ORMUSA.

“Con la pandemia si è acuita la nostra precarietà economica, non abbiamo ricevuto salari per cinque mesi, è aumentata la violenza intra-familiare, abbiamo assistito giorno dopo giorno a un arretramento  sui diritti degli operai” dice.

E aggiunge: “A vent’anni non avrei mai pensato che sarei diventata segretaria di un sindacato; ora sogno ci sia un sindacato femminista”.

E il sogno di Rosa in parte si sta avverando: alcune sindacaliste dei SSINT, insieme a NUMES (Ni una menos) di El Salvador, a ORMUSA e ad alcune ex operaie della Florenzi(5) stanno costruendo una Red de Obreras Feministas, con il sostegno dell’Associazione “Lisangà culture in movimento”. Si è già svolto – domenica 7 febbraio – un incontro “ludico” a San Salvador, per intrecciare legami tra le donne aderenti alla Red; era presente anche una delegazione delle donne di San Francisco Echeverría, la comunità autogestita salvadoregna con cui l’Associazione Lisangà lavora da anni in progetti di autosviluppo sociale.

Ora l’obiettivo è permettere la partecipazione di più donne della Red all’iniziativa dell’8M – 8 marzo o “lotto marzo” se prefertite – nell’ambito delle manifestazioni internazionali dello sciopero globale.

Per questo, insieme a NUMES, Lisangà ha lanciato una raccolta fondi per adottare una donna salvadoregna e garantirle il trasporto e il cibo nella giornata della manifestazione.

Occorre ricordare che per partecipare alla manifestazione ogni donna rinuncia alla sua già misera paga giornaliera, circa 11 dollari. E alle operaie sindacalizzate viene praticamente impedito di lavorare il sabato, quando la paga è migliore, o di accedere agli straordinari, che le fabbriche comunque incentivano.

Anna Maria, Giorgio, Pola, Carolina, Monica, Mirella, Marisa, Elisa, Giudith, Gigi, Nadia, Roberto, Renato, Fuorimercato, Ri-make, RiMaflow Fuorimercato hanno già aderito all’iniziativa: le operaie salvadoregne e le donne di SFE marceranno l’8M con cartelli che riporteranno i loro nomi.

Facciamo in modo che siano davvero tante le adesioni alla manifestazione dello sciopero globale anche in El Salvador.

Per informazioni su come aderire scrivete a lisanga.salvador@gmail.com

NOTE

  1. La champita è nei paesi centroamericani una specie di casupola improvvisata, quasi sempre di lamiera, molte volte purtroppo trasformata in casa in campagna e nelle periferie più povere delle città.
  2. Le maquilas sono industrie che si insediano nelle zone franche dei Paesi centroamericane e godono di privilegi fiscali in cambio di offerta di mano d’opera a basso costo. Normalmente lavorano nel campo tessile, per conto di grandi marchi internazionali. Nelle zone franche di El Salvador, tra il 2015 ed il 2019, erano impiegate annualmente circa 63 mila persone.
  3. SSINT è il Sindicato Salvadoreño de Industrias, Textiles y Similares, presente con 12 seccionales nelle maquilas di Soyapangp e San Marcos, alla periferia di San Salvador. Su un totale di 3900 lavoratori impiegati nelle fabbriche, un migliaio sono iscritti a diversi sindacati, gli affiliati del SSINT sono circa 200.
  4. Una ventina di giorni fa “Lisangà culture in movimento” ha lanciato una campagna a sostegno del SSINT. L’ obiettivo era raccogliere 500 dollari, per permettere al sindacato di pagare un avvocato, che lo difendesse in processi voluti dalla controparte. L’obiettivo è stato quasi totalmente raggiunto. La presenza dell’avvocato ha portato risultati positivi: nel primo processo contro la dirigenza sindacale, la controparte non si è più presentata, probabilmente decidendo di lasciare cadere l’accusa; rimane in piedi invece la richiesta del sindacato relativa al reintegro di una operaia del direttivo sindacale, licenziata senza giusti motivi, e una denuncia di molestie e minacce verbali e psicologiche nei confronti di 3 esponenti del direttivo SSINT.
  5. Vedere l’articolo El Salvador: la fabbrica occupata diventa spazio femminista: www.labottegadelbarbieri.org/el-salvador-la-fabbrica-occupata-diventa-spazio-femminista/

(*) vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento, www.lisanga.org

Teresa Messidoro

2 commenti

  • Maria Teresa Messidoro

    La solidarietà fa miracoli
    Nel corso di pochi mesi l’Associazione Lisangà culture in movimento ha gestito alcune campagne di solidarietà mirate, ottenendo dei risultati insperati.
    La prima è stata a favore del sindacato salvadoregno Sindicato Salvadoreño de Industrias Textiles y Similares, SSINT per garantire il compenso all’avvocato, indispensabile nei processi intentati dai padroni contro il sindacato stesso.
    L’obiettivo era di raccogliere 500 dollari, ne sono stati raccolti 443; hanno aderito 6 persone (tra cui un paio di avvocati) e una associazione che lavora anche in El Salvador.
    La seconda è stata a favore della nascente Red Obreras Campesinas Feministas di El Salvador, alla cui nascita ha contribuito anche Lisangà, a fianco di altre associazioni salvadoregne, come Ni una menos El Salvador, NUMES e Organización de Mujeres Salvadoreñas por la Paz, ORMUSA.
    L’obiettivo era facilitare la partecipazione di donne operaie e contadine alla manifestazione dell’8M, oltre a permettere la nascita di una micro impresa nel campo della sartoria, gestita da un gruppo di ex operaie della Florenzi, licenziate di recente e in gravi difficoltà economiche. Concretamente, occorreva raccogliere almeno 300 dollari per garantire la partecipazione di 30 donne alla manifestazione, e il fondo iniziale di 350 dollari per l’acquisto di una macchina da cucire usata.
    Ne sono stati raccolti più di 900, permettendo anche una prima fornitura di magliette per la sartoria, nonché la copertura di spese di trasporto in loco per iniziative della Red.
    Hanno aderito circa una trentina di persone in tutta Italia, comprese alcune fabbriche recuperate ed autogestite italiane; inoltre una donna uruguaiana nostra amica ha deciso di devolvere interamente alla causa il contributo ricevuto per un incontro di formazione coordinato l’anno scorso per Lisangà.
    Lisangà si è inoltre impegnata a coprire con propri fondi il trasporto di un gruppo di donne di SFE, che speriamo sia numeroso, per partecipare alla manifestazione dell’8M.
    La terza raccolta fondi si riferisce all’adesione ad una campagna lanciata dalla comunità di SFE, a favore di un giovane apicultore, che ha necessità di acquistare una protesi, in seguito all’amputazione di una gamba per la presenza di un cancro. Sono necessari 2000 dollari per l’acquisto della protesi, oltre al sostegno economico per spostamenti e soggiorni.
    Finora abbiamo raccolto 335 dollari, con l’adesione di una decina di soci.
    A sua volta, SFE ha organizzato iniziative di autofinanziamento, compresa una lotteria in cui era in palio una bicicletta; il gruppo apicultori locali ha deciso di devolvere a Abel il contributo di 300 dollari che avrebbero ricevuto quest’anno.
    Inoltre, l’etichetta Salgari sta conducendo una campagna di raccolta fondi per Abel grazie alla vendita di proprio materiale pubblicitario.
    Chi vuole saperne di più e continuare a collaborare scriva a lisanga.salvador@gmail.com

  • Maria Teresa Messidoro

    Per precisare quanto si potrebbe fare per aderire alla campagna a favore di un giovane apicultore salvadoregno
    L’ Associazione di volontariato Lisangà culture in movimento, con sede a Giaveno, nella provincia di Torino, dal 2005 sostiene la comunità rurale di San Francisco Echeverría, SFE, garantendo lo stipendio mensile della bibliotecaria e la borsa di studio per una seconda persona che la affianchi, per il funzionamento della Biblioteca, indispensabile in un villaggio in cui la maggioranza delle famiglie non ha la possibilità di comprare i libri, nemmeno quelli scolastici. Grazie soprattutto al sostegno dell’OPM della Tavola Valdese, portiamo avanti progetti di autosviluppo nel villaggio, nel campo della salute, l’educazione e l’imprenditoria giovanile, oltre al recupero dell’identità storica culturale e il riscatto della memoria storica; sempre in stretto contatto con la Giunta Direttiva, con cui si individuano le necessità e le possibili soluzioni, cercando sempre di utilizzare le risorse umane presenti in loco.
    Da alcuni anni sosteniamo un gruppo di giovani apicultori.

    In questi due anni, gli apicoltori sono stati accompagnati nel processo di formazione tecnico e professionale, attraverso i corsi a cui hanno partecipato, sia a livello locale che regionale. Inoltre, si è cercato di sostenerli attraverso l’acquisto di materiale indispensabile per le loro attività: dallo smielatore alla mesa desapirculadora, entrambe a disposizione del gruppo, dalle tute alle borse che saranno utilizzate sia a livello individuale che nelle vendite come gadget delle proprie attività, dalla cera allo zucchero necessario per il mantenimento delle api, da antiparassitari (uno dei problemi cronici dell’apicoltura in tutto il mondo) a vasetti ed altri strumenti per l’imbottigliamento del miele. Vorremmo sottolineare l’importanza della costituzione del comitato, per una modalità più collettiva e comunitaria di affrontare i problemi. Secondo le abitudini salvadoregne, all’interno del comitato si è individuato un presidente, un tesoriere, un responsabile gestione, un segretario ed un portavoce. L’aspetto più interessante di questo comitato appena formato è che si baserà sul principio dell’appoggio mutuo; sono infatti già state organizzate delle uscite collettive, in cui a turno un gruppo di apicoltori appoggia un altro membro del comitato per i lavori di mantenimento delle arnie e alimentazione delle api. Grazie al materiale ricevuto, alcuni degli apicoltori stanno vendendo sia a SFE che nella regione, fino alla capitale il proprio miele e si spera che questa attività possa crescere fino a diventare una vera e propria forma di auto sostentamento economico.

    Lisangà ha deciso di aderire ad una campagna lanciata dalla comunità di SFE, a favore di un giovane apicultore, che ha necessità di acquistare una protesi, in seguito all’amputazione di una gamba per la presenza di un cancro. Sono necessari 2000 dollari per l’acquisto della protesi, oltre al sostegno economico per spostamenti e soggiorni.
    Finora abbiamo raccolto 335 dollari, con l’adesione di una decina di soci.
    A sua volta, SFE ha organizzato iniziative di autofinanziamento, compresa una lotteria in cui era in palio una bicicletta; il gruppo apicultori locali ha deciso di devolvere a Abel il contributo di 300 dollari che avrebbero ricevuto quest’anno dalla nostra associazione
    Inoltre, l’etichetta Salgari sta conducendo una campagna di raccolta fondi per Abel grazie alla vendita di proprio materiale pubblicitario.
    Ma vorremmo continuare a sostenere questa campagna di solidarietà, perché la condivisione non si arresta
    Qui delle foto sulle attività degli apicultori

    https://we.tl/t-gRWQethqQV

    e gli estremi per chi volesse donare
    Conto corrente postale n. 91190033
    IBAN IT09Q0760101000000091190033
    Intestato a Associazione Lisangà

    Mettendo nella causale Abel ed il proprio nome.
    Per chi volesse, possiamo fare una ricevuta scaricabile con il 730, purchè ci venga inviato a lisanga.salvador@gmail.com il proprio Nome Cognome, Indirizzo e CF

    Per info lisanga.salvador@gmail.com
    http://www.lisanga.org
    in fb lisangagiaveno

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