Emergenza ambientale, Costituzione e movimenti

di Umberto Franchi (*)

L’EMERGENZA AMBIENTALE,  LA NUOVA LEGGE CHE MODIFICA GLI ARTICOLI 9 E 41 DELLA COSTITUZIONE, IL RUOLO DEI MOVIMENTI SOCIALI.

Bisogna prendere atto che il cambiamento climatico sta assumendo un andamento irreversibile. Ce lo dicono gli scienziati a partire dai glaciologi.
Ma chi come il sottoscritto, da molti anni, per le vacanze si reca sulle Dolomiti può vedere direttamente come  i ghiacciai continuino ad arretrare (e non torneranno più come prima). E così le calotte polari.

In tutto l’emisfero boreale si sta sciogliendo il permafrost, liberando quantità sterminate di metano (un gas di serra 20 volte più potente della Co2). E altro metano viene sprigionato dal riscaldamento dei fondali artici.

La conseguenza non sarà solo l’innalzamento del  livello del mare… cambieranno anche le correnti marine, a partire da quella del Golfo; e anche quelle dell’area, con  i monsoni, alterando completamente l’assetto climatico del pianeta. Mentre nelle aree tropicali e temperate avanzerà ovunque il deserto.

Gli eventi estremi si stanno moltiplicando.  In Italia siamo in presenza sempre più spesso di bombe d’acqua  che quasi sempre si trasformano in allagamenti, crolli tracimazioni e altri disastri.

Il mondo in cui vivranno i nostri nipoti (ma forse già i nostri figli, se non anche alcuni di noi) non sarà quello che conosciamo: sarà molto più ostico e renderà a tutti la vita molto più difficile, a molti impossibile… e sarà pieno di guerre e conflitti per spartirsi le risorse residue esistenti nel mondo.

Gli allarmi periodici lanciati dall’IPCC – cioè il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – sembrano sempre rimanere  inascoltati ed è anche altamente improbabile che questo processo si arresti con le proteste dei ragazzi lanciati da Greta Thunberg.

Impressiona la pochezza degli obiettivi fissati al Cop 26 nel novembre 2021 a Glasgow: con la decarbonizzazione e il taglio del 45% entro il 2030 e zero emissioni entro il 2050; con il Target a 1,5 gradi nonostante gli allarmi lanciati dalla scienza sulla necessità di restare sotto 1 gradi per evitare il pericolo di non ritorno e senza aiuti ai Paesi meno sviluppati. Nessuna garanzia di interventi propositivi e sulle prospettive climatiche.

Gli impegni sono insufficienti e probabilmente nemmeno quelli verranno rispettati.

Così il tempo sta passando mente tutti i cambiamenti in corso subiscono un’accelerazione imprevista.

L’unico aspetto positivo dell’ultima Conferenza Cop 26 riguarda di cooperazione tra Usa e Cina sulla lotta alla crisi climatica ma anche quell’accordo può restare solo un intento di buone intenzioni.

Eppure già nel novembre 2019 ben 11.258 scienziati di 153 Paesi (di cui 250 italiani) hanno lanciato l’allarme – pubblicato anche dalla rivista «Bioscienze» – sulla emergenza climatica che incombe proponendo 6 immediati azioni che i governanti dovrebbero prendere come base di riferimento.

Esse sono:

  • Sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili;
  • Riduzione rapida di emissioni di metano, di polveri sottili, idrofluoro carburi e altri inquinanti per ridurre del 50% in 10 anni la tendenza al riscaldamento globale;
  • Ripristinare e proteggere gli ecosistemi come le foreste dell’Amazzonia, le praterie eccetera;
  • Cambiare stile di vita nel mangiare passando da una dieta basata sulle carni rosse a quella più bilanciata a base di vegetali per ridurre le emissioni di metano e gas serra;
  • Convertire l’economia basata sul carbon-free e non sulla crescita del PIL, sfruttando gli ecosistemi in modo da mantenere la sostenibilità delle risorse della biosfera;
  • Invertire la rotta della crescita della popolazione umana (200.000 al giorno) e garantire la giustizia sociale ed economica.

Ma nonostante l’emergenza climatica e la crisi generata dalla pandemia di Covid resta sempre il problema di fondo: come è possibile creare le condizioni di una sopravvivenza comune, senza il saccheggio del pianeta e riconvertire l’economia in senso ecologico?

In realtà quello che prosegue è  la difesa di un sistema di sviluppo incompatibile con l’ambiente ma che è molto difficile da cambiare se non si mettono in discussione gli interessi economici dei grandi gruppi multinazionali e imperialisti. Quindi prevale di fatto un negazionismo della realtà di crisi climatica: che da una parte ha causato  la tragedia dei nuovi roghi in Amazzonia voluti da Bolsonaro; e dall’altra il negazionismo di coloro che non decidono azioni adeguate e finiscono per farne parlare il meno possibile. Si continua a dire che i problemi sono altri:  “il problema è la crescita”. Infine c’è un negazionismo opportunista che dice tutto e il contrario di tutto ma vede nella Green Economy il busines da sfruttare per fare più profitti, come sta avvenendo in Italia con la cosidetta transizione ecologica.

Con l’approvazione alla Camera della modifica costituzionale in merito alla tutela dell’ambiente si attribuisce alla Repubblica la tuela, oltre che del patrimonio paesaggistico, del patrimonio storico e artistico della nazione (già previsto nell’articolo 9 della Costituzione) anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nonché la necessità che la salute e l’ambiente siano garantiti da parte dell’economia, come la sicurezza, la libertà e la dignità umana.

Allora tutto bene?

Tutti sanno che una catastrofe è alle porte, ma hanno anche capito che per fermarla bisognerebbe cambiare alle radici l’organizzazione economica e sociale: però non sono disposti a farlo e non esiste un movimento nei luoghi di lavoro capace di mettere in discussione il come e il per cosa si produce.

Già  nel definire la legge PNRR (ripresa successivamente dalle misure del dopo covid) il governo italiano ha stabilito di fronteggiare l’emergenza climatica attraverso ecobonus e altre misure fiscali a favore dell’energia pulita, riduzione delle emissioni, risparmio energetico, mobilità… Ma è poca cosa.

Credo sia una pura illusione pensare che queste proposte possano essere portate avanti dall’alto senza una mobilitazione reale dal basso, senza la rinascita del movimento operaio e la sua capacità di contrattare e stabilire, a partire dalle grandi aziende, il “come si lavora e per cosa si lavora, per chi si lavora” e dunque senza riattivare nei territori le risorse umane, culturali, fisiche, economiche e sociali.

Penso che senza lo sviluppo di un grande movimento di lotta – che sappia coniugare la battaglia per i  miglioramenti sociali, economici, i diritti,  assieme a un progetto di conversione e cambiamento dell’economia – sia del tutto illusorio sperare che il cambiamento partirà dall’alto con lo sviluppo del business basato sullìeconomia cosiddetta verde.

Bisogna combattere contro  la ricetta di Carlo Bonomi e di Draghi che di fatto continuano a togliere “lacci e lacciuoli” e ogni regola sugli appalti; inoltre il 70%  dei 240 miliardi di euro del Recovery Plan sono andate  alle imprese (perché sostengono che sono esse a creare lavoro e non lo Stato e non chi lavora) continuando così nella vecchia logica di lor signori che non hanno al centro gli interessi generali ma solo il profitto.

Servono  movimenti – in Italia, in Europa e in tutto il Mondo- di ampio respiro che obblighino le imprese a riconvertire e gli  Stati ad avere un ruolo fondamentale nell’indirizzo e gestione dell’economia.

(*) già dirigente sindacale Cgil

Le immagini – scelte dalla “bottega” – sono di Giuliano Spagnul

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Tiberio Tanzini

    Ma, spiegatemi un po’. Queste modifiche della Costituzione cosa cambiano nel corpo normativo legilativo? consentono di fare leggi più efficaci? in realtà la protezione del paesaggo tradotta in termini attuali comprendeva già la protezione dell’ambiente e l’enorme corpo normativo in matera ambientale, il cd codice dell’ambiente D.lgs 152/06 è stato fatto senza bisogno d modifice della costtuzone, addirittura della sacra e intangibile prima parte.
    Ci sono forse leggi a protezione dell’ambiente e degli animali che non si potevano approvare in quanto sarebbero state incostituzionali?
    La mia opinione è che ci troviamo davant ad una operazione di manipolazione della Costituzione. Tempo un anno temo che verranno fuori modifiche alla prima parte della Costitzione che saranno ben più pregnanti, purtroppo.

  • Egr. sig. Tiberio,

    se il Senato si mantiene sulla stessa impostazione della Camera dei Deputati credo lquesta riforma apportata migliori l’art.9) della Costituzione, con l’aggiunta del comma 3) che cita testualmente : “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle futere generazioni . La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”:

    Il problema vero, invece, è questo :” Questo Parlamento sarà capace di elaborare ed approvare un testo di legge che tuteli davvero gli animali , cominciando dalla chiusura degli allevamenti intensivi e del modo di come vengono trasportati questi animali

    , …. un problema questo Parlamento e questo Governo attuali che finora non si sono nemmeno presi la briga di discutere – neppure dopo la mutazione del Covid-19 a contatto con i Visoni di mezza Europa del Nord !

    E, tantomeno, credo che lo vorranno fare ora che questo Governo e il suo Ministro alla transizione ecologica Cingolani, trincerandosi dietro la necessità di rimettere in moto lo sviluppo del nostro Paese pensano solo a come si può estrarre quanto più gas possibile per garantire quanta più energia a basso costo alle imprese e se fregano altamente delle bonifiche ambientali e della tutela dei territori:

    Attenti ai DDL Semplificazione che servono solo a fare ulteriori regali alle imprese a danno dell’ambiente e della salute umana ea svilire le norme vigenti a tutela dell’ambiente del territorio e della salute umana, anche con alcuni accorgimenti che tendono a limitare la possibilità stessa delle associazioni ad adire a vie legali per richiedere il giusto e dovuto risarcimento danno ed espropriando le stesse AA.Reg.li dei pochi poteri di programmazione concorrenti che ancora restano a loro!

    E così che si straccia pezzo per pezzo la nostra Costituzione e Renzi, Gentiloni e lo stesso Conti, nella veste di Capi del Governo, sono stati molto bravi a farlo!

    Cordiali saluti, Onofrio Infantile

    Salerno, 13 febbraio 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *