Emilia-Romagna: come massacrare un territorio

1 – Un libro in opposizione al nuovo disegno di legge; 2 – un estratto dalla performance teatrale di Ezio Righi

È uscito «Consumo di luogo. Neoliberismo nel disegno di legge urbanistica dell’Emilia-Romagna», a cura di Ilaria Agostini, prefazione di Tomaso Montanari (Pendragon, 2017: 112 pagine, 8 euro).

Il libro collettivo nasce a seguito della presentazione del progetto di legge Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio (4223) della Regione Emilia-Romagna. Per i suoi contenuti di stampo neoliberista e per il ruolo nazionale che la regione ricopre nella pianificazione, il disegno di legge urbanistica ha suscitato un immediato allarme tra intellettuali e urbanisti critici e, nelle forze politiche di opposizione, L’Altra Emilia Romagna e Movimento 5 Stelle. (*)

Gli autori del libro – le moderne “cassandre” di cui scrive in prefazione Tomaso Montanari – denunciano pubblicamente i rischi di una legge che favorirà un inedito consumo di luoghi – urbani e rurali – e un restringimento degli spazi di democrazia e di autodeterminazione, in nome dell’interesse privato e speculativo.

Dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, della semplificazione e della negoziazione, si nasconde il pericolo di un’«eclissi della pianificazione». In particolare, se il disegno di legge si trasformerà in legge: il piano urbanistico sarà sostituito da “accordi operativi”; il consumo di suolo sarà garantito per un altro 3%, pari a centinaia di chilometri quadrati di nuova edificazione; il tessuto delle città storiche potrà essere interessato da demolizioni; la semplificazione riguarderà solo i grandi operatori generando un doppio regime normativo.

«Consumo di luogo. Neoliberismo nel disegno di legge urbanistica dell’Emilia-Romagna»: prefazione di Tomaso Montanari. Contributi di: Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Sergio Caserta, Pier Luigi Cervellati, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano.

Ed ecco un brano di «Farsa, commedia o tragedia? La morte del Piano Urbanistico Generale» che l’architetto Ezio Righi ha tratto dal suo testo in «Consumo di luogo» per alcune iniziative di informazione.

Farsa, commedia o tragedia? La morte del Piano Urbanistico Generale

SINDACO: Spiegami.

DIRIGENTE: Il componente essenziale del PUG è – o sarebbe – la Strategia. Sul suo riferimento dovrebbero essere definite le discipline del territorio urbanizzato, delle nuove urbanizzazioni e del territorio rurale.

ASSESSORE: Scusa, ma perché tutti questi «dovrebbe», «sarebbe»…?

DIRIGENTE: Eh, perché i contenuti della Strategia sono tanto impalpabili da essere intraducibili in termini di disciplina del territorio. La legge le assegna una quantità di obiettivi, compreso – figurati – l’adattamento ai cambiamenti climatici. Non le consente però di intromettersi efficacemente nelle più importanti trasformazioni del territorio e della città.

SINDACO: Non ci credo.

DIRIGENTE: No no, è proprio così. Ancor prima di indicarne compiti e contenuti, la legge mette bene in chiaro che la Strategia non può e non deve avere alcun valore obbligatorio. Guarda qui l’articolo 24: le sue indicazioni cartografiche (bada bene, solo «ideo-grammatiche»!) possono essere liberamente modificate in sede attuativa, cioè in sede di accordi operativi con i privati proprietari. E se la Strategia fosse tanto presuntuosa da stabilire criteri di localizzazione, indici di edificabilità, modalità di intervento, usi e parametri urbanistici ed edilizi, anche questi potrebbero essere liberamente cambiati dagli accordi operativi, senza necessità di varianti al PUG.

ASSESSORE: Beh, bene, questa è la flessibilità che ci vuole…

(*) cfr Emilia-Romagna, legge urbanistica: nell’interesse di pochi  e  Rer, nuova legge urbanistica: «il territorio…

QUI UN LINK utile: http://radioblackout.org/2017/07/consumo-di-luogo-la-nuova-legge-urbanisticadellemilia-romagna/

 

Redazione
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