Emily Dickinson: «In casa ero…»

252esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

In casa ero la più piccina –
Mi ero scelta la stanza più piccola –
Di notte, la lampada, il libro –
e un geranio –

In questa posizione potevo afferrare la menta
che non smetteva mai di cadere –
E poi il cestino –
Fammi pensare – sono sicura
questo era tutto –

Non parlavo mai – se non quando mi si rivolgeva la parola –
E in quei casi, poche parole a bassa voce –
Non sopportavo di vivere – ad alta voce –
mi vergognavo talmente del chiasso –

E se non fosse stato che era così lontano –
e che tutti quelli che conoscevo
ci andavano – avevo spesso pensato
con quanta discrezione – sarei potuta morire.

[traduzione di Barbara Lanati]

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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