Enrico Pili: persona generosa in tutto

Così lo ricordano Christiana De Caldas Brito, Donata Frigerio, Lance Henson e Andrea Mameli

Il meglio del blog-bottega /140…. andando a ritroso nel tempo (*)

 

IN MEMORIA DI ENRICO
Il 30 agosto 2010 moriva Enrico Pili.  Persona generosa in tutto (e di ironia super-generosa), divorata dall’ansia dello scrivere ma anche del fare invece di solo dire.
Fossero acrocristici, poesie, romanzi o strani diari di viaggio – come “
Adesso, a poche ore da qui” – in tutte le cose che Enrico scriveva sorprendentemente riusciva a combinare Congo e Sardegna, la grande storia e i Tazenda, le battute e le tragedie, la storia recente (Luigino Scricciolo) e antica (la Madonna dello schiavo a Carloforte)  in una lingua italo-anglo-sarda-swahili che avvinghiava.
Io l’ho ricordato in blog un anno fa (Buon viaggio Enrico) ma altre/i allora non hanno avuto occasione di farlo.
Per questo ho chiesto ad alcune amiche/i di Enrico di ricordarlo in blog e da domani (alle 12) inizio a pubblicare i ricordi che via via mi arrivano.
Se altre/i si vorranno aggiungere, bene: ovviamente ognuna/o sceglierà il modo (serio o ironico) e la forma letteraria (racconto, lettera, articolo, poesia…) che preferisce.
Noi qui – lo dico con un verso di Peppino Mereu , che Enrico citava sempre – abbiamo un problema: “
Su quisitu est de cumbincher tantu appetitu“, insomma di combattere la fame: per prima quella materiale ma anche le altre, la fame di giustizia, di cultura, di affetti…
E certamente Enrico ci ha sfamati, ogni volta che ha potuto, di tutto quello che aveva.
(
db)

ECCO I LINK

Due poesie per Enrico Pili (di SDM e Lance Henson)

Ricordando Enrico di Christiana De Caldas Brito

Ricordando Enrico (di Andrea Mameli)

Ricordando Enrico (di Donata)

Ricordando Enrico (di Lance Henson)

 

(*) Anche quest’anno la “bottega” recupera alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché quasi 14mila articoli (avete letto bene: 14 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

Redazione
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Un commento

  • Grande Enrico, Enrico dal cuore grande: attento a se stesso, alle sue scritture polifoniche, e disposto naturalmente a civile attenzione per altri ammalati di scrittura ai quali tenere sempre aperte le porte di una generosità priva di riserve.
    La vita dà, la vita prende. Lui se l’é preso improvvisamente, non dandoci il tempo di afferrarne una ultima concitata parola. Il suo scrivere era spesso febbrile e compresso, pompato in spazi stretti, sbollentato dal vento marino, intrecciato inestricabilmente, bisognoso di un respiro che lui non intendeva concedere mai: era la sua disciplina divenuta cifra ad imporglielo. Lui era sardo mica per finta.

    Mark Adin

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