Erika e Omar: mostri?

Chief Joseph parte da una tranquilla strage familiare e va in cerca di normali…

Il 21 febbraio 2001 a Novi Ligure la sedicenne Erika Di Nardo, aiutata dal fidanzatino Mauro “Omar” Favaro, uccide la madre e il fratello Gianluca di 11 anni

«Mondo nostro che sei sulla Terra dacci i nostri mostri quotidiani» parafrasando Padre Nostro

Chi sono i mostri? I due ragazzi di Novi Ligure o coloro che per farsi una dose uccidono una vecchietta sono davanti a noi: chiedono solo di essere smascherati e cancellati perché il nostro contesto non può sopportare queste presenze.

Ma noi chi siamo? Come si caratterizzano i non mostri, i cosiddetti normali?

Normali sono coloro che si sentono buoni e sono pervasi da un’emozione profonda quando, con le lacrime agli occhi, commentano una giovane vita perduta. Coloro che si sentono salvi quando, con rabbia, scoprono l’assassino. Coloro che, con entusiasmo, partecipano alla raccolta di fondi per i terremotati e i poveri. Coloro che pensano di aver riempito la giornata quando si degnano di scambiare quattro chiacchiere per strada con l‘extracomunitario o con un “diverso”. Coloro che accettano tutti ma a condizione che ognuno osservi le regole che il consesso civile si è dato (o subisce?). In praticaè il contraltare del mostro.

Costoro però sono anche altro. Per esempio hanno beotamente accettato di alimentare una perfetta macchina, che trasforma cellulosa in proteine (vedi allevamenti animali) in un clone che cancella la sua natura. Poi gli artefici del reato contro la natura pretendono addirittura di essere risarciti per il male che hanno fatto. Sono coloro che producono in un sistema dove 30 milioni di persone muoiono di fame (e più di un miliardo vive sotto la soglia della povertà) ma nella Comunità Europea vengono annualmente distrutti miliardi e miliardi di eccedenze alimentari. Sono coloro che organizzano cene umanitarie – per rimpinzarsi di cibo – con lo scopo di dar da mangiare agli affamati.

I normali si caratterizzano anche per altre cose. Vedono la televisione 4 o anche 8 ore al giorno, leggono avidamente di sport e di gossip. Normali sono coloro che hanno premeditatamente ucciso le emozioni staccando il collegamento fra la pancia, il cuore e il cervello. Piangono sì ma non sono in grado di elaborare la loro emozione facendola diventare motore della riflessione. Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è poca cosa rispetto alle gigantesche di-scariche di emozioni che emano un insopportabile fetore di morte e distruzione.

Per queste ragioni è più facile parlare con i drogati, disposti a tutto in cambio di una dose, e con i mostri perché in qualche modo hanno obiettivi, per aberranti che siano, .

I sepolcri imbiancati che mi circondano producono ansia e terrore perché sono sempre “gravidi” e – al riparo di vasi di fiori e luci colorate – partoriscono esseri informi e orripilanti a cui hanno attribuito il compito di farli sentire meno… mostruosi.

In “bottega” cfr Scor-data: 21 febbraio 2001 e Alcuni delitti…

L’immagine scelta dalla “bottega” è un fotogramma del film «Monsieur Verdoux», lo scandaloso film (del 1947) di Charlie Chaplin. Nella sua autodifesa finale il protagonista dice: «Non vedo perché io dovrei essere condannato per aver ucciso qualche vedova, quando lo Stato ne crea migliaia ogni giorno». Nella Francia del primo dopoguerra Henri Verdoux, impiegato bancario, viene licenziato dopo trent’anni. Per mantenere la moglie inferma e un bimbo piccolo finisce per darsi al delitto, uccidendo ricche vedove e vecchie zitelle. Un assassino su piccola scala di fronte a chi ha appena massacrato milioni di persone ma – essendo lo Stato – si assolve.

 

COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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