eroi del nostro tempo
di Francesco Masala,
dice Wikipedia che “un hacker è una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che le vengono imposte nel campo della tecnologia, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse , ma in tutti gli aspetti della vita. (da qui)
…Pekka Himanen, nella sua opera L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazione…spiega che un hacker non è (come si crede comunemente) un criminale, vandalo o pirata informatico con grandi competenze tecniche (questo è il “cracker”), ma l’hacker è chiunque lavori con grande passione ed entusiasmo per quello che fa.
Gli hacker, condividendo risorse e formando community in cui si verifichi un continuo e costante scambio di informazioni e insegnamenti, recuperano valori tipici della società moderna europea, dando nuovo vigore all’etica della cittadinanza; in questa etica riveste un ruolo centrale il computer, che accresce la libertà di espressione e attraverso cui i valori della società taylorista e fordista vengono rivisti e stravolti. L’etica hacker è un’etica di tipo assiologico, ovvero è un’etica basata su una determinata serie di valori. Himanen ne elenca alcuni fondamentali:
- Passione
- Libertà
- Coscienza sociale
- Verità
- Antifascismo
- Anti-Corruzione
- Lotta contro l’alienazione dell’uomo
- Eguaglianza sociale
- Accesso libero all’informazione (Cultura Libera)
- Valore sociale (riconoscenza tra simili)
- Accessibilità alla rete
- Attivismo
- Responsabilità
- Creatività
Il collettivo di hacker comunisti turchi RedHack nella giornata di ieri, venerdì 14 novembre, ha annunciato sul suo profilo Twitter di avere hackerato il sito della Turkey Electricity Transmission Company (tuttora in down) e di aver cancellato le fatture in sospeso di migliaia di cittadini per un importo di 1,5 miliardi di lire turche, pari all’incirca a 665mila dollari. RedHack ha inoltre fatto trapelare i nomi utente e le password appartenenti ai gestori dell’amministrazione della società elettrica.
Anonymous: “Questa tragedia deve diventare la base per una riforma della legislazione sui crimini informatici, e su come viene applicata da procuratori troppo zelanti. Può rappresentare un’occasione per rivedere le leggi sul copyright, che proteggono i guadagni di pochi a sfavore del beneficio di molti. Ancora, la tragedia di Aaron può essere la base per un rinnovato impegno per garantire a tutti una Rete libera da censura, e accessibile da chiunque”
“LA DEPRESSIONE è quello stato d’animo di quando ci si sente soli, o qualcuno che amiamo se ne va, o un progetto sfuma. Ci si sente vuoti, senza valore. Solo che la depressione arriva, e se ne va, senza motivo”. Così scriveva Aaron Swartz sul suo blog nel 2007, quando il genio fragile del web, mente dietro Reddit, Creative Commons, Rss 1.0, era poco più che ventenne. La Rete lo ricorda oggi con un memoriale digitale, un Tumblr in cui tutti possono lasciare le proprie parole per Aaron…
…Arriva anche il saluto del papà del World Wide Web, Tim Berners-Lee. Il “Sir” della Rete scrive su Twitter: “Addio Aaron. Viaggiatori del mondo, abbiamo perso uno dei nostri saggi. Attivisti digitali, siamo uno in meno. Genitori del mondo, abbiamo perso un figlio. Lasciateci piangere”…
…Una persona sotto sorveglianza non è più libera; una società sotto sorveglianza non è più una democrazia. Per mantenere una qualche autenticità i nostri diritti democratici devono valere nello spazio virtuale come in quello reale.
* La sorveglianza viola la sfera privata, e compromette la libertà di pensiero e di opinione.
* La sorveglianza di massa tratta ogni cittadino alla stregua di un potenziale sospetto. Sovverte una delle nostre conquiste storiche, la presunzione di innocenza.
* La sorveglianza rende l’individuo trasparente, mentre lo stato e le grandi imprese operano in segreto. Come abbiamo visto questo potere è oggetto di abusi sistematici.
* La sorveglianza è furto. Questi dati non sono proprietà pubblica: appartengono a noi. Nel momento in cui vengono usati per prevedere il nostro comportamento veniamo derubati di qualcos’altro: il principio del libero arbitrio, fondamentale per la libertà democratica.