Stop alle stragi del profitto

 appello per la grande manifestazione nazionale – a Roma il 9 ottobre –  “Stop alle stragi del profitto”. A seguire una perizia choc al processo sul ciclone Cleopatra che il 18 novembre 2013 devastò Olbia

Non sono incidenti o calamità

Una campagna per il riconoscimento dei diritti delle vittime delle stragi causate da attività economiche e una grande manifestazione nazionale, “Stop alle stragi del profitto”, a Roma (9 ottobre) di sostegno alle vittime delle stragi impunite. Sono le proposte dei sopravvissuti, dei parenti, dei compagni di lavoro, degli amici e delle amiche di abitanti feriti da disastri industriali e ambientali.

In un appello, tra l’altro, scrivono: “Non ci rassegniamo all’idea che in qualsiasi momento, in un posto qualsiasi del Paese, ai danni di persone ignare, una montagna possa franare su una diga (Vajont), o che una diga fatta di fango possa precipitare a valle (Stava), una nave passeggeri entri in collisione con una petroliera (Moby Prince), un aereo militare precipiti su una scuola (Casalecchio di Reno) o abbatta una funivia (Cavalese), che sostanze tossiche e cancerogene vengano impiegate nei cicli produttivi e rilasciate nell’ambiente (Amianto, Cvm, Pfas, Pcb), che ponti possano crollare per mancanza di manutenzione (Genova), che edifici pubblici possano essere costruite senza rispettare le norme antisismiche (Amatrice, Norcia, Centro Italia), che infrastrutture possano essere esposte a rischi prevedibili (Torre piloti di Genova), che un treno di materiali infiammabili possa deragliare tra le case (Viareggio), che un altoforno possa esplodere (Torino), che lavoratori cadano dai ponteggi per il mancato rispetto delle norme di sicurezza che… i casi sono troppi per essere qui tutti ricordati…”.

I loro obiettivi? “Ci battiamo per fare emergere la verità sulle cause dei disastri industriali, ambientali e le malattie e le morti su tutti i luoghi di lavoro (pubblici o privati) e ovunque essi avvengano. Non accettiamo che la vita delle persone (a loro insaputa) possa essere messa a rischio per motivi economici. Chiediamo leggi, normative e comportamenti responsabili. Chiediamo giustizia ora per ottenere più prevenzione in futuro…”.

Per questo sono in cerca di sostegno: “Chiamiamo le associazioni, i comitati, le forze sindacali e politiche più sensibili ad esprimersi e sostenerci attivamente e con l’aiuto delle persone competenti, degli esperti, dei medici, dei giuristi … per formulare le richieste di modifica del sistema giuridico nei modi più concreti e puntuali a favore delle vittime. Alla fine di questo lavoro di elaborazione delle proposte, è nostra intenzione aprire una campagna per il riconoscimento dei diritti delle vittime delle stragi industriali, ambientali e del profitto…”.

Appello completo Download

Manifesto dell’iniziativa nazionale del 9 ottobre 2021 Download

https://comune-info.net/non-sono-incidenti-o-calamita

Ciclone Cleopatra, perizia choc in aula: “Non è stato un evento imprevedibile

Il ciclone Cleopatra che il 18 novembre 2013 devastò Olbia causando la morte di sei persone non fu un evento eccezionale e imprevedibile. Suona quasi come un colpo di scena la relazione del geologo Alfonso Bellini, depositata ieri in Corte d’appello a Sassari, dove è in corso il processo di secondo grado che vede imputati per omicidio colposo plurimo e disastro colposo l’allora sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli e i dirigenti del Comune, Gabriella PalermoAntonello ZandaGiuseppe Budroni, tutti assolti in primo grado.

La relazione del perito nominato dalla Corte risponde punto su punto alle domande formulate dai giudici, dagli avvocati della difesa e dai legali di parte civile che rappresentano le famiglie delle vittime. La perizia rileva che sarebbe stato sufficiente mettere in atto il Piano di emergenza comunale per evitare che l’alluvione si trasformasse in tragedia.

L’evento non sarebbe da considerare eccezionale e imprevedibile perché l’arrivo della forte perturbazione era stato annunciato dal giorno prima, con un’allerta meteo diramata domenica 17 novembre, e ci sarebbe stato tutto il tempo necessario per adottare le minime misure di sicurezza…

da qui

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • 9 OTTOBRE 2021 – ROMA MANIFESTAZIONE NAZIONALE STOP ALLE STRAGI DEL PROFITTO
    GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEI DISASTRI (CRIMINI) INDUSTRIALI E AMBIENTALI
    ore 11 PRESIDIO IN PIAZZA MONTECITORIO
    seguiranno DELEGAZIONI IN CORTEO PRESSO LE ISTITUZIONI
    ore 15-17 ASSEMBLEA PUBBLICA APERTA A TUTTI CON LA PARTECIPAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME c/o CAPPELLA ORSINI,VIA GROTTA PINTA 21, ROMA (ZONA CAMPO DEI FIORI)
    Cosa chiediamo
    Dalle esperienze in corso -nel dramma quotidiano che le vittime dei disastri
    industriali e ambientali devono attraversare per far emergere la verità dei fatti e il
    riconoscimento dei loro diritti- emergono comuni esigenze. È giunto il momento di
    formulare una vera e propria piattaforma di istanze da presentare ai decisori politici affinché rimuovano tutto ciò che impedisce la ricerca di verità e giustizia. Quella che segue è solo una prima indicazione di punti (per grandi titoli) su cui chiamiamo le associazioni, i comitati, le forze sindacali e politiche più sensibili ad esprimersi e sostenerci attivamente e con l’aiuto delle persone competenti, degli esperti, dei medici, dei giuristi … per formulare le richieste di modifica del sistema giuridico nei modi più concreti e puntuali a favore delle vittime. Alla fine di questo lavoro di elaborazione delle proposte, è nostra intenzione aprire una campagna per il riconoscimento dei diritti delle vittime delle stragi industriali, ambientali e del profitto.
    1) LE VITTIME
    Le vittime, le persone offese e le parti civili (i superstiti, i parenti, le
    comunità colpite) dei crimini provocati da attività imprenditoriali
    finalizzate ad ottenere profitti economici (lucro) vanno poste al centro
    delle procedure volte alla scoperta della verità dei fatti, in tutte le fasi
    istruttorie, dibattimentali, civili e penali. La dignità delle vittime e il
    loro diritto ad ottenere giustizia deve essere riconosciuto prima (o
    quantomeno, al pari) del diritto alla difesa degli accusati. Il diritto
    morale al riconoscimento della verità dei fatti non può in alcun modo
    essere “compensato” con il risarcimento economico del danno subito.
    Chiediamo che venga posta fine ad una pratica ricattatoria umiliante
    che favorisce la parte in giudizio che ha più potere economico.
    Rifiutiamo la “ragione economica”, protetta dallo Stato, prevalente su
    tutto il resto. A tal fine chiediamo che venga messo in atto tutto
    quanto possa servire al riconoscimento pieno dei diritti delle vittime:
    a) perfezionare in Costituzione il principio del “giusto processo” (art.
    111), attribuendo alle vittime del reato un ruolo specifico all’interno
    del processo penale. Sosteniamo la difesa della riforma della
    prescrizione attualmente in vigore e al tempo stesso richiediamo
    venga fissata la durata dei processi;
    b) apportare modifiche del codice di procedura penale, volte ad
    attribuire un ruolo più significativo nel processo penale alla persona
    offesa del reato, anche se non costituita parte civile (e quindi a
    prescindere da qualsiasi pretesa economica);
    c) apportare modifiche del Codice civile, ancora in vigore, precedente la
    Costituzione, che riguarda le responsabilità sociali e ambientali delle
    imprese.
    2) L’AMBIENTE
    Come ha dimostrato la pandemia provocata dal virus Sars-Cov-2, la
    salute di ogni persona è intimamente correlata alla possibilità di
    vivere e lavorare in un ambiente naturale salubre. In questo senso la
    prevenzione primaria è quella che minimizza i rischi sanitari,
    alimentari, idrogeologici, tecnologici e garantisce condizioni
    biogeofisiche armoniose. A tal fine è necessario che venga garantito
    non solo il diritto di ogni persona a vivere in un ambiente sano, ma
    che venga riconosciuto il diritto stesso della Natura (biosfera) ad
    evolversi e rigenerarsi al riparo dalle aggressioni antropiche che
    stanno provocando un vero biocidio (cambiamenti climatici, perdita
    di biodiversità, inquinamenti di ogni tipo). La disponibilità del
    Governo Draghi ad introdurre in Costituzione la nozione di “sviluppo
    sostenibile” va di molto precisata ed ampliata fino al riconoscimento
    della biosfera come bene comune inalienabile dell’umanità.
    3) LA CULTURA
    La pandemia ha anche dimostrato come sia fondamentale diffondere
    la cultura della responsabilità sociale. Ogni cittadino deve essere
    accompagnato, fin dal primo ciclo scolastico, a sentire il dovere di
    occuparsi del bene collettivo e impegnarsi a difendere la salute e la
    sicurezza del suo prossimo. E’ necessario che nelle scuole, oltre
    l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione civica e
    dell’educazione ambientale prevista dalla legge n. 92/2019, venga
    insegnata e sollecitata in tutti i modi proprio la responsabilità di
    ognuno verso gli altri.
    4) LA LEGGE
    Nel concreto, al fine di garantire la prevenzione e il perseguimento
    dei reati contro la sicurezza collettiva e l’ambiente si devono
    introdurre urgentemente delle modifiche normative. Ne proponiamo
    alcune:
    a) emanazione, da parte del Parlamento, di una riforma delle norme
    che regolano i tempi della prescrizione per i disastri ambientali e
    sul lavoro. Modifica delle norme del Codice penale sul reato di
    disastro (e in particolare degli Artt. 434, 449 e 452-quater del
    codice penale), volte a chiarire testualmente che per il reato di
    disastro ambientale la prescrizione non inizia a decorrere fino a
    che non siano cessati gli effetti lesivi o pericolosi per l’ambiente e
    per le persone derivanti dal reato;
    b) creazione di una Procura nazionale unica altamente specializzata
    per i disastri che riguardano reati sulla sicurezza del lavoro,
    ambientali, calamitosi e anche alimentari. Così come è avvenuto
    per i reati contro la mafia e il terrorismo, al fine di ottenere il più
    qualificato e rapido svolgimento delle indagini e dei processi;
    c) immaginare le soluzioni normative volte a contrastare la falsa
    rappresentazione della scienza nelle aule di giustizia. Formuliamo
    alcune proposte: 1) richiedere per l’iscrizione nell’Albo dei
    consulenti d’ufficio la presentazione di un Cv analitico che dia
    conto delle esperienze professionali e giudiziarie di chi si vuole
    iscrivere; 2) equiparare gli obblighi e le responsabilità del
    consulente della parte a quelli dei periti del giudice; 3) rivalutare i
    trattamenti dei consulenti dei giudici per ridurre la sperequazione
    con i consulenti di parte;
    d) creazione di un Osservatorio nazionale delle malattie e delle morti
    professionali e il potenziamento degli ispettorati e degli organi di
    vigilanza (Asl, Inail, ecc.), in modo che siano in grado di valutare
    con competenza già ex ante le valutazioni del rischio delle imprese e
    delle opere;
    e) rafforzare il sistema legislativo a tutela della sicurezza della
    collettività e dell’ambiente approfondendo l’applicazione degli
    strumenti di deterrenza contro la criminalità d’impresa;
    f) con una importante e recentissima sentenza, resa a Sezioni Unite
    (sentenza n.16601 del 2017), la Cassazione ha fatto crollare il
    muro che impediva il riconoscimento nel nostro Paese di sentenze
    rese all’estero con condanna dalla parte convenuta al risarcimento
    dei cosiddetti danni punitivi. Noi vogliamo che sia riconosciuto al
    danneggiato un risarcimento parametrato ai profitti realizzati
    dall’autore del fatto, connotato a una funzione punitiva e
    deterrente;
    g) rafforzare le misure interdittive e punitive del decreto legislativo
    231/2001 per colpire le responsabilità amministrativa delle
    imprese, in particolare la misura del commissariamento dell’ente;
    h) consentire alle associazioni, ai comitati, ai gruppi attivi di
    cittadini/e che hanno subito eventi calamitosi di partecipare a
    pieno titolo in tutte le sedi (Protezione civile, Comuni,
    amministrazioni regionali e statali) nei processi decisionali che
    riguardano gli aiuti immediati, la ricostruzione dei beni e la tutela
    dei luoghi colpiti. Ciò al fine di ottenere la massima trasparenza
    nell’utilizzo dei fondi pubblici e di solidarietà, evitare sprechi,
    corruzione e sperequazioni di trattamento tra le persone bisognose
    d’aiuto.
    i) modificare la legge n.101/2011 che istituisce la “Giornata
    nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e
    industriali” eliminando la parola “incuria”, che minimizza le
    responsabilità
    SU http://www.medicinademocratica.org IL TESTO COMPLETO DELL’APPELLO

  • 9 ottobre 2021 a Roma
    di Doriana Goracci
    «Chiediamo giustizia e che questi gravissimi reati non cadano in prescrizione». Delle 60 associazioni che aderivano dei “parenti delle vittime dei disastri ambientali e industriali”, in piazza Santi Apostoli a Roma ci saranno state forse 100 persone e forse meno, 10.000 e forse più per il “no Green Pass” a Roma, a Piazza del Popolo, il 9 ottobre 2021. Il 9 ottobre 2021, ricordando il Vajont, che tutti i Media hanno scordato eppure ci furono quasi 2.000 morti…, si sono riuniti a Roma in piazza Santi Apostoli i familiari delle vittime delle tante stragi italiane che hanno spezzato centinaia di vite. La rivendicazione è del Comitato 9 ottobre che ha manifestato nella “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali” istituita sul ricordo della strage del Vajont.
    In piazza c’erano i parenti delle stragi ambientali, dei trasporti e sul lavoro che hanno colpito l’Italia. Gianluca Tanda che ha perso il fratello nella strage di Rigopiano. Lucia Vastano dell’Associazione Cittadini per la Memoria del Vajont, Fulvio Aurora dell’Associazione Italiana Esposti all’Amianto,Mario Sanna, padre di Filippo morto nel terremoto di Amatrice, dell’Associazione il Sorriso di Filippo, Daniela Rombi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio, Gianni Devani dell’Associazione Vittime del Salvemini, Anna Aloysi dell’associazione Maria Aloysi incidente ferroviario di Andria, Lalla Quinti di Medicina democratica in rappresentanza dei morti sul lavoro e Moni Ovadia che farà “una orazione laica”.Ma idealmente ci sono anche i parenti della Moby Prince, del ponte Morandi, dalle Terre dei fuochi all’amianto e di tutte le associazioni e i familiari dei morti sul lavoro.”Anche se abbiamo già ottenuto dal Parlamento un primo riconoscimento (Legge 14 giugno 2011) ora è necessario agire concretamente riguardo alle normative esistenti che impediscono l’effettivo riconoscimento dei diritti delle vittime ed evitare l’esito inaccettabile della ‘prescrizione’ per reati di questo tipo.L’improcedibilità dei processi introdotta con la recente riforma Cartabia è la negazione di questo diritto delle vittime e dovere dello Stato”.
    Era la fine del 2012, quando il Senato approvò all’unanimità e in via definitiva il ddl n. 2362 che istituiva la Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo.
    La data prescelta era il 9 ottobre, anniversario della tragedia del Vajont il 9 ottobre del 1963. “Il valore della proposta è dato dalla riflessione sul rapporto tra sviluppo e tutela ambientale che tali ricorrenze debbono sollecitare nella coscienza civile del Paese, perché siano evitati in futuro i lutti e i disastri del passato”.
    La nuova legge prevedeva la possibilità di organizzare “sul territorio nazionale manifestazioni, cerimonie, incontri e momenti comuni di ricordo dei fatti accaduti e di riflessione sui fatti medesimi, anche nelle scuole di ogni ordine e grado” per creare “una maggiore consapevolezza dei rischi connessi ad interventi che alterano gli equilibri del territorio e della necessita’ di tutelare il patrimonio ambientale del Paese”.
    Il 9 ottobre 2021, a Roma, queste erano le persone in piazza, per me: su tutto il resto cala il mio più profondo disprezzo.
    foto video su https://www.agoravox.it/9-ottobre-2021-a-Roma.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *