Estasi del divieto

di Clelia Farris

Lo so, non dovrei farlo.

È più forte di me.

Il suo profumo è così intenso che

mi raggiunge attraverso lo spiraglio del finestrino, mentre sono intenta a lavorare nel laboratorio.

Un odore caldo, piccante, un’ondata gonfia di spezie, il fresco del cumino, l’accento dolce dello zucchero e la punta acida della cannella.

Il Rosso lascia il segno. Una volta sfiorati dalla porzione aerea del suo essere, si desidera conoscere anche quella materiale.

Oltrepasso il finestrino.

Di là c’è il mondo, anzi, il Mondo. Un caos avvincente di suoni, odori, sapori, colori in attesa di classificazione.

Attraverso rapida il breve vicolo che separa le nostre abitazioni e mi fermo sul bordo della sua finestra. Il Rosso è lì, dall’altra parte, si rigira in se stesso, ignaro della sua potenzialità corruttrice.

Sono qui, Rosso! Voglio essere corrotta.

Quando mi insinuo dentro la sua casa lui non se ne accorge, non faccio alcun rumore. Mi avvicino. Il Rosso è quieto. Dorme ed esala il suo aroma: l’innocenza del tentatore.

Con misurata lentezza mi accosto al bordo del suo letto e studio una serie di prudenti manovre di avvicinamento. Non voglio che si agiti. Infine riesco a toccarlo, ma piano. Scivolo trepida sulla sua pelle scarlatta, è rosso ovunque, anche nei luoghi segreti; lui si muove appena, si rigira, forse sta sognando e senza volerlo mi si offre. Oh, penetrarlo con leggerezza.

È morbido, è bollente, è pericoloso. Mi brucerà l’anima, lo so, ma spingo ancora un poco. Lui freme. Avanzo. Cede. Spingo sino in fondo. Estasi.

Quando mi ritraggo sono sporca del suo succo piccante. Mi accascio su un fianco, ogni minuto di abbandono può essermi fatale, già si sente un trapestìo nelle altre stanze della casa. Lui non è mai solo. Mi ripulisco alla bell’e meglio. Volo via.

Torno di là, nel luogo del bianco e nero, della dolcezza e della severità, giusto in tempo per sentire la predica serale. Mi accomodo vicino alle consorelle e le sento confabulare tra loro.

Hai udito?” mi si rivolge la più giovane. “Una di noi è stata vista introdursi nel ristorante messicano.”

Sappiamo tutti cosa cucinano di là” commenta l’altra sdegnata.

La magna mosca, dall’alto della cima bianca di una colossale meringa, sta concludendo il sermone ricordandoci i nostri precetti.

Noi tocchiamo e non siamo toccate” ammonisce la grassa virtuosa.

Noi lasciamo tracce e non siamo imbrattate” ripete colei che è vissuta di soli dolciumi, la santa magna mosca del laboratorio di pasticceria.

Noi sfioriamo e non siamo sfiorate” conclude. Subito le consorelle fanno echeggiare l’antifona.

Vorrei vederti al cospetto del Rosso bollente chili messicano, magna mosca. Ahi, mi sono bruciacchiata un’ala, non avrei dovuto tuffarmici dentro. Bzzz.

Redazione
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9 commenti

  • Frizzante, ironico, pornozoologico. Geniale.

  • Strana storia… fa pensare a un’empousa a un certo punto… in visita a un giovanetto dai capelli rossi, che nei ricettari degli apotecari medievali ( “Il sugo della vita” di Piero Camporesi illumina in tal senso ) era indicato come il latore di sangue più “ricostituente” ( anche per i Papi, sia chiaro. Tutti ematofagi e anche una puntina necrofagi a quei tempi… alla strafaccia dell’accusa del sangue rivolta agli ebrei… ). La citazione della congrega di consorelle poi… apre parecchie riflessioni… oltre a un sorriso pieno, fin dentro l’anima e ai complimenti per il gioco di specchi.

  • Grazie.
    Ogni tanto un po’ di fantascienza ironica aiuta.
    Clelia

  • Questa faccenda del giovinetto rosso di pelo non la sapevo. Interessante.
    In realtà volevo scrivere qualcosa a favore del salato e contro il dolce. Sembra che l’umanità si divida in questi due partiti.

  • Beh, e il resto? tutti gli altri racconti che questa inaspettatata e per me sconosciuta signora Clelia Ferris sicuramente ha in serbo, quando arrivano? Questo è l’antipasto, ma il primo? e il secondo? frutta, dolce, caffé, annazzacaffé… Clelia, hai stuzzicato gli appetitti, bigna (nel senso di bisogna) che provvedi al pasto completo…

  • Spiacente Mauro, era un piatto unico. In genere sforno romanzi, ma qui sul blog di Daniele dovrebbe esserci qualche altra piccola portata.
    Ciao.
    Clelia

  • clelia pierangela pieri

    Avvincente e profumato di vita, questo racconto. Mi è piaciuto molto.
    Grazie.
    c.

  • Grazie a te. Sono felice che ti sia piaciuto. Piccolo racconto, grande soddisfazione.
    Clelia

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