“Eventi estremi” di Tonino Perna

di Gian Marco Martignoni

Dopo il pregevole “Destra e Sinistra nell’Europa del XXI secolo” (2006) Tonino Perna con “Eventi Estremi” (Altreconomia edizioni: pagg. 144 per 12 €) ci propone un’altra importante riflessione a partire dall’individuazione di un parallelismo curioso e bizzarro, l’avvenuta coincidenza tra il linguaggio dei meteorologi e quello degli analisti finanziari, ma assai efficace per descrivere con la medesima semantica gli sconvolgimenti climatici e finanziari provocati dalle “fluttuazioni giganti” determinate da una accelerazione dei processi causata dall’immissione nell’atmosfera di una grande quantità di CO2 e sul mercato di una enorme massa di denaro.

D’altronde, è stato rilevato come dal 1987 al 2002 abbiamo assistito a ben sette crisi finanziarie, cioè a grandi fluttuazioni che tendono ad autoalimentarsi nel tempo, tanto che l’ultima “turbolenza” che stiamo vivendo, con i ripetuti crolli degli indici di Borsa che “bruciano” miliardi in continuazione, non si sa quando esaurirà il suo corso, stante che la perdurante crisi da sovrapproduzione ha prodotto una divaricazione mai verificatasi in quest’ampiezza tra economia reale ed economia monetaria.

Con le drammatiche ripercussioni determinatesi in ogni entità nazionale per via dei tagli allo stato sociale e la caduta dei salari reali, in quanto l’iniezione di liquidità al sistema bancario è avvenuta all’insegna del motto “socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili”.

Al contempo, l’aumento dei gas serra e il surriscaldamento del clima del pianeta hanno prodotto ripetuti fenomeni di instabilità e tempeste climatiche sempre più violente, che hanno colpito le popolazioni più diseredate del mondo.

Infatti, i ricercatori di due università americane hanno rilevato che nell’area dei Caraibi sono stati registrati nell’ultimo trentennio il 31% in più di uragani e tifoni, per via dell’aumento della forza dei venti e dell’altezza delle onde, così come nevicate eccezionali si sono verificate nel Guangdong in Cina, a Buenos Aires e a Johannesburg, mentre in altre aree del pianeta venivano misurate temperature estive eccezionali (55° nel 2008 in India e Australia) con fenomeni di siccità e desertificazione diffusi.

Perna, intelligentemente, documenta con una serie di grafici impressionanti l’andamento delle catastrofi naturali nel XX secolo, la crescita della concentrazione di Co2 e monetaria, nonché gli andamenti dell’indice Dow Jones in relazione ai titoli industriali, al Pil degli USA e alle sue variazioni giornaliere dal 1916 al 2003.

Inoltre, per interpretare questi andamenti statisticamente anomali si avvale delle analisi sulle “oscillazioni giganti” del Nobel russo Ilya Prigogine, evidenziando il prevalere della componente distruttiva del modo di produzione capitalistico grazie alla crescita della quota di merci a valore d’uso negativo (armi, droghe, sostanze tossiche, inquinanti, rifiuti non degradabili ecc.).

Se quindi “Gaia” si trova in uno stato di squilibrio permanente,non sarà facile affermare un altro modo di produzione e distribuzione, stante “la forza inerziale dei grandi interessi” rappresentata dal complesso militare-industriale e petrolifero degli Usa, a cui si somma purtroppo l’inerzia sub-culturale dei consumatori.

Pertanto, dinnanzi ad uno scenario decisamente apocalittico e al fine di contrastare la tendenza al darwinismo sociale insita nel turbo-capitalismo, per Perna bisogna collocarsi a fianco dei “nuovi partigiani de XXI secolo”, cioè ai protagonisti di quei movimenti spontanei che a partire dal loro territorio e in difesa della loro identità culturale si battono contro chi racconta di voler portare il progresso mediante la strategia dei grandi investimenti.

Diversamente, un nuovo orizzonte può essere delineato e costruito lavorando per una economia solidale ecologicamente orientata, sulla base di un mercato socialmente regolato, che privilegiando lo spirito di cooperazione e un nuovo mutualismo doti le comunità locali di una moneta locale complementare alle monete globali.

Redazione
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Un commento

  • Convinto dalla rec di Gian Marco andrò subito a leggere il nuovo libro di Perna; nel 2007 scrissi – sul settimanale Carta – che «Destra e sinistra nell’Europa del XXI secolo» era un piccolo (per pagine) libro ma così importante che forse fra qualche anno sarebbe stato ricordato come un punto di svolta anche per la capacità di sintesi e la chiarezza. Lo recupero e lo “posto” qui: lo troverete in data 7 giugno 2007 (db)

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