Fascisti: poco spazio fuori dalle fogne

L’estrema destra tra frammentazione e auto-referenzialità: breve analisi del voto

di Saverio Ferrari (*)

Impietosi, in queste elezioni politiche e regionali, i risultati per l’estrema destra. Gli unici a salvarsi, nel variegatissimo panorama di sigle presentatesi, sono stati i Fratelli d’Italia, che con 665.830 voti, pari all’1,95%, sono riusciti a portare in Parlamento una pattuglia di nove deputati ma nessun senatore. Risultato conseguito in coalizione con Pdl e Lega. La Destra, invece, nella quota dei seggi da ripartire tra i «migliori perdenti», con 219.769 suffragi, ovvero lo 0,64%, è rimasta fuori. L’unico premio di consolazione per il partito di Francesco Storace, nei fatti, è stato l’elezione di tre consiglieri regionali nel Lazio, dove pure Storace stesso era stato sostenuto alla carica di presidente da tutto lo schieramento guidato dal Popolo della libertà.

Il resto dice di consensi tutti al di sotto dell’1%, con Forza nuova allo 0,26% (89.811 voti), la Fiamma tricolore allo 0,13% (44.744 voti) e Casa Pound allo 0,14% (47.692 voti). Nell’insieme, considerando il numero delle sigle presenti, un serbatoio elettorale attorno al 3%. Ma ancora una volta, grazie alla frammentazione e all’autoreferenzialità che l’hanno fatta da padrone, dispersosi in troppi rivoli.

Va assolutamente rimarcata, in questo quadro, la deludentissima prova di Casa Pound nel Lazio (0,79%), ma soprattutto a Roma (0,78%), che non fa certo sperare in vista delle prossime elezioni comunali di maggio. Spicca come solo dato significativo per CP l’1,72% di Bolzano, l’unica realtà al Nord con un qualche radicamento, frutto di vicende locali segnate dalla storica presenza dell’estrema destra nella comunità italiana. Un segnale, in conclusione, di forte indebolimento per chi, connotandosi come una sorta di laboratorio avanzato, punta alla penetrazione nelle nuove generazioni come aspetto principale del proprio progetto. Il passaggio alla “politica” come sempre è arduo e misurarsi con il consenso un salto rischioso. Anche per Casa Pound.

Ora, sul futuro del neofascismo italiano, non resta che attendere, magari per assistere agli ennesimi tentativi di una qualche riunificazione o rifondazione. Pensiamo ai Fratelli d’Italia e a La Destra. Come d’abitudine all’ombra del Pdl.

(*) Questo articolo di Saverio Ferrari è uscito il 2 marzo sul quotidiano «il manifesto». (db)

 

Redazione
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2 commenti

  • Gli squadristi, più o meno ripuliti, sono sempre pericolosi. Ma al fondo il fascismo è sempre figlio (e servo) del capitalismo. Dunque senza cessare di vigilare contro i picchiatori e i loro tanti complici, senza cessare di studiare le loro trame nere (come fa benissimo Saverio Ferrari nei suoi libri e sul sito dell’Osservatorio nuove destre) la domanda principale resta quale forma prende il nuovo fascismo per soddisfare i progetti del capitale (o il suo piano B quando va a rotoli il normale piano A , di “panem, circenses e false riforme”). Era di certo più fascista l’alleanza Berlusconi-Lega che l’insieme degli eredi (anche i più biechi) Msi con scissionisti veri o presunti, Ed era, a mio avviso, molto più fascista – sul piano strategico – il progetto di Monti rispetto a Forza Nuova, Casa Pound e gentaccia simile. Dunque antifascismo militante sempre ma fermiamoci a capire bene, nelle varie fasi, chi tira i fili. (db)

  • Senza mai abbassare la guardia questi dati sono musica.

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