Festeggiare senza inquinare: il “rogo del vecchione” non…
… è una tradizione da salvaguardare ma una boiata di origini per lo meno ambigue
di Patrizia Benvenuti e Vito Totire (*)
E’ possibile festeggiare senza inquinare o inquinando meno; i dati epidemiologici relativi agli eventi sanitari correlati alle feste di natale-capodanno sono chiari: si registra un aumento di eventi acuti cardiovascolari (diete incongrue) e di infortuni (botti). Anni fa abbiamo documentato l’incremento di inquinamento dell’inceneritore connesso evidentemente alla maggiore combustione di rifiuti e di imballaggi in particolare («l’impatto ambientale di babbo natale» fu il nostro commento). Dunque orgia consumistica e inquinamento ambientale; sui rischi legati agli stili di vita che si ripercuotono solo su se stessi (difficile però che non ci siano conseguenze anche per i familiari) non si può che intervenire con un invito a riflettere; sugli atti che provocano subito rischi e danni per tutti è invece possibile anzi necessario mettere in campo azioni di contrasto.
Ci corre l’obbligo di sollevare alcune questioni:
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- Divieto d’uso di botti, petardi, materiale esplodente: la misura adottata dal Comune di Bologna va immediatamente estesa a tutta la città metropolitana; infatti non si comprende come i botti possano essere vietati a Bologna e non nella maggior parte dei Comuni della provincia; peraltro i cittadini si chiedono a cosa serva la città metropolitana se ognuno fa per conto suo e perché residenti fuori dal capoluogo debbano sopportare la diffusione di inquinanti evitabili;
- Il rogo del vecchione: si insiste a definirlo una “tradizione”; ma le fonti storiche dicono che è iniziata a Bologna col fascismo (che con i roghi aveva una certa dimestichezza); insomma più che una tradizione è una boiata; per la verità noi ammiriamo sinceramente il lavoro dei Cantieri meticci e prendiamo atto della sensibilità (che non ci pare essere emersa negli anni precedenti) con cui si è dichiarata particolare attenzione a evitare legni verniciati; tuttavia la combustione , anche di legna “buona” comunque inquina e non si comprende come – vietati i caminetti domestici sotto i trecento metri di altitudine – si possano bruciare in piazza rifiuti ancorché di materiali cartati e sverniciati; non si riesce a tirare via tutti gli inquinati che il legno lavorato può avere assorbito; in conclusione il rogo del “vecchione” va evitato, ringraziando del loro lavoro i Cantieri meticci e sostituendo l’ambiguo ma inquinante rito del rogo con la demolizione del vecchione magari alla fine delle feste (Epifania) o la notte stessa di capodanno.
- Il peperoncino: siamo sempre stati sfavorevoli a limitare il peperoncino nel campo dell’arte culinaria e anzi sostenitori del suo uso; su altri usi siamo sempre stati contrari fin da quando lo rivendicava un gruppo di vigili nientemeno che per l’esecuzione dei Trattamenti sanitari obbligatori; parlammo di “psichiatria al peperoncino” come dato che evidenziava la distanza siderale determinatasi fra l’opera di Franco Basaglia (e di Giorgio Antonucci e altri) e la prassi psichiatrica bolognese; oggi si scopre l’acqua calda: che il peperoncino è uno strumento di disordine pubblico che può portare persino alla strage; non si può escludere che qualche singola persona possa usarlo cum grano salis per difendersi effettivamente da aggressioni; allora occorrerebbe regolamentare la vendita e non certo porsi il problema solo la notte di capodanno, è un discorso complesso che dovremo approfondire.
Ad ogni modo non saremo in piazza quella notte per vari motivi:
- Non partecipiamo a feste organizzate da una amministrazione comunale che vorrebbe spendere 30 milioni di euro per ristrutturare lo stadio e che è stata incapace di una scelta adeguata di tutela integrale del bosco urbano dei Prati di Caprara e, per ora, non diciamo altro…
- Non siamo disponibili a farci perquisire per entrare in piazza e – visto anche il numero chiuso – non vogliamo competere con chi in feste così organizzate pensa di potersi divertire
- Qualcuno di noi soffre di asma o di allergia. dunque se la cartatura dei pezzi del vecchione non dovesse essere sufficiente… (nel caso che la nostra proposta di evitare il rogo non fosse accolta)
- Vogliamo evitare di esprimere consenso a un modo di fare “festa” quantomeno discutibile
- A chi andrà in piazza: buon divertimento e buon anno a tutti.
Bologna, 22.12.2018
(*) Patrizia Beneventi per l’associazione “Antropologiainmovimento” e Vito Totire per il circolo Chico Mendes
In “bottega” vedi anche Un appello contro i botti di Capodanno