Fidel Castro Ruz: guerrigliero del tempo
Conversazioni con il leader storico della rivoluzione cubana. Recensione di DAVID LIFODI al libro di Katiuska Blanco Castiñeira
L’infanzia a Birán e la Cuba dei primi anni Venti, lo studio di Martí e il Congresso studentesco latinoamericano, il celebre “Condannatemi, non importa, la storia mi assolverà”, il Movimento del 26 Luglio, la spedizione del Granma e l’ingresso vittorioso a L’Avana che segna la vittoria della rivoluzione del 1959: c’è questo e molto altro nella conversazione di Katiuska Blanco Castiñeira con el comandante en jefe, significativamente intitolata Fidel Castro Ruz, guerrigliero del tempo.
Come ha sottolineato l’autrice, “questo libro offre un’introduzione all’essere umano che convive con la figura storica che incarna gli eroi del passato e coloro che difenderanno , nel futuro di Cuba, di Nuestra America e del mondo, le nobili cause dell’indipendenza, della giustizia e dell’umanità”. Nell’oceano che è stata la vita di Castro la prima impressione è quella di vivere a contatto con la storia, sembra quasi di essere immersi nel vortice che è stata la sua vita così avventurosa. Di fronte ad un tomo di 839 pagine, peraltro corredato da foto che raccontano la storia di Cuba, di Fidel e dei barbudos per immagini, sarebbe sbagliato pensare ad una semplice cronistoria, per quanto dettagliata, della vita di Castro. Il fine di Katiuska Blanco Castiñeira non è questo, anzi, e grazie allo stesso Fidel, la cui ars oratoria è ben nota, ne emerge il ritratto di un uomo che sarebbe sminuito se fosse descritto soltanto come un grande politico o un impavido guerrigliero. Sfogliando Fidel Castro Ruz, guerrigliero del tempo, svetta la figura di Fidel come pensatore. Del resto, non solo ha scritto analisi estremamente lucide sulla geopolitica latinoamericana fino a poco prima della sua morte, avvenuta il 25 novembre 2016, ma, come sosteneva sempre Guevara, un buon rivoluzionario non deve smettere mai di studiare. È per questo, ad esempio, che di ritorno dalla Colombia, dove suo malgrado era stato testimone dell’uccisione di Jorge Eliécer Gaitan, Fidel scelse di iscriversi contemporaneamente a tre corsi di laurea: Scienze sociali, Scienze politiche e Giurisprudenza. Lo studio, sottolinea Katiuska Blanco Castiñeira, servì a confermare le sue “convinzioni riguardo ai problemi politici e sociali e al modo di fare la rivoluzione”.
Sulla necessità di avere una solida formazione culturale ha insistito anche il professor Luciano Vasapollo, che ha scritto la prefazione all’opera di Blanco Castiñeira: “La vasta cultura raggiunta da Fidel non può essere negata neanche dai suoi nemici più agguerriti e una delle lezioni più importanti della sua vita per i rivoluzionari come me è la comprensione della cultura come parte della battaglia delle idee”.
Tuttavia, aldilà degli aspetti più conosciuti del Castro pensatore, uomo politico e comandante guerrigliero che libera Cuba da Batista, emerge anche un ritratto intimo di Fidel, a partire dai suoi ricordi familiari, non a caso una volta confessò a Gabriel García Márquez che Birán rappresentava per lui quello che significava Aracataca per lo scrittore colombiano. È grazie anche a Katiuska Blanco Castiñeira che il volume scorre piacevolmente, soprattutto per la sua capacità di dare a Castro la possibilità di parlare a ruota libera anche di aspetti forse minori, ma non per questo meno rilevanti, nell’ambito della rivoluzione cubana. Ad esempio, è lei stessa a ricordare a Fidel la partecipazione del partigiano Gino Donè al Movimento 26 Luglio e alla spedizione del Granma. Poco prima di morire, Gino volle visitare per l’ultima volta Cuba e in quel momento fu riconosciuto il suo ruolo di vecchio compagno d’armi e membro della spedizione. A suo modo, Donè si riconosceva in quel Yo soy Fidel! Todos somos Fidel! che la folla aveva gridato a Santiago, il 3 dicembre 2016, in occasione dei funerali di Castro.
Parafrasando Vasapollo, la tenacia di Castro serve per resistere di fronte agli attacchi di coloro che cercano di screditare chi lotta per un mondo migliore e l’America latina è la patria di molti lottatori sociali, da Che Guevara a José Martí, da Tupak Katari a Bolivar, che hanno speso la loro vita per affermare la giustizia sociale nel continente sudamericano.
Fidel Castro Ruz, guerrigliero del tempo – Prima parte
di Katiuska Blanco Castiñera
Zambon Editore – 2017 (35 euro)
Si è parlato di questo libro – e ovviamente di Fidel Castro, Cuba e Che Guevara – anche nel corso della puntata di Radio UniCusano “La Storia Oscura”, ascoltabile qui in podcast: