due bei film italiani al cinema

tra i candidati a rappresentare il cinema italiano agli Oscar (visti da Francesco Masala)

L’Arminuta – Giuseppe Bonito

negli anni ’70 una ragazzina torna a casa, sapeva cosa lasciava, ma non quello che avrebbe trovato, da figlia unica in una famiglia mediamente agiata a una dei tanti figli in una famiglia sottoproletaria, della campagna abruzzese.

il film è convincente, gli attori bravissimi, la più brava, a sua insaputa, è Adriana, una bambina di meno di 10 anni che è una forza della natura, la figlia femmina più grande della casa, una vice madre, in pratica, che conosce come vanno le cose e cerca di fare del suo meglio.

le due mamme hanno un ruolo difficile, entrambe sono inadeguate, c’è sempre il padre padrone, la mamma vera riesce a diventare una madre  affettuosa, per l’arminuta, l’altra madre è entrata in un buco nero di cui non si intravede l’uscita.

https://markx7.blogspot.com/2021/10/larminuta-giuseppe-bonito.html

 

 

I giganti – Bonifacio Angius

in una casa isolata, quella di Stefano, s’incontrano, dopo molti mesi, degli amici, una rimpatriata di sesso, droga e rock and roll (con poco rock and roll, niente sesso, molta droga).

gli amici si raccontano, si parlano, a volte parlano da soli.

i giganti, se mai lo sono stati, sono un gruppo di vinti, di sconfitti, di perdenti, di disperati, di morti che camminano.

tutto quello che poteva andare male è andato male, e il futuro non li aspetta col sorriso.

hanno un male dentro, demoni li posseggono, è una resa dei conti del maschio, dei maschi, con se stessi, con i loro sogni e più spesso con i loro incubi.

le donne escono fuori di scena in fretta, non è un film per donne presenti, è un film per donne assenti, una bambina sopratutto, che occupa la mente di Bonifacio Angius, la figlia, non un’amica online.

c’è anche dell’umorismo (nero) e una scena che è un omaggio all’amato (da Bonifacio Angius, e non solo) Federico Fellini.

buona (disperata, così va il mondo) visione

https://markx7.blogspot.com/2021/10/i-giganti-bonifacio-angius.html

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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