Frecce Tricolori a Imola. Non sono contento
db spiega il suo totale disaccordo
Domenica «il sorvolo tricolore» sul Gran Premio è atteso attorno alle 15. La pattuglia acrobatica partirà da Cervia… bla-bla. Quanto ricamano i media sulla “festa”.
Non sono contento che le Frecce rombino sopra casa mia (o altrove).
Per tre motivi.
1 – Inquinano: si spreca carburante, si fa inutile rumore e si spargono coloranti … cioè un inquinamento bis;
2- è spreco di soldi
3- si tratta di uno stupido sfoggio di nazionalismo.
In generale.
Poi c’è il discorso Covid; e (si spera) post Covid.
Sembrava evidente a molte persone che la pandemia costringesse a ripensare certe cattive abitudini. Tipo: inquinare, sprecare soldi, essere nazionalisti in tempi di necessaria mondialità (nel bene e nel male). Per dirla con uno slogan (suffragato dalle cifre): se avessimo speso meno in armi e più in sanità e ricerca… adesso sarebbe meglio per tutte/i. Invece l’Italia continua – anzi aumenta di molto (vedi governo Draghi) – con le spese militari mentre dà pochissimi soldi a sanità, ricerca, scuola. Tutto come prima.
Nel suo piccolo Imola dirà il 18 aprile: “Avanti così, il rancio è ottimo e abbondante”.
Rubo la vignetta al bravissimo Mauro Biani.
Condivido in pieno, caro db, in pieno…
Come diceva mio suocero: “MI ALLEGO TOTALMENTE”.
la solita esibizione nazional militare, ogni occasione è buona
Si, “il rancio e’ ottimo e abbondante”.
Una politica non più in grado di modificare se’ stessa, capace unicamente di parlarsi addosso. Sulle rive del Santerno si è svolta l’ennesima recita con protagonista la cicala. Una farsa costata dal 2007 a oggi oltre 40.000.000 di € che ha avuto inizio con la costruzione dei nuovi box utilizzando 10.000.000 di € “donati” dalla protezione civile. Splendida la recita delle frecce: una striscia di colori tossici su un insieme capace solo di parlarsi addosso.
Su Leggilanotizia, che riporta il pezzo di Daniele, una ridda di commenti esaustivi.
E noi “paghiamo” non solo soldi.
… e anche la pandemia non è “bastata”….. vediamo cos’altro deve succedere. Siamo al “danno inconfutabile” di questo modello socioeconomico, ma non basta. Decostruire l’immaginario, per dirla come Latouche, sarà un impatto durissimo e molto doloroso.