Caitlin Johnstone e Fulvio Scaglione sul genocidio a Gaza

articoli ripresi da lantidiplomatico.it e remocontro.it

Genocidio: cosa, chi, quando, dove, come e perché – Fulvio Scaglione

Le classiche cinque ‘W’ del buon giornalismo di scuola anglosassone: Cosa? (What); Chi? (Who); Quando? (When); Dove? (Where): Perché? (Why). Volendo parlare del genocidio negato dagli esecutori ma in corso a Gaza per mano politica e militare di Israele, l’analisi di Fulvio Scaglione con lo sconto su alcune domande della tragedia per approfondire temi giuridici e storici spesso sottaciuti.

‘Tifoserie televisive da bar

Noi italiani abbiamo un metodo infallibile per mandare in vacca un argomento serio o, altrettanto spesso, per impedire un dibattito serio su un argomento spinoso. Ed è trasformare il tutto nell’ennesima discussione televisiva da bar, Milan-Inter, Coppi-Bartali, in cui tutti i pareri sono uguali e alla fin fine, proprio come al bar, vince la serata quello che grida più forte o sembra più convinto. Poi finisce la serata a tutti a casa, pronti per la sera dopo.

Formula tv classica

Non è complicato: chiami i soliti ‘esperti’ da strapazzo, quelli che pontificano su tutto e passano più tempo in Tv che in famiglia, e il gioco è fatto. Tanto, hanno tutti ragione. Per dire: Enrico Mentana che, nella foga di difendere Israele anche a costo del ridicolo, va in giro a dire che a Gaza non può essere genocidio perché «dal fiume al mare ci sono più palestinesi che israeliani». E nessuno che gli faccia notare che anche i coloni europei erano meno numerosi dei nativi dell’America del Nord, ma riuscirono egregiamente a sterminarli. E che anche i conquistadores erano meno numerosi degli indigeni dell’America del Sud, ma riuscirono a ottenere lo stesso risultato.

Non in difesa degli ebrei ma di ‘questo governo’

E sia chiara una cosa. Questa e altre amenità del genere non servono a difendere gli ebrei ma «questo Israele», «questo Governo di Israele», «questo primo ministro» ovvero Benjamin Netanyahu. Così come nel discutere l’ipotesi che a Gaza venga commesso un genocidio non vi è nulla di antisemita. Per una ragione molto semplice: quello di genocidio è un concetto non discutibile, che non ha nulla a che fare con la politica, con i gusti o i pregiudizi personali. Genocidio è un concetto codificato dal diritto internazionale. Non ci sono grandi interpretazioni da tentare: bisogna solo verificare se un certo evento (nel caso specifico le stragi di Gaza) corrisponde o meno ai criteri stabiliti dai trattati internazionali. Stop. Il resto è fuffa o propaganda.

Genocidio codificato dal diritto internazionale

Si InsideOver Raffaele Buccolo ha spiegato nel dettaglio sia il percorso compiuto nel secondo dopoguerra per arrivare a una definizione di genocidio sia ciò che il diritto internazionale prevede in merito. Qui solo le tappe principali. 1946: le Nazioni Unite arrivano alla definizione di genocidio come «negazione del diritto all’esistenza di interi gruppi umani, poiché l’omicidio è la negazione del diritto alla vita dei singoli esseri umani», precisando che «molti casi di tali crimini di genocidio si sono verificati quando gruppi razziali, religiosi, politici e di altro genere sono stati distrutti, in tutto o in parte». E sottolineiamo «in tutto o in parte». Sempre in sede Onu, nel 1948, si arrivò alla Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (detta anche Un Convention on Genocide) a cui hanno finora aderito 153 Paesi, tra gli altri Israele nel 1950.

Definizione di genocidio

All’articolo 2 della Convenzione dice chiaramente e senza fronzoli che cosa si intende per genocidio: «Nella presente Convenzione, per genocidio si intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale».

  • (a) Uccidere membri del gruppo;
  • (b) Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;
  • (c) Sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte;
  • (d) Imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo;
  • (e) Trasferire forzatamente bambini del gruppo a un altro gruppo”

Fatti certi e incontestabili

Israele uccide membri del gruppo (nazionale, etnico, razziale e religioso allo stesso tempo) palestinese di Gaza (e non solo a Gaza, peraltro): la proporzione di queste uccisioni, d’altra parte, è molto superiore ai dati solitamente diffusi per comodità o malafede, come le ricerche indipendenti dei medici Usa e della rivista medica britannica Lancet, di cui in pochi abbiamo dato notizia, hanno ampiamente dimostrato.

  1. Israele causa gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo.
  2. Israele sottopone deliberatamente il gruppo a «condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte».
  3. Israele impone ai gazawi «misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo», anche solo attraverso la sistemica distruzione delle strutture sanitarie e scolastiche o l’uso della carestia come un’arma di guerra.

Quattro su cinque

Quattro caratteristiche essenziali del genocidio su cinque sono dunque innegabili nelle azioni di Israele a Gaza. E dunque non vi è alcunché da discutere: è un genocidio. E come tale va punito secondo i meccanismi di garanzia previsti dalla suddetta Convenzione:

  • “L’istituzione di procedimenti giudiziari nei tribunali dello Stato sul cui territorio sono stati perpetrati atti di genocidio;
  • l’istituzione di un Tribunale penale internazionale, cui però possono fare ricorso solo gli Stati che ne abbiano accettato la competenza;
  • il ricorso agli organi competenti dell’Onu perché adottino misure contemplate dalla Carta delle Nazioni Unite;
  • il ricorso di uno Stato alla Corte internazionale di giustizia contro lo Stato autore di genocidio (ed è il caso della causa intentata dal Sudafrica contro Israele, ndr)”.

I precedenti storici

D’altra parte, i precedenti non mancano. La Shoah, ovviamente. Ma anche gli altri tre casi di genocidio internazionalmente riconosciuti: la guerra in Bosnia-Herzegovina, il genocidio del Ruanda, il genocidio in Cambogia. Più il genocidio degli armeni da parte dei turchi nel 1915, di cui ancora si discute. E si badi bene: nessuno pensa o dice che nel giudicare i fatti di Bosnia vi sia un fenomeno di razzismo o di discriminazione etnico-religiosa nei confronti dei serbi. Nessuno parla di razzismo nei confronti degli Hutu per il massacro di Tutsi, men che meno nel caso della Cambogia. E nessuno rileva un sentimento anti-turco quando si discute delle stragi ai danni degli armeni. Quindi perché si dovrebbe parlare di antisemitismo nell’esaminare quanto la legislazione internazionale dice a proposito di azioni come quelle di Israele a Gaza?

Quindi, per favore: basta con queste cazzate. La legge, anche quella internazionale, parla chiaro. E la legge, anche quella internazionale, è uguale per tutti. Altrimenti non è legge. È arbitrio. quello che piace a tanti, compresi tanti ‘esperti e analisti’ e “intellettuali” che popolano le nostre televisioni.

da qui

 

Caitlin Johnstone: Gli ospedali di Gaza SONO l’obiettivo

È un fatto relativamente noto che le forze israeliane hanno attaccato la stragrande maggioranza degli ospedali di Gaza e hanno lanciato centinaia e centinaia di attacchi contro i servizi medici dell’enclave.

Ogni volta che qualcuno menziona pubblicamente questo fatto, gli apologeti di Israele iniziano a blaterare di “scudi umani” e cercano assurdamente di sostenere che in tutti gli ospedali ci sono basi di Hamas. Ma questi argomenti sono smentiti dal fatto che abbiamo visto diverse testimonianze di medici che documentano come le forze israeliane siano effettivamente entrate negli ospedali che hanno attaccato e abbiano distrutto tutte le attrezzature mediche presenti in quelle strutture, una per una.

L’ultima di queste testimonianze è apparsa sul quotidiano greco Efimerida ton Syntakton ed è stata fornita da un chirurgo specialista di nome Christos Georgalas, che da aprile a maggio di quest’anno si trovava all’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud di Gaza.

Secondo il traduttore automatico, Georgalas definisce l’attacco di Israele “una guerra principalmente contro i bambini” e descrive le terribili ferite che le munizioni israeliane hanno inflitto ai giovani palestinesi.

Georgalas descrive anche i ripetuti attacchi israeliani all’ospedale in cui lavorava, tra cui:

“Un collega spagnolo mi ha detto che quando gli israeliani sono arrivati all’ospedale dove si trovava la macchina per la risonanza magnetica, hanno cercato di distruggere tutto. Ma la macchina per la risonanza magnetica è un macchinario enorme. È come un’auto. Anche se la colpisci con un proiettile, può essere riparata. Quindi hanno chiamato un ingegnere specializzato per distruggerla definitivamente. Perché anche se una bomba fosse esplosa accanto ad essa, avrebbe potuto comunque essere riparata. Hanno dovuto chiamare uno specialista che conoscesse il cuore della macchina per renderla inutilizzabile. Ed è proprio quello che ha fatto lo scorso febbraio.

“Nel nostro ospedale, gli israeliani hanno setacciato i reparti dove si trovavano le incubatrici e le hanno sistematicamente distrutte una per una. Le incubatrici con il piede di porco! Questo è stato documentato dai miei colleghi. L’ospedale dove lavoravo è stato occupato dagli israeliani per due mesi, febbraio e marzo 2024. I medici che erano rimasti in ospedale sono stati torturati. Sono stati messi in fila uno per uno e picchiati. In totale sono stati rapiti circa 80 di loro. Di questi, non sappiamo dove siano 40 né se siano vivi. Molti sono stati uccisi sul posto”.

Poiché Israele ha impedito ai giornalisti di entrare nella Striscia di Gaza, i medici sono diventati di fatto i reporter sul campo.

Abbiamo visto un altro reportage che documentava il comportamento sistematico di Israele nel distruggere singole apparecchiature mediche nel febbraio di quest’anno, questa volta all’ospedale indonesiano nel nord di Gaza. Caroline Seguin, coordinatrice delle emergenze di Medici Senza Frontiere, ha riferito quanto segue:

“Non esiste più alcun sistema sanitario nella parte settentrionale di Gaza. L’ospedale Kamal Adwan è stato raso al suolo, mentre gli ospedali Al Shifa, Al Awda e Indonesian sono gravemente danneggiati e funzionano solo in parte. Siamo rimasti profondamente scioccati nel constatare che nell’ospedale indonesiano tutte le apparecchiature mediche sembravano essere state deliberatamente distrutte; erano state ridotte in pezzi, una per una, per assicurarsi che non fosse più possibile fornire assistenza medica. È lecito chiedersi: qual è la motivazione di tale azione? Queste apparecchiature sono state realizzate per salvare la vita delle persone, madri, padri, bambini. È devastante vedere lo stato in cui versano questi ospedali”.

Nell’aprile di quest’anno, il rapporto di Seguin sull’ospedale Indonesian è stato confermato da un medico di pronto soccorso di nome Clayton Dalton, che ha scritto quanto segue per The New Yorker:

“Sultan mi ha portato al piano superiore, al reparto di terapia intensiva, dove il vento soffiava attraverso le finestre rotte. Voleva mostrarmi qualcosa che aveva scoperto dopo che le forze israeliane avevano lasciato l’ospedale. Ha indicato un monitor cardiaco vicino a una parete. Sembrava avere un foro di proiettile sullo schermo. Accanto c’era un elettrocardiografo il cui schermo era stato distrutto.

Siamo entrati in un grande magazzino nell’angolo dell’unità di terapia intensiva, pieno zeppo di apparecchiature mediche: ecografi, pompe per flebo, macchine per dialisi, misuratori di pressione sanguigna. Ognuna di esse era stata apparentemente distrutta da un proiettile, non in modo casuale come ci si aspetterebbe da una sparatoria, ma piuttosto in modo metodico. Ero sbalordito. Non riuscivo a pensare a nessuna giustificazione militare possibile per la distruzione di attrezzature salvavita”.

In effetti, non esiste alcuna giustificazione militare per la distruzione di attrezzature mediche salvavita. Sono state distrutte affinché non potessero essere utilizzate per salvare vite umane. Israele ha sistematicamente distrutto le infrastrutture sanitarie di Gaza con l’obiettivo di renderla inabitabile, in modo da poterla conquistare.

Si tratta di tre resoconti distinti che descrivono la distruzione sistematica di attrezzature mediche a Gaza da parte delle forze israeliane, forniti da medici che non hanno nulla da guadagnare mentendo su una cosa del genere. Le prove sono troppo schiaccianti per poter essere negate.

Non c’erano combattenti di Hamas nascosti nella macchina per la risonanza magnetica. Non c’erano tunnel nelle incubatrici. Non c’erano depositi di armi nella macchina per l’elettrocardiogramma. Israele ha mentito sul fatto che Hamas si nascondesse negli ospedali per tutto questo tempo. Hamas non è mai stato l’obiettivo. Gli ospedali sono l’obiettivo. L’assistenza sanitaria è l’obiettivo. Questo è ormai accertato al di là di ogni ragionevole dubbio.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

da qui

 

 

 

“Mi spiace se può sembrare antisemita, ma penso che sia sbagliato bruciare bambini vivi” – Caitlin Johnstone

Israele sta bruciando bambini vivi a Gaza. E chiamatemi pure antisemita, amante dei terroristi nazisti che odiano gli ebrei, se volete, ma si dà il caso che io creda che questo sia sbagliato.

Ora che è stato chiarito che l’obiettivo di Israele a Gaza è la completa pulizia etnica di tutti i palestinesi, gli apologeti di Israele si sono spostati dai piagnistei sugli ostaggi e su Hamas a sostenere che la pulizia etnica è in realtà buona e giusta. Il che ha senso: è davvero l’unica argomentazione che possono avanzare a questo punto.

Non dimenticate mai che il Congresso degli Stati Uniti ha tributato a Netanyahu decine di standing ovation durante un singolo discorso mentre era nel bel mezzo della perpetrazione del primo genocidio della storia trasmesso in diretta streaming. Questo è ciò che sono. E lo saranno sempre.

Israele ha fatto di più per promuovere l’odio verso gli ebrei nell’ultimo anno e mezzo di quanto abbia fatto Stormfront nella sua intera esistenza. Nessuna propaganda suprematista bianca sarà mai così efficace nel diffondere l’odio contro gli ebrei come l’assassinio di massa di bambini sotto una bandiera con la stella di David.

Un tempo il sostegno a Israele era l’opinione dominante nel mondo occidentale. Per fortuna la situazione sta cambiando, ma il fatto che questo fosse il caso fino a quando Israele non si è esposto dimostra che non si può semplicemente seguire l’opinione della maggioranza su qualsiasi questione. Bisogna pensare con la propria testa.

Ignorare ciò che dice la folla. Ignorate le persone che vi urlano contro perché non siete d’accordo con la loro posizione. Guardate i fatti nella loro crudezza, il più possibile liberi dai vostri pregiudizi cognitivi, e abbiate il coraggio di farvi valere da soli, se necessario.

Gaza è una questione morale talmente facile da risolvere che non è possibile che chi sbaglia non sia una persona di merda anche in altri ambiti della sua vita. Mi dispiace per chiunque abbia rapporti interpersonali con i sostenitori di Israele, perché sarebbe uno schifo averli intorno.

La direttrice del Programma Alimentare Mondiale, Cindy McCain, afferma di non aver visto alcuna prova del fatto che Hamas rubi gli aiuti che entrano a Gaza. L’unico argomento di Israele per continuare a bloccare gli aiuti a Gaza è stato pubblicamente sfatato da un membro di una delle famiglie più pro-Israele della politica statunitense.

Gli Stati Uniti avrebbero consegnato circa 90.000 tonnellate di armi a Israele dall’ottobre 2023.

In questi giorni mi concentro soprattutto sul genocidio di Gaza, ma a volte cifre come questa mi fanno fare qualche scatto in avanti e pensare a quanto sia folle la nostra civiltà nel suo complesso. Pensate a quanto di buono potremmo fare nel mondo se non riversassimo le nostre risorse in cose malvagie come questa.

L’altro giorno la testata The Australian, di proprietà di Murdoch, mi ha dato la caccia per aver twittato: “Due dipendenti dell’ambasciata israeliana colpiti da un proiettile a Washington DC fanno meno notizia di decine di migliaia di palestinesi uccisi nel genocida accaparramento di terre da parte di Israele. È meno importante. Merita meno attenzione. Non è la storia principale. Il genocidio di Israele a Gaza è la storia principale”.

Mi hanno definita “giornalista” tra virgolette, il che dovrebbe essere un insulto, ma provenendo dalla stampa di Murdoch può essere visto solo come un complimento.

Secondo la narrazione ufficiale occidentale, gli americani che si radicalizzano violentemente a causa di un genocidio sostenuto dagli Stati Uniti sono un problema più grande del genocidio sostenuto dagli Stati Uniti.

Secondo la narrazione ufficiale, le proteste universitarie contro una trasparente operazione di pulizia etnica sono una preoccupazione maggiore della trasparente operazione di pulizia etnica.

Secondo la narrazione ufficiale, gli ebrei sionisti occidentali che si sentono emotivamente turbati dall’opposizione a un olocausto moderno sono un problema più urgente di un olocausto moderno.

Tutte le nostre istituzioni sono arretrate e malvagie. I nostri media. La nostra politica. Il nostro sistema educativo. I nostri produttori di cultura mainstream. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti.

Ogni male storico che ci è stato insegnato a non ripetere mai più viene ripetuto dai nostri stessi governanti.

Tutto ciò che ci è stato insegnato ad avere paura dei Paesi che l’impero occidentale odia è vero per l’impero occidentale.

Ogni futuro oscuro di cui siamo stati avvertiti nella narrativa distopica è vero della distopia in cui viviamo attualmente.

Viviamo in un incubo di civiltà, sotto un impero alimentato dal sangue umano. Più lo si esamina da vicino, più diventa brutto.

Non si può permettere che questo continui. Non si deve permettere che continui.

L’impero deve cadere.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

da qui

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • netajà te ne devi annà

    Fiumi di parole inutili per giustificare ciò che sta accadendo.
    Possibile che ancora nessuno si è mai chiesto PERCHE’ Israele ha finanziato Hamas per anni? E’ come se avesse introdotto un pericoloso parassita in un alveare di api, e che in seguito ai danni prodotti dentro e fuori l’alveare, non ci fosse altra soluzione che distruggere tutto, incolpando solo Hamas (pericoloso parassita) di tentare di distruggere l’eletto stato di Israele (eresia!), mentre i civili palestinesi, di conseguenza equiparati ad Hamas, vengono sterminati sistematicamente.
    E’ tipico delle dittature appiccare il fuoco e nascondere la mano.
    E’ solo l’attuale governo di israele l’unico responsabile delle stragi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *