Furundulla 253 – Ricordare o non ricordare…

…cosa, come e perché, questo è il problema 

di Benigno Moi

Assodato che le vignette non vanno spiegate… ma sono un sasso buttato come spunto di riflessione, per ogni vignetta almeno un link (forse)

26 gennaio 2015, Kobane

“Lunedì 26 gennaio 2015 le milizie popolari, YPG (Unità di Difesa del Popolo) e le YPJ (Unità di Difesa delle Donne) hanno ripreso il controllo,  di diversi quartieri della città, dopo aver respinto gli ultimi tentativi delle forze dell’ISIS di mantenere la zona centrale della città.”

Domenica scorsa son passati dieci anni da quell’evento. Dieci anni segnati da una faticosa ricostruzione e dalla continua necessaria difesa delle conquiste di quella che (essa si) rappresenta l’unica “democrazia” nell’area, e non solo nell’area, da parte soprattutto del regime turco, e nell’indifferenza e complicità dell’Occidente. Ora, ancora, l’esperienza del confederalismo democratico del Rojava rischia di venire travolta:

Tale anniversario cade durante un nuovo tentativo di occupare la città da parte di forze islamiste. La differenza è che, stavolta, nessuno lo sa: i media sono silenti perché i governi europei non intendono disturbare i manovratori turchi e sauditi, che stanno imponendo al paese un regime oscurantista vassallo di Israele.”  Davide Grasso, 26 gennaio 2025, su Il Fatto Quotidiano I curdi di Kobane abbandonati dall’Occidente

Subito dopo la liberazione del 2015 l’associazione Ponte Donna, assieme ad altri e col contributo della Chiesa Valdese, decide di contribuire alla ricostruzione dell’Academia delle Donne di Kobane, promuovendo fra le altre cose la campagna Artisti per Kobane. Furundulla era ancora da venire e, anzi, ancora non avevo iniziato a vignettare con costanza. Partecipai con due disegni, che assieme a tante altre opere ben più significative furono un granello del progetto. L‘Akademiya S. Silane Kobané è stata inaugurata nel giugno del 2018. Nostro dovere è aiutare le donne di Kobane a difenderla.

Crescerà Kobane

pontedonna.org/kobane/

apre una casa delle donne a Kobane

Allineati

jacobinitalia.it/trump-e-piu-debole-di-quanto-sembri

In occasione dell’altro anniversario di cui si è parlato (di questo si, ma con la solita retorica e strumentalizzazione che serve a far “dimenticare”), quello dell’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa il 26 gennaio 1945, ho pubblicato buona parte dei disegni che mi è capitato di dedicare all’evento abbiamo tritato la vostra memoria. Fra loro qualche inedito, come quello qua sotto, che ispirava il titolo stesso dell’articolo.

Colgo l’occasione per spiegarne la genesi qui, riportando alcune delle notizie che l’hanno provocato.

Tritata

“Quando si riferisce a Gaza City devastata dalle bombe, padre Romanelli la definisce «una città tritata», termine che rende bene l’idea di come l’agglomerato urbano, in soli dodici mesi, sia stato completamente cancellato, polverizzato: «Le fogne non funzionano più, l’elettricità è sparita dall’inizio della guerra, l’acqua potabile è quasi impossibile trovala, le strade non sono più agibili. E i bombardamenti continuano»”

da qui:Vatican.news

“Gaza è interessante, ha una location fenomenale, sul mare, il clima migliore, Ci si potrebbero fare cose bellissime”. Così il presidente Donald Trump, con la sua idea di «spostare» i palestinesi in Egitto e Giordania. Ma quella che sembra un’ennesima sparata è un progetto accarezzato da tempo in Israele e al centro di importanti interessi finanziari vicini alla famiglia del presidente.  Massimo Nava, Corriere della Sera

L’origine del nome dato alla rubrica Furundulla: hastagasa

La Furundulla precedente: 252

 

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