Generazione low cost (Rien a foutre) – Julie Lecoustre e Emmanuel Marre

(visto da Francesco Masala)

 

Cassandre (una bravissima Adèle Exarchopoulos) fa un lavoro di merda, in un non luogo (di lavoro), sorvolando il mondo senza vedere nulla, dormendo in residence (quasi) a ore.

Una ragazza sbattuta da un aereo all’altro, per cercare di “fregare” i clienti, come in tanti lavori “moderni”, nei quali il misero stipendio può crescere un po’ solo vendendo qualcosa a qualcuno.

Si tratta di lavori nei quali l’umanità e la compassione umana sono banditi e puniti, percentuali, numeri, velocità e ancora velocità sono gli dei ai quali i lavoratori e i consumatori devono essere sacrificati.

La prima metà del film racconta non la dignità, ma l’umiliazione del lavoro e dei lavoratori.

Poi il film rallenta, Cassandre viene messa in mobilità, e torna a casa, una casa vera, dal padre e dalle sorella, in Belgio, ed è costretta a vivere con l’assenza e il ricordo della madre, col dolore e la solitudine interiore.

Nel futuro, se esisterà ancora un futuro, Rien a foutre potrà essere un valido e inquietante esempio dell’involuzione della specie umana, e del conflitto di classe, sempre più simile a un rapporto fra padrone onnipotente e schiavo impotente, nel quale gli schiavi-lavoratori non si sentono più classe.

buona (low cost) visione

 

https://markx7.blogspot.com/2022/05/generazione-low-cost-rien-foutre-julie.html

Redazione
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2 commenti

  • Giuseppe Scuto

    Mah? mi pare che si tratti di una ennesima descrizione della realtà sventurata in cui viviamo e che pesa, soprattutto, sulle giovani generazioni scolarizzate. Quanto alle più sfortunate, che mancano di mezzi verbali d’espressione, non saprei dire: la letteratura europea prova, da oltre un secolo di farlo, con scarsi risultati. Tutto rimane in mano ai socialdemocratici ed ai preti. Non vi fa paura? Non riesco ad immaginare come si svolga il film, ma mi dispiacerebbe che fosse lo “svelamento” di come funziona (oggi) il capitalismo. In verità lo sappiamo bene da quando Marx ha scritto Il Capitale. Dopo di lui c’è stato il movimento socialista, quello comunista rivoluzionario, la dittatura del “proletariato” in Unione Sovietica. Temo che sia qui che dovremmo (con incredibili capacità di intelligenza e di creatività) pescare il nostro CHE FARE? >Se no, possiamo stare a guardare, come dall’alto delle mura, i troiani guardavano la folla guerriera degli Achei.

  • Francesco Masala

    canta Guccini:
    “Voi critici, voi personaggi austeri
    militanti severi, chiedo scusa a vossìa
    però non ho mai detto che a canzoni
    si fan rivoluzioni”

    mi sa che vale anche per i film, e socialismo e comunismo lo dobbiamo cercare da altre parti, come non essere d’accordo?

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