Giallo noir: festival, Sallis e cinema

di Valerio Calzolaio

Speciale decennale “passione per il delitto”

Qualche mese fa Salvagente ha pubblicato un indice ragionato dei festival del giallo nel 2011. Tanti, forse troppi. Domenica inizia uno dei più lunghi e utili, giunto alla decima edizione. Si svolge in Brianza, quell’area di comuni della periferia tutta urbanizzata tra Monza e Bergamo, tra Milano e l’Adda, piccoli industriali simili, finiscono con “ate”, “ago”, “edo”, “ore”, fate voi, difficile distinguerli e ancor più trovarli, navigando senza passioni.

Vengo dai “sapori” del giallo (Langhirano, patria del prosciutto crudo e del parmigiano da latte crudo) e da un “mare” di giallo (il fermano, fulcro delle cene con delitto e autore), partiamo e partite per la Brianza, sempre lì siamo. La decima edizione del festival di narrativa poliziesca “La passione per il delitto” è organizzato dall’omonima associazione (con sponsor bancari e istituzionali) e si svolge dal 25 settembre al 9 ottobre 2011 a Villa Greppi di Monticello Brianza (Lecco), nella dimora settecentesca circondata da un delizioso parco botanico. Incontri e iniziative sono previsti anche nei comuni circostanti.

Il primo decennale viene celebrata con un’edizione dedicata ai soli autori italiani: storie e geografie del nostro Paese, i romanzi che raccontano pezzi di città, regioni, comunità, classi del nostro peculiare popolo nel nostro peculiare territorio. Due settimane intense.

Apre l’edizione 2011 Massimo Carlotto, qui già spesso recensito e citato. Tra gli altri autori protagonisti troverete altri noti ai lettori, già recensiti su queste pagine: Tullio Avoledo e Boosta, Gianni Biondillo, Elisabetta Bucciarelli, Piero Colaprico, Patrick Fogli, Alessia Gazzola, Andrej Longo, Mauro Marcialis, Rosa Mogliasso, Bruno Morchio, Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini, Margherita Oggero, Francesco Recami, Valerio Varesi, Andrea Vitali. Il festival 2011 celebra anche i cento anni dalla nascita di Giorgio Scerbanenco, figura indimenticata e fertile della Milano nera, a cui è intitolato il più importante premio della narrativa di genere.

Accanto al fitto calendario di interviste e presentazioni, si avvicendano simpatiche attività dedicate ai bambini (Peter Coolback e Mucca Emma organizzano letture e laboratori d’arte e scrittura), dimostrazioni ed esercitazioni di Carabinieri e Guardia di finanza (presente con un elicottero), una mostra d’arte con opere a tema, un libero scambio di libri alla pari, aperitivi e cene, concorsi di fotografia, cucina di genere.

Da tutta Italia sono poi giunti 45 racconti che saranno selezionati in forma anonima da una giuria entro l’inizio del festival: 15 di loro si affronteranno il 9 ottobre alle 14.00 nella seconda edizione del “Crime Story Slam”, gara di lettura in diretta che premierà il miglior racconto da tre minuti netti di lettura. Inoltre premi alla migliore fotografia e alla migliore ricetta in giallo inviate dal pubblico (ormai le ricette si sprecano…).

Nel periodo del festival arrivano ogni giorno in Brianza centinaia di appassionati, oltre 40 mila nei nove anni precedenti. Finora, dal 2002 al 2010 il festival ha accolto oltre 500 ospiti, di cui oltre 360 narratori, e presentato circa 400 libri, con alcune anteprime nazionali. I nomi di 250 case editrici sono sfilati accanto agli scrittori in 190 incontri, comprensivi di 14 serate musicali, 5 eventi teatrali, 62 laboratori per bambini, 10 collettive d’arte e 4 corsi di scrittura.

L’obiettivo è comune agli altri festival: favorire l’avvicinamento alla lettura di adulti e ragazzi, cercando di prestare attenzione alla qualità dei contenuti, di andare oltre le proposte commerciali e i successi da classifica, di aprire una finestra su quanto di meglio la cultura italiana e internazionale offre ogni anno. Conoscere gli autori, sentirli parlare e raccontarsi, avvicinarli anche per pochi minuti, non solo contribuisce fortemente a differenziare la loro identità rispetto alle migliaia di titoli che arrivano ogni anno nelle librerie, ma anche a guidare il lettore nel costruirsi criteri di scelta personali, indipendenti, meno condizionati da logiche commerciali. Ogni iniziativa organizzata all’interno della manifestazione è gratuita e basata sul lavoro di un gruppo di volontari.

E poi “la passione per il delitto” vive tutto l’anno, con un blog, con iniziative nelle altre cinquanta settimane, con altre attività briose e brianzole. In qualche modo avviene un po’ per tutti i festival che hanno storia e radicamento.

Drive

Phoenix e Los Angeles. Primi anni duemila. Driver guida, fa solo quello. Come un autentico figlio di puttana. Nient’altro. Non è un gran lettore o spettatore. Alto almeno 1,85, dinoccolato, forte, freddo. Padre (non un granché) sgozzato dalla mansueta e taciturna madre, adolescenza con gli Smith di Tucson, impara a guidare da solo e memorizza quasi tutta la Bibbia, poi a 16 anni fugge con il loro camioncino verso la California. Diventa l’ottimo autista senza armi di qualche furto (del quale non conosce niente e nessuno), trasloca a un nuovo domicilio ogni pochi mesi, lo chiamano spesso anche come stuntdriver a Hollywood. Guadagna e beve, distaccato, pochi sogni o obiettivi, pochi amici o sentimenti, chiacchiere e ricordi al bar, qualche mite interesse per altri disillusi e feriti. Sul lavoro è molto bravo e stimato da grandi attori e registi, finché non resta coinvolto in una rapina strana che finisce male, ammazza per non essere ucciso, ha i soldi, gli stanno dietro, muoiono in tanti. Uscì nel 2005 il bel nitido romanzo dell’ottimo 67enne saggista biografo (di Himes) traduttore musicista James Sallis: “Drive”, Giano 2011, pagine 158 euro 15; traduzione di Luca Conti. In terza sul protagonista, con continui flashback su fatti e persone del grigio passato. Ora lo trovate nelle librerie italiane, contemporaneamente all’uscita nelle sale anche del film (dal 30 settembre) di Nicolas Winding Refn, vincitore della Palma d’oro a Cannes 2011, con Ryan Gosling (“Blue Valentine”, “Crazy, Stupid, Love”) e Carey Mulligan. Per capire che si va a parare bene basta leggere la dedica “a Ed McBain, Donald Westlake e Larry Block: tre grandi scrittori americani”. Non a caso si comincia con i tre cadaveri nella stanza del motel. Tanta bella musica jazz in auto. E cibo cosmopolita di strada. Da leggere e vedere.

UNA BREVE NOTA

Appuntamento con le recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio che in prima battuta escono su “Il salvagente“.

Redazione
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