Giancarlo Biffi: se Luisa non può scegliere

Ci sono scelte difficili da prendere, scelte che modificano radicalmente l’esistenza. Luisa si guarda attorno, non sa bene come comportarsi, l’unica consapevolezza è che quel feto che da poco ha iniziato a comporsi nel suo ventre lei non può tenerlo. Il secondo figlio, lei e suo marito, non se lo possono proprio permettere. Luisa ha trovato finalmente da poco un lavoro ma per poter essere assunta ha dovuto firmare congiuntamente al contratto una lettera con le dimissioni, il dirigente è stato chiaro: “Signora se resta incinta è evidente che dovrà dimettersi.” Evidente? Quante sono le cose “evidenti” che Luisa e in tanti continuiamo a non capire, probabilmente siamo tutti stupidi… Una pratica infame, quella della lettera preventiva di dimissioni, in uso in troppe situazioni e che sta modificando il tessuto sociale e ributtando alle ortiche diritti conquistati con lotte e sacrifici di tante donne e uomini. Così Luisa schiacciata nella morsa vigliacca di una società ipocrita che da una parte spinge alla procreazione e dall’altra rende molto complicata la vita ad una futura madre, vorrebbe essere lei, in prima persona, a compiere questo atto e utilizzando la pillola Ru 486 lo può fare, può indurlo lei stessa l’aborto, prendendo tra le mani la pillola e mettendosela in bocca, senza chiedere la complicità a nessun medico se non per la verifica del proprio stato di salute. Luisa non vorrebbe passare per alcun ospedale, non essere obbligata a condividere una stanza con chi invece un bambino è in procinto di fare o l’ha appena messo al mondo, non vorrebbe essere obbligata a subire una simile punizione per una scelta che mai avrebbe voluto fare e che invece le circostanze l’hanno costretta a subire, per questo è disposta ad assumersi ogni responsabilità fino a giungere a firmare la dichiarazione di rifiuto del ricovero. Gestire il proprio corpo e i propri sentimenti è questo che Luisa desidera, vorrebbe che in questa sfida impari con il mondo dei maschietti, le donne fossero nelle condizioni, di poter agire, fare, contare. La nascita di un figlio è una cosa bellissima e questo fantastico avvenimento dovrebbe essere a carico dell’intera società e non solo della singola famiglia ma prima di tutto occorre che ogni donna possa gestire liberamente la propria vita senza ricatti o minacce.

Per problemi di computer (e di nube islandese) questa volta l’appuntamento con Giancarlo Biffi è in ritardo, anzi il suo articolo viene “bloggato” insieme al successivo.

Redazione
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