Giorgio Gaber: la realtà è un uccello che non ha memoria?

Il “signor G” era nato il 25 gennaio 1939: qui lo ricorda Giorgio Chelidonio

La realtà è un uccello che non ha memoria? “No!” ha sentenziato, nel 1975, Giorgio Gaber dal palco del Teatro Filarmonico di Verona: “deve immaginare da che parte va!” [LINK 1] e proseguendo mi ha iniziato a un dialogo che dura ancora oggi. Quello era l’annus horribilis della mia affettività di allora e quel suo “Anche per oggi non si vola” mi ha coinvolto, anzi convinto forse più di quanto Gaber stesso potesse immaginare in un occasionale spettatore: chiuso nel mio “hortus conclusus” dei miei primi anni ’70, fatto di vuoti (musicali e affettivi, sebbene accoppiato) e di rifugi folk come Peter Paul & Mary [LINK 2]. Infatti, caro Giorgio, avevo snobbato le tue musiche e persino i tuoi testi degli anni 60: mi parevano canzonette, alcune un po’ più gradevoli di tante altre, come “Le strade di notte” [LINK 3] quasi parallela all’indimenticabile “Ne me quitte pas” [LINK 3] di Jacques Brel. Perciò mi ero perso la tua svolta del 1970, del tuo dialogo speculare con il “Signor G” [LINK 4].
Ma restando alla tua risposta sopra citata – che avevi calcato nel finale con il “
Giambattista Vico, che imbecille” – tuttora è una delle poche cose su cui non mi trovo d’accordo: mi spiegò il perché, dieci anni dopo, Konrad Lorenz nel suo “Il declino dell’uomo” [LINK 5] sentenziando che non è la Storia a ripetersi ma i difetti dell’animo umano. Probabilmente però lo sapevi già anche tu: avevi spettacolarizzato la “percezione dell’eccesso” nel 1972 con “Il pelo” [LINK 6].
Già nel 1980, in un mio scritto divulgativo (i blog di allora si ciclostilavano in ambiente sindacalese) ti avevo adottato come “massimo filosofo”, certo non perché tu ti fossi posto su un’ideale cattedra ma perché sapevi comunicare riflessioni che andavano oltre alla sicurezza di una qualsiasi
appartenenza. E del resto anche quest’ultimo tema l’hai magistralmente trattato nel 1994 con l’omonima canzone [LINK 7]. Mi è davvero impossibile riepilogare qui gli stimoli che mi hai trasmesso negli anni ’80: ricordo ancora l’emozione struggente che mi hai comunicato con “Il dilemma” [LINK 8]. Ma non posso neppure dimenticare la “scuola di ironia” che hai impartito con “Far finta di essere sani” [LINK 9], “Le elezioni” [LINK 10] e quel non so ché di velata auto-irrisione che avevi inscenato con “Shampo” nel 1973 [LINK 11]. Persino mia figlia, in età pre-adolescenziale negli anni ‘90, aveva colto il messaggio del tuo “Il dente della conoscenza” [LINK 12]: sebbene fosse un po’ tediata dalle “colonne sonore” con cui condivo i nostri viaggi di allora, ricordo che, sbirciando nel retrovisore interno, coglievo una certa condivisione del demolire le “turris eburnee” del sapere consolidato. Quattordici anni fa hai “chiuso bottega” ma con un testamento “ad alzo zero”: “Io non mi sento italiano” (uscito postumo poche settimane dopo, per ribadire il tuo “Qualcuno era comunista” del 1992 [LINK 13]. Ma non mi sono sentito perso, anzi ho colto l’occasione per tuffarmi nella tua discografia, comperando persino i CD delle tue prime “canzonettte”.
E per farla completa, con “
La strana famiglia” del 1991 [LINK 14] mi hai informato per tempo, assieme a Enzo Jannacci”, del berlusconismo che stava arrivando.
Concetti che riecheggiano nella nota frase “
Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me”, anche se poi si precisò che anche tu l’avessi solo citata [LINK 15] perché pare fosse di Giampiero Alloisio [LINK 16]: che sorpresa leggere, solo adesso, che è stato l’autore del testo “La strana famiglia”, coincidenza davvero strana se ne è stato coautore con Ombretta Colli, “la Signora Provincia” [LINK 17] che tu dovevi conoscere a fondo, un tema che mi ha spesso incuriosito ma su cui ho sempre volutamente glissato.
Chiudo qui queste mie riflessioni e ricordi citando una “pietra miliare” (1980) delle tue canzoni, “
L’illogica allegria” [LINK 18]: mi ha insegnato a mettere – anche quando “c’è un’aria …che manca l’aria” [LINK 19] – “il cuore al finestrino”. Così rientro mentalmente, canticchiandola, in quel tuo scenario autostradale, quasi onirico, rifugio in cui pur sapendo “del mondo e del resto” riuscivi a suggerire di poter “star bene”. Nel dubbio, cito a memoria: “…non lo so se mi conviene, ma sto bene… che vergogna!”. O no?

PS. Apprendo da wikipedia che nel 1958 ti sei diplomato in ragioneria: anch’io nel 1965, ma tu allora frequentavi Sanremo mentre a me interessavano Rolling Stones, Beatles e Kinks. Un paio d’anni dopo, per sfuggire (almeno a part-time) da quello stesso destino impiegatizio che avevi magistralmente evitato – prima solo musicalmente poi con il “teatro canzone” [LINK 20] – ho intrapreso la passione paletnologica, un itinerario esplorativo fatto di dubbi: a chi, nel percorso, mi ha chiesto “…se mi conviene” ho risposto, anch’io, che ci “sto bene”!
Ma per non perderti di vista (nel senso “youtube”) bisognerebbe ricucire la tua discografia, ad esempio con
https://it.wikipedia.org/wiki/Discografia_di_Giorgio_Gaber forse completa. Ci farà compagnia anche nelle serate più insulse…..
LINKS

  1. https://www.rockit.it/giorgiogaber/canzone/la-realta-e-un-uccello/125566 > testo completo
    https://www.youtube.com/watch?v=7UGxx6wEKSc + “Anche per oggi non si vola 1974”, registrazione completa dello spettacolo al Teatro Piccolo di Milano: https://www.youtube.com/watch?v=1ObVNJ0PGjA
  2. Per chi non li avesse conosciuti: http://www.peterpaulandmary.com/ + https://it.wikipedia.org/wiki/Peter,_Paul_and_Mary – e come audio/campione registrato nel 1966 > https://www.youtube.com/watch?v=0OCnHNk2Hac
  3. https://www.youtube.com/watch?v=E7zgNye6HTE + https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Brel
  4. https://www.youtube.com/watch?v=4Mdu0Ewhk_Y > “signor G”
  5. Konrad Lorenz, 1985: Il declino dell’uomo, Arnoldo Mondadori.
  6. http://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_giorgio_gaber_4285/testo_canzone_il_pelo_154502.html : tratto “Dialogo tra un Impegnato e un Non So”
  7. L’appartenenza”: https://www.youtube.com/watch?v=nbdN1Vx8uJo
  8. Il dilemma” > https://www.youtube.com/watch?v=0KG8XGtZd-o
  9. Far finta di essere sani” > https://www.youtube.com/watch?v=-iVjYomOJRQ
  10. Le elezioni” > https://www.youtube.com/watch?v=iSLT6S1dyV0
  11. Shampoo” > https://www.youtube.com/watch?v=1RRt_3iU5Os
  12. Il dente della conoscenza” (1973) > https://www.youtube.com/watch?v=3WTSsaFn9EY
  13. Qualcuno era comunista” > https://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ
  14. La strana famiglia” (1991) > https://www.youtube.com/watch?v=GbgsUXVtKg4 ma anche (solo in audio, con Enzo Jannacci) > https://www.youtube.com/watch?v=0Ff3QFES8RA
  15. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/09/24/ioe-il-signor-gMilano11.html?refresh_ce
  16. https://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Piero_Alloisio
  17. http://www.europaquotidiano.it/2004/07/02/la-lista-unitaria-funziona-bisogna-andare-avanti-con-giudizio/  La Colli è stata una presidente che ha fatto mancare alla provincia di Milano molte occasioni di crescita in una fase in cui all’istituzione provinciale venivano affidati nuovi, stimolanti compiti; ossessionata dalle questioni d’immagine, sprezzante delle opposizioni, animata da un anticomunismo persino grottesco nelle sue espressioni verbali, la “Signora Provincia” è anche incappata nell’infortunio della Serravalle, l’autostrada che collega Milano a Genova di cui la provincia di Milano è socia di maggioranza, gestendola in modo tale da suscitare sospetti e veleni ed un clima di scontro permanente con il sindaco di Milano Gabriele Albertini, che pure appartiene alla sua medesima area politica.” (2.7.2004).
  18. L’illogica allegria” > https://www.youtube.com/watch?v=NO3Z26zAPMM
  19. C’è un’aria” > https://www.youtube.com/watch?v=50SnH47mi08
  20. Teatro Canzone” > http://www.giorgiogaber.it/discografia-album/il-teatro-canzone-disco + https://it.wikipedia.org/

(*) in “bottega” cfr Detto e non detto del signor G – di Mark Adin

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega 

Giorgio Chelidonio

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