Giovanna De Carli: due versi e…

… “poeti come foglie”. La «cicala» del sabato (*)

La vita è una guerra persa in partenza
Non sarebbe più strategica l’assenza?

Scrive Herman Hesse: «Pictor disse la parola e si trasformò in un albero. Giacché più di una volta aveva desiderato essere albero».
Anch’io adoro gli alberi e la loro stupefacente vita verde. Anzi, in loro onore, ho abbandonato il cattolicesimo e mi sono fatta pagana: per adorarli.  Meravigliosi dèi con radici.
E così siamo già due, io ed Herman, a voler essere alberi. Ma non siamo soli. Sono convinta che tutti i poeti, tutti nessuno escluso, tutti i veri poeti, desiderano diventare alberi. In mancanza di questo desiderio, di questo anelito, diffidate: quello non è un poeta e ciò che scrive non è poesia. I veri poeti, grandi o piccoli, vivono come i rami più alti: a 20metri da terra, sempre protesi verso l’ aria alta, verso la luce, verso il cielo. Ognuno di loro desidera trasformare i suoi fogli in foglie.
Tutti i grandi poeti sono verdi.
Tutti i grandi poeti diventano boschi.  Shakespeare è una foresta.

(*) Da anni in “bottega” il sabato pomeriggio regna “cicala” : è un’amica – libraia militante e molto altro – che invia al suo indirizzario i versi che le piacciono, scegliendo poi un testo alla settimana da mettere qui. Perciò ci rivediamo fra 7 giorni…

Questa immagine è di Benigno Moi. Le altre sono di muri o scalini … parlanti, anzi poetanti.

Redazione
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