Gita al faro
una poesia di Gualtiero Via (*)
Ovvero, relazione da sopralluogo in vista di possibile uscita didattica –materie interessate: Scienze naturali, Geografia, Italiano
Monotona, la barca, il suo rumore
ti fanno addormentare (è anche il fritto).
Garzette, aironi, tanti cormorani:
son oltre cinquecento i soli nidi
così dice la guida (li han censiti).
Di qua e di là canneti, in mezzo l’acqua.
Siamo al confine, qui, di tante cose
dell’acqua dolce e di quella salata
del verde che è del fiume e dell’azzurro
(prosaicamente, anche di Veneto ed Emilia).
Monotona, la barca ancora avanza
E là davanti appare adesso il faro.
Piccolo e bianco, solo. Sta là fermo.
E’ l’avamposto estremo, ed è dell’uomo.
E’ ospite, che qui tutto è natura.
Ti volgi avanti e tutto è mare, mare, mare.
Non c’è da dire o fare, ma restare.
Respira questo istante, non far niente.
Seicento e più chilometri di fiume
han pace in questo punto. Resi al mare.
E’ un angolo di Cosmo pure questo.
Lo scordi, e non ha senso neanche il resto.
Gualtiero Via, «poeta, marito, insegnante e papà»: Po di Goro, domenica 29 maggio 2016.
(*) Con questa bella poesia prosegue la “mini-serie” poetica (iniziata ieri) di 4 puntate alle 13,59: in attesa della «cicala del sabato». La poesia dilaga? Evviva, buttiamo giù gli argini e nuotiamo.