Giù le mani da Radio Onda D’Urto

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Abbiamo appreso in questi giorni che la questura di Brescia sta monitorando, in maniera a dir poco inquietante, le attività dell’emittente radiofonica Radio Onda D’Urto.

Una miriade di comunicati stampa che la questura ha emanato, in cui si accusano i redattori della radio di fomentare le mobilitazioni portate avanti dai migranti nella città; il timore è che questa attenzione si traduca in informative agli organi competenti (ministero dell’Interno, prefettura, procura della repubblica). Ascoltando le trasmissioni della radio ci si rende facilmente conto di come questo strumento stia unicamente svolgendo un ruolo di informazione e di dovere civico, invocando un dialogo fra istituzioni e realtà sociali di migranti o impegnate nel mondo dell’antirazzismo. Ma evidentemente viviamo in un Paese in cui dal servizio, anche pubblico, possono giungere messaggi xenofobi lanciati da rappresentanti istituzionali mentre chi prova ad attenersi ai princìpi costituzionali viene considerato come se fosse un pericolo per la pubblica sicurezza.

A Brescia negli ultimi tempi ci sono state numerose mobilitazioni, in seguito al rigetto di gran parte delle richieste di concessione del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, dei cittadini migranti residenti. Qualcuno ricorda ancora la protesta, nell’autunno del 2010, di un gruppo di lavoratori che si inerpicarono in cima a una gru rifiutandosi di scendere. La ripetuta richiesta di aprire un tavolo di trattative con le istituzioni non ebbe mai serie risposte, se non in termini di repressione, tanto che lo scorso anno la situazione venne giudicata critica anche da funzionari del Viminale.

Negli ultimi giorni le iniziative di protesta pacifica dei migranti, sostenute dal tessuto antirazzista bresciano, sono state represse da cariche immotivate e violente delle forze di polizia, che hanno portato a feriti, arresti, decreti di espulsione. La nuova giunta di centro sinistra non ha modificato nei fatti l’atteggiamento di chiusura della precedente amministrazione della Lega Nord, continuando a considerare quello posto dai migranti esclusivamente come un problema di ordine pubblico.

Riteniamo doveroso, nel pieno rispetto della Carta costituzionale, esprimere la nostra totale solidarietà ai redattori della storica emittente bresciana che, nata nel 1985, da sempre svolge un prezioso lavoro di informazione e di costruzione di relazioni sociali fra cittadini provenienti da diversi Paesi, in nome dell’eguaglianza e del rispetto dei diritti di tutte e tutti.

Conosciamo l’impegno sociale e culturale di giornalisti e operatori, e abbiamo apprezzato le feste di autofinanziamento realizzate negli anni passati, in cui si potevano discutere i temi inerenti la vita di chi abita il territorio, le questioni riguardanti il mondo del lavoro, l’immigrazione e le esigenze dei nuovi e vecchi cittadini, la necessità di spazi culturali e di socialità per giovani, precari e studenti. Consideriamo qualsiasi atto di intimidazione rivolto a tale voce come gravemente lesivo della libertà di ognuno di noi e ci dichiariamo pronti a mettere in campo le iniziative politiche necessarie, in ogni sede anche istituzionale per garantire il diritto di Radio Onda d’Urto – come di tante altre voci che hanno fatto dell’antirazzismo il proprio valore fondante – di continuare a esistere e a crescere. In un Paese precipitato nelle classifiche mondiali al quarantanovesimo posto, per quanto riguarda la libertà di stampa e l’accesso dei cittadini a una corretta informazione, chi per questa si spende, spesso in maniera volontaria, deve sentirsi a maggior ragione tutelato.

Seguono, in ordine cronologico di raccolta, le firme di giornalisti e attivisti antirazzisti che per primi/e hanno aderito a questo appello.

Stefano Galieni, Daniela Padoan, Alessandra Ballerini, Fulvio Vassallo Paleologo, Sergio Bontempelli, Daniele Barbieri, Grazia Naletto (Lunaria), Monica Pepe e Luca Cardin (Zero Violenza), Alessandra Sciurba, Gabriella Guido (LasciateCIEntrare), Raffaella Maria Cosentino, Matteo Calore (ZaLab), Giacomo Zandonini, Dagmawi Ymer, Annamaria Rivera, Mercedes Frias, Fabrizio Gatti, Stefania Ragusa (Corriere delle migrazioni), Gaetano Monte, Giuseppe Caccia, Gianfranco Schiavone, Alberto Barbieri (Medu), Antonella Bottini (Presa Diretta), Edda Pando, Guido Viale, Romina Velchi, Barbara Spinelli

PER ADESIONI: <stefano.galieni60@gmail.com>

La piccola redazione di questa “bottega” aderisce compatta e convinta. Per illustrare questo appello abbiamo ripreso una vignetta di Mauro Biani già uscita sul quotidiano «il manifesto».

 

 

 

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