Giuliano Bugani: fumogenia

Ricevo e volentieri ospioto Giuliano:  operaio, giornalista, poeta

Fumogeni. Lanciano fumogeni. Io ho visto la Celere lanciare fumogeni. Nelle piazze di lavoratori. Io sono una persona semplice. Io sono una persona che non capisce le cose difficili. Lanciare fumogeni alla gente non è difficile. Ma io non lo capisco. Io credevo che la Polizia dovesse prendere i ladri. Ma io certe cose difficili non le capisco. Sassi. Ho visto lanciare un sasso di piombo. Nella faccia di Carlo Giuliani. Ci hanno detto che non si sa chi sia stato. Ma noi lo sappiamo chi è stato. Io sono una persona semplice. Io sono una persona che ha paura. Della Polizia. Io lo so chi è stato. Ma io sono una persona che ha paura. Non lo posso dire chi è stato. Pietre. Ho visto lanciare una pietra a Piazza della Loggia. C’era della gente che ascoltava. Un comizio. Antifascista. Al funerale dicono che c’erano anche i mandanti della strage. Ci hanno detto che non si sa chi ha pagato. Io non lo capisco. Come si fa a pagare. Io sono semplice. Io sono uno che non capisce certe cose. Io sono antifascista. Io a Piazza della Loggia, ho conosciuto il papà di uno che ha pagato. Con la vita. Il suo papà mi ha detto che suo figlio era un antifascista. Gli hanno tirato una pietra nella piazza e sono morti. Io sono una persona semplice. Ma queste persone per me sono degli eroi. Io ho visto il fumogeno che gli hanno tirato. A Raffaele Bonanni. Ma Bonanni non è un eroe. Bonanni l’ ho visto con altre persone insieme alla Celere. Io ero dall’altra parte. Dalla parte di quelli che prendevano i fumogeni. Dalla parte delle persone semplici. Dalla parte delle persone che lavorano in fabbrica. Bonanni l’ ho visto in Piazza Alimonda. Aveva una camicia nera. Io non ho capito chi è Bonanni. Io sono una persona che è semplice. E allora non ho nemmeno capito cosa ci faceva in Piazza della Loggia. Là ci vanno gli antifascisti.  No. Bonanni non è un eroe. A Bonanni gli eroi gli fanno schifo. A Bonanni gli eroi fanno paura. A Bonanni gli eroi dicono cose. Perché gli eroi non hanno paura. Gli eroi non sono persone semplici. Io sono una persona semplice. Io non sarò mai un eroe. Ma se avrò di fronte Bonanni gli tirerò la mia rabbia.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

7 commenti

  • Un casino per un fumogeno, che, come dice la parola stessa, fa fumo. Nel frattempo sono morti altri tre operai a 500 metri da dove lavoravo io fino a 4 mesi fa, a Capua. Si fa molto meno casino per le dichiarazioni da ricattatore e assassino di Marchionne, che ha affermato che la 626 è un lusso che non ci possiamo permettere, con il consenso del viscido Tremonti. Ancora morti, e si fa casino per un fumogeno lanciato ad un servo dei padroni… nel silenzio dei “sinistri”…

  • Raffaele Mantegazza

    Carlo Giuliani stava tirando un estintore in faccia a un poliziotto su una camionetta, dopo che aveva visto lo stato di guerra che era stato creato dalle forze dell’ordine a Genova. L’hanno ammazzato barbaramente a sangue freddo. Spero riceva giustizia purtroppo postuma. Da morto lo piango. Ma da vivo gli direi: “sei un imbecille”.

    • ho un profondo disaccordo con questo commento di Raffaele
      ebbi una discussione simile, molto tempo fa, con Enrico Pili e lo invitai ad ascoltare qualche testimone (io c’ero) o almeno a vedere bene i filmati “indipendenti” perchè a basarsi sulle cronache “di regime” non ci si azzecca mai neppure rispetto ai nudi fatti
      dovrei trovare il tempo per dare a Raffaele (forse anche lui era a Genova, non so) una lunga risposta… Faccio un respiro (magari di … un paio di giorni) e ci provo
      db

      • Raffaele Mantegazza

        Imposto il discorso in senso piu’ generale, lasciando a parte il caso Giuliani, del quale so abbastanza ma forse non tutto. In uno stato di polizia che non aspetta altro che il pretesto per imprigionare, torturare, uccidere ma che del resto ha ammaestrato l’opinione pubblica ad essere acriticamente dalla sua parte, il gesto di violenza isolata non ha alcuna possibilita’ di essere “esemplare” come dicevano gli anarchici tempo fa. E’ rivoluzionariamente sbagliato. E’ poco astuto. Per il resto, o uno sceglie di rispondere alla violenza con la violenza (scelta per me del tutto comprensibile anche se non condivisa): e allora si organizza, lo fa con cognizione di causa, e in modo preparato, scegliendo gli obiettivi e i tempi e portando con se’ parte della opinione pubblica (cosa che le BR non sono riuscite a fare). O sceglie l’approccio nonviolento: e allora non ha nessun senso dire “loro sono piu’ cattivi di noi”. E certo che sono piu’cattivi, sono fascisti! E io non voglio assomigliare a loro nemmeno (anzi: soprattutto) nelle armi e nel linguaggio. Il fumogeno non e’ stato ne’ un crimine ne’ un atto terroristico, ma per me e’ stato un erorre tattico. Forse anche strategico. Grave. Da non ripetere. Da difendere contro i sepolcri imbiancati della destra, centro, finta-sinistra. Ma da non giustificare dal punto di vista della tattica politica.

  • una scrittura che mi ha commosso la tua, Giuliano, e che sintetizza con estrema lucidità ciò che proviamo tutti noi ,che abbiamo vissuto sulla pelle la “strategia della tensione” (ah, quegli opposti estremismi!) , gli “anni di piombo” (ah, quei fratelli mitra!), “gli anni di seltz” di una città da bere che ha portato ad oliato sistema la corruzione, il malaffare e la ruffianeria, con molti corollari di non poco conto.
    Ed eccoci qui, comici spaventati guerrieri, a chiederci se fumogeno/bonanni fa rima con discussione/rivoluzione; posto che i primi due termini (fumogeno/discussione) si possono elidere resterebbe il binomio bonanni/rivoluzione.
    Tutto tornerebbe perché Il buon-nanni stesso ha proclamato la sua strategia sindacale rivoluzionaria.
    Il suo (e nostro) problema è che sono tanti a non voler stare zitti e buoni a vedere l’effetto che fa.
    Come dimostrare il disaccordo perché si cominci a ragionare in termini sensati di dignità, di rispetto, di parità?
    Nulla (o quasi, a voler essere ottimisti) se si considera il desolato/desolante panorama della politica italiana, incapace di riscuotersi dalla sindrome di Narciso e da quella di re mida al contrario.
    Molto se si fa laicamente uno sforzo per capire il passato e ridisegnare il presente (e futuro) con la consapevolezza e l’esperienza che abbiamo adesso.
    Fuor di fumosi concetti (ahia, m’è scappata) interrogarsi su quali forme di opposizione praticare va bene, ma poi bisogna pure attuarla, una qualche forma di opposizione.
    Prima di tutto difendere con le unghie e con i denti il dissenso e le contestazioni; successivamente, non riferirsi solo alla cosiddetta informazione; ho intravisto per microsecondi le sedie che volavano sui fischiatori ma a volte l’occhio non fa in tempo a mettere a fuoco, bisogna proprio essere dei malevoli sospettosi come me per captare, e successivamente ci pensa un sapiente montaggio di immagini a rimettere le cose a posto (loro).
    Praticare ove possibile qualsiasi forma di dissenso pacifico. Non mancano sul mercato uova, pomodori, nonché aglio contro i vampiri! Il BUUU ad esempio mette a proprio agio anche chi non sa fischiare e fa tanto loggione milanese di risorgimentale memoria. Il voltare le spalle a chi parla lo fa sbarellare perché le telecamere non possono attuare immediatamente un dietrofront virtuale. Anche il pollice verso ha una sua signorile eleganza!
    MA in nessun momento bisogna farsi mancare il dubbio “se mi dessero un cazzotto sui denti vorrei prenderne un altro e un altro e un altro e poi ritrovarmi a Bolzaneto?” Oddio, essendo dotati di libero arbitrio, possiamo usare la libera scelta.
    In secondo luogo se dall’altra parte si bara, è necessario rivelare il bluff, i mezzi non mancano, ma devono essere usati ammodo. Banditi i bizantinismi , organizzare qualunque cosa si possa organizzare: boicottaggio di prodotti (Alex Zanotelli dice che si vota al supermercato), ma anche di TV, dvd, libri, banche,drastica limitazione dell’uso del cellulare, dell’automobile, di oggetti di consumo; flashmob (ai ragazzi dovrebbe piacere da impazzire); gruppi di lettura; mi scapperebbe anche gruppi di autocoscienza, ma mi rendo conto di essere pesantemente datata; comparazioni di dati (tante belle tavole sinottiche, la mia passione!) alle quali dare la massima diffusione; reading (basta dibattiti, please!) su temi sociali e civili; frequenza estremamente assidua di biblioteche, cinema, teatri, piazze, strade come riconquista del territorio , uomini/donne sandwich ed ancora, ancora, ancora… soprattutto tanta memoria storica …
    Uno slogan del maggio ’68 diceva “L’immaginazione al potere”; immaginiamocelo il nostro presente/futuro..
    L’altro slogan ricordato da Daniele e che faccio mio nella sua accezione originaria è “Ce n’est qu’un début, continuons le combat”.
    Mi piacerebbe ricordare un ulteriore slogan sessantottino “Vietato vietare” (ricordo un bel giallo di Ellery Queen con questo titolo), ma ho il dubbio che innescherebbe una qualche discussione della quale non si sente il bisogno e quindi soprassiedo.
    Il ’68 letto con gli occhi di oggi, e non con quelli della nostalgia, può insegnare ancora molte cose.
    “.. ad Alice non sembrò poi molto straordinario sentire il Coniglio dire a se stesso: “Oh cielo, oh cielo! Arriverò troppo tardi!” ..quando però il Coniglio tirò fuori un orologio dal taschino del panciotto, lo guardò e si mise a correre ancora più in fretta, Alice balzò in piedi .. arrivando appena in tempo per vederlo scomparire in un’ampia tana da conigli sotto la siepe.” Perchè ho la sensazione di essere Bianconiglio? Preferirei Gatto del Cheshire. O forse Alice?

  • Ringrazio Bianca, e la invito a non lasciare mai agli altri la propria parola. Bianca non l’ ho mai vista, ma la conosco lo stesso, e sono contento di averla conosciuta. A Raffaele invece vorrei ricordare che il famoso estintore venne lanciato dalla camionetta della Polizia addosso a Carlo Giuliani, per questo Carlo in un impeto di rabbia lo restituì. Esistono filmati molto chiari sulla dinamica dell’ omicidio. Non esistono invece filmati sui mandanti occulti che hanno premeditato la morte di una persona, in questo caso di Carlo, in quella grandissima storica e irripetibile rivoluzionaria manifestazione.

    • Raffaele Mantegazza

      Ammetto la mia ignoranza, non sapevo di questa versione dei fatti. Grazie a Giuliano e grazie a noi tutti che cerchiamo in ogni modo di controinformare (e scuse a Carlo Giuliani per la mia offesa)

Rispondi a bianca Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *