Golpe giuridico-parlamentare: farsa o tragedia

di Leonardo Boff (*)

L’euforia dei golpisti che, con forzature giuridiche, hanno allontanato dal potere una presidentessa eletta a norma di legge, è durata poche settimane. Ora che si conoscono i magheggi appare chiara la farsa trasformata in tragedia nazionale. Occupano la scena un presidente illegittimo, idee rare e deboli, un gran numero di ministri e parlamentari, denunziati dalla Lava-jato, tentano di proporre con la maggior celerità possibile una raffica di progetti chiaramente anti-popolo a anti-nazione. Hanno la pretesa di portare a compimento il loro progetto di adesione illimitata e ora – nell’era di Trump, svergognata – alla logica dell’Impero, che tenta di appiattirci sui suoi interessi geopolitici.

La tragedia della nostra storia, che si ripete di tanto in tanto, è la negazione di diritti al popolo, ai poveri, e la diffamazione dei movimenti e dei loro capi carismatici. Sempre irrompono sula scena politica, le vecchie élites, eredi della Casa Grande, per cospirare contro di loro, criminalizzare i movimenti, respingere i poveri nelle periferie, da dove mai sarebbero dovuti uscire.

Davanti a tutti questi, le oligarchie e, in generale, i conservatori e perfino reazionari si sono dimostrati perversi, appoggiati da una stampa senza legami con la verità, visto che distorce e mente.

La classe dominante si irrita oltre modo per aver tollerato un operaio come Presidente, Luiz Inacio Lula da Silva, uomo estremamente intelligente, molto più che la maggioranza di loro, con una leadership carismatica che impressionò il mondo intero. Ha operato più trasformazioni il suo governo, che non loro, anche se sono rimasti al potere più a lungo. Con lui il popolo si è ritrovato al centro e lo considera il maggior presidente mai avuto. Spesso si sente qua e là dalle loro bocche: “E’stato un presidente che sempre ha pensato a noi, poveri e che ha fatto politiche sociali che hanno migliorato la nostra vita e ci hanno restituito dignità”.

Le nostre diseguaglianze sono tra le maggiori del mondo. Jessé Souza, Presidente dell’IPEA, ha rivelato recentemente che il top della piramide sociale brasiliana è formato da circa 71 mila miliardari, che godono esenzioni di imposte su guadagni e dividendi, mentre i lavoratori sono penalizzati. Per questo c’è crisi nella Previdenza la cui proposta di soluzione è così disumana che molti non potranno mai andare in pensione. Secondo il Sindacato Nazionale dei Procuratori del Ministero delle Finanze, $ 500 miliardi di reais sono stati inguattati soprattutto da grandi imprese nel 2016. Perché i Governatori non danno la caccia a questo denaro per ripianare i conti della Previdenza? Perché sono vigliacchi e hanno ceduto alle pressioni dei potenti e dei padroni dei media, anche loro corrotti?

Questi tycoon non negano la democrazia, perché sarebbe troppa sfacciataggine. Ma vogliono una democrazia a bassa intensità, un Brasile per pochi e uno Stato non di diritto, ma di privilegio. Occupano le apparecchiature dello Stato per poter arricchirsi più facilmente. Quasi tutti i politici, con rare eccezioni fanno intrallazzi.

Al contrario, ci sono gruppi progressisti che hanno avuto visibilità nel PT e nei suoi alleati, nonostante che molti di loro siano stati toccati dalla corruzione, postulano un Brasile per tutti, autonomo, con proprio progetto nazionale che riscatti la moltitudine dei diseredati con politiche sociali consistenti, tappe di una completa emancipazione.

Tutti quelli che hanno invaso le strade contro la Dilma, facendo politica al suon di pentole, vanno in giro come zombies perplessi e vergognosi per la politica anti-popolo e rinunciataria che è in corso d’impianto.

Ci sono settori della giustizia, che di solito volgono le spalle al popolo e che hanno approvato il golpe, facendo finta di non vedere quei corrotti che avevano preparato e realizzato il golpe, unica forma per agguantare il potere centrale, impresa che non gli era riuscita attraverso il voto. Penso all’MDB, partito pretenzioso, la cui base sociale è la classe media-conservatrice e intellettuali affini ai sistema mondo, con mentalità colonialista.

Costoro hanno rinnovato la tragedia politica brasiliana, com’era avvenuto con Vargas e con Jango, situazione culminata nella dittatura militare. Ora, invece dei carri armati e delle baionette hanno funzionato i magheggi parlamentari e con una giurisprudenza spericolata, a tratti isterica, per allontanare la presidentessa Dilma Rousseff. Il grande analista di politica internazionale, Moniz Bandeira, ci ha avvertiti della presenza di organi di sicurezza degli USA, nel montaggio e nella realizzazione del golpe in Brasile come avevano fatto prima in Honduras, poi nel Paraguay e in Brasile. Si tratta di controllare la 7° economia del globo, per indebolire il BRIC di cui il Brasile fa parte.

Ma non trionferanno. Il popolo si è svegliato e mantiene viva la speranza che forgerà la ricostruzione del Brasile.

(*) tratto da https://leonardoboff.wordpress.com/

 

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